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E’ uscito il nuovo lavoro di Enrico Vigna, in proseguimento di: “ L’UCRAINA TRA GOLPE, NEONAZISTI, RIFORME E FUTURO”.

Dettagli
Scritto da Enrico Vigna

Una raccolta di 240 pagine di foto, testimonianze, documenti, interviste sulla situazione di quell’area

 

UCRAINA, DONBASS

i crimini di guerra della Giunta di Kiev

17x24 cm

240 pagine a colori

20 €

 

ISBN 978-88-98582-14-3

 

 

 

 

 

 

 

Questo è un libro che documenta e denuncia crimini e orrori... occorre una forte dose di forza d’animo e di coraggio interiore per sfogliarlo, non è un libro per animi leggeri, ma per animi sensibili sì... questo non è un libro che analizza, che narra, che vuole convincere, che difende una ideologia o una fazione politica... Questo libro è un atto di accusa, dove a parlare, a testimoniare, a deporre sono immagini, fatti e atti che non hanno bisogno di parole, analisi, interpretazioni ideologiche o dottrinali. In questo libro sono portati all’attenzione dell’opinione pubblica atti, fatti, documenti, immagini non opinabili, interpretabili o discutibili.

È un lavoro con l’obiettivo della ricerca della verità, per poter avere più giustizia e contribuire alla lotta per la pace tra i popoli; ed è parte, come sempre, di un percorso concreto di solidarietà per i bambini del Donbass, verso cui andrà il ricavato delle vendite.

 

Per Informazioni, richieste, presentazioni, contatti, scrivere a:     info@civg.it

 


 

Nostri PROGETTI di Solidarietà concreta

Progetto con Yasinovataya, Donetsk – Referente Padre Vitaliy Bakun

                     

 

                                    

Cari fratelli, sorelle e Padri !

Viviamo sul fronte dei combattimenti nella regione di confine di Yasinovataya, vicino a Donetsk. Un terzo della città è distrutta del tutto,  i bombardamenti  nella periferia della città continuano ad aumentare,  il numero di edifici e case devastate e la perdita di vite umane. I pensionati  non ricevono da 4 mesi le loro pensioni , solo  una piccola percentuale della popolazione riceve lo stipendio . Briciole di aiuti umanitari, che si danno una sola volta sola, a persone sopra i 65 anni, sono sufficienti solo per un paio di giorni. Grazie all'aiuto della confraternita di Giovanni Battista di Trezvenie , negli ultimi 4 mesi  abbiamo aiutato più di 4.000 persone con cibo e medicamenti, siamo stati in grado di fare le riparazioni ordinarie della chiesa e della Scuola attigua, che erano crivellate dalle bombe. Con l'inizio della stagione fredda aumenta il numero di persone  in cerca di aiuto. Da novembre trasformano  il Donbass nella Leningrado assediata. Saremmo grati se qualcuno riuscirà ad  organizzare  spedizioni con cibo e medicine. I prodotti più necessari sono i cereali e conserve. Elenchi di farmaci necessari possono essere scaricati da internet.

Vi preghiamo fortemente di rispondere a questo appello e aiutarci con le preghiere e concretamente.

 


 

Progetto per i bambini della scuola bombardata № 24

della città di Krasnodon – Referente insegnante Serghey Aartemov

 

 

 

         

AIUTATECI ad AIUTARLI

 

CIVG Informa N°55

Dettagli
Scritto da CIVG

Se volete contattarci per collaborare con questo progetto, per proporci materiali, per chiedere altre informazioni o per essere cancellati dalla newsletter, inviate una mail a info@civg.it. A seguire, gli ultimi articoli caricati sul sito.

 

Lettera aperta al Presidente Giorgio Napolitano

Falco Accame


ASS. NAZ. ITALIANA ASSISTENZA VITTIME

ARRUOLATE NELLE FORZE ARMATE

E FAMIGLIE DEI CADUTI 

SEDE CENTRALE: Via A. Nobel n.1  00034 COLLEFERRO (RM)

Tel./Fax: 06/9701182; Segr.: 06/9780145; Pres.: 06/3331689

E-Mail: segreteria@anavafaf.com

Sito web: www.anavafaf.com

 

 

Roma, 2 Gennaio 2015

                                                                                         

Lettera aperta al Presidente Giorgio Napolitano

Signor Presidente,

ho seguito con molta attenzione e partecipazione il Suo discorso di fine anno in televisione, nel quale Lei ha evitato di far cenno alla “vicenda dei Marò”, fatto che ha sollevato anche qualche critica. Mi consenta di concordare con Lei sulla opportunità di non toccare questo delicatissimo tema anche in seguito alle recenti conferme (legate a proteste e proteste dell’India, vedi Hindustan Times[1]) che confermano che la posizione della nave Lexie all’atto della sparatoria del 12 febbraio 2012 era 20,5 miglia dalla costa e non a 33 miglia, come apparso nel comunicato del Ministero della Difesa del 15 febbraio 2012, dove si afferma che la posizione della Lexie era a circa 30 miglia dalla costa. Senza mezzi termini, mi permetto di osservare che questo è un “falso assoluto”, falso che ha condizionato tutta la impostazione giuridica della vicenda in Italia, facendo credere che la Lexie non si trovasse in acque contigue (dove l’India poteva far valere le sue leggi in base a quanto stabilito dalla Convenzione di Montego Bay – UNCLOS), ma in acque internazionali, requisito del resto indispensabile affinché in base all’accordo tra Confitarma e Ministero Difesa il personale del Nucleo di Protezione potesse intervenire e potessero esistere le condizioni per applicare la legge antipirateria italiana 130/2011. Addirittura un Ministro degli Esteri si è dimesso basandosi sul fatto che riteneva che l’incidente fosse avvenuto in acque internazionali mentre è avvenuto in acque contigue, acque che in base alla Convenzione di Montego Bay si estendono fino a 24 miglia dalla costa.

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Lettera aperta della ex Deputata ucraina Elena Bondarenko all’opinione pubblica del mondo

Elena Bondarenko


 

Elena Bondarenko, costretta al silenzio nel Parlamento ucraino, ha pubblicato una lettera aperta al popolo. Si tratta di una testimonianza completamente ignorata nella stampa occidentale. Anche se è stato scritta qualche mese fa, è ancora importante oggi e rimarrà nelle pagine di storia come una testimonianza della situazione di illegalità perpetrata da coloro che occupano i più alti posti del potere in Ucraina:

 

“Cari amici, questa è la mia dichiarazione. Chiedo che venga diffusa il più possibile. Se si può tradurre in altre lingue, vi prego di farlo!

Io, Elena Bondarenko, Deputata popolare del Partito delle Regioni, trovandomi in opposizione al potere corrente in Ucraina, desidero dichiarare che questa amministrazione ha fatto ricorso a minacce dirette di eliminazione fisica dell'opposizione in Ucraina; ha fatto ricorso alla sospensione del diritto di libertà di parola, in Parlamento e fuori, è implicata in complicità con i crimini non solo contro i politici, ma anche contro i loro figli e le loro famiglie. La vita quotidiana di un deputato dell'opposizione è questa: continue minacce, anonime intimidazioni telefoniche, con l’obiettivo della vessazione. Tutti coloro che chiedono la pace vengono immediatamente bollati come nemici del popolo, proprio come nel 1930 in Germania, o nell’epoca maccartista negli Stati Uniti.

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Oltre 80 persone morte di fame e di freddo nel Donbass

RusVesna

30.12.2014

Secondo i residenti locali e volontari la situazione della popolazione è disastrosa. Così ha riferito l’agenzia stampa tedesca Deutsche Welle (DW).

Le strutture sociali sono distrutte. Stipendi, pensioni e i servizi sociali sul territorio non controllato dal governo di Kiev, non sono stati pagati da diversi mesi. I tentativi di elargire un aiuto finanziario del un nuovo governo non riesce a migliorare la situazione drammatica.  

Particolarmente difficile è la situazione in piccole città e villaggi. L’ostilità in corso nonostante l'accordo Minsk, complica ulteriormente la consegna degli aiuti umanitari ai civili.

Il media center anticrisi AKMTS (la cui sede di coordinamento si trova a Dnepropetrovsk) riporta il bilancio di almeno 80 persone vittime della fame entro il 19 dicembre   Essi basano la loro informazioni sulle relazioni degli organizzatori delle mense per i poveri in Donbass. I casi di morte per fame sono stati registrati a Krasnopartizansk, Snezhnoe e Kirov.

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Ricostituire al più presto una commissione uranio impoverito e fattori patogeni

Falco Accame

L’esigenza di ridar vita al più presto a una Commissione d’Inchiesta sull’Uranio Impoverito e su altri fattori patogeni, magari affidata alla Camera dei Deputati, si è fatta sentire con sempre maggiore urgenza anche a seguito dei recenti casi di personale militare ammalato e deceduto nei poligoni della Sardegna, tra cui  Luca Iddas, Mario Porcu e Giancarlo Cocco.

Urge anche l’esigenza di dare inizio finalmente alla bonifica in profondità dei poligoni, mai eseguita in 50 anni, dove le falde acquifere possono essere state inquinate da migliaia di proiettili anche all’uranio impoverito, rimasti sotto la superficie del terreno.

Vi è inoltre la problematica del risarcimento di molte centinaia di vittime, rimasta in sospeso dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e in particolare lo IARC, ha stabilito in modo inequivocabile l’esistenza del nesso tra tumori e uranio impoverito (il non riconoscimento di questo nesso è stato causa di numerosi indebiti dinieghi di risarcimento).

Occorre anche finalmente affrontare il problema delle deformazioni nelle nascite (sia negli esseri umani che negli animali), che si sono verificati e di cui ancora non è stato nemmeno compilato un elenco.

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Tutti i segni dell'imminente collasso di Kiev

Russia Insider

22 dicembre 2014

 

Nella foto: Natalie Jaresko, la funzionaria ucraino-americana nominata da poco ministro delle finanze a Kiev.

* * * * *

Kiev, naturalmente, non è ancora crollata, e in qualche modo può passare relativamente indenne attraverso i suoi recenti problemi. Ma da quello che si sta vedendo, questo risultato sembra sempre meno probabile col passare del tempo. È impossibile augurare problemi di questo genere a qualsiasi popolo, ma purtroppo un piccolo gruppo di accaniti idioti può costringere un'intera nazione ad affondare sotto le onde e nell'Oceano dell'oblio.

News da Kiev e dall'Ucraina:

Professionisti qualificati stanno lasciando l'Ucraina

Beh, dovremmo davvero esserne sorpresi? Per cosa, esattamente, sono così ansiosi di rimanere in Ucraina? Un'economia che affonda? Il deterioramento delle infrastrutture? Un governo continuamente disfunzionale? Una bella fossa profonda 2 metri con sopra il proprio nome? Un sistema educativo in stile Jekyll e Hyde che va in metastasi ogni due anni, a seconda di chi ha il potere? Un governo gestito da nazisti? Potete avere tutto questo e molto di più se rimanete in Ucraina; ma se questo non è esattamente il vostro sogno, state un bel po' meglio da qualche altra parte. E l'esodo è iniziato.

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Il gasdotto Ucraino e i suoi veleni politici

Gianna Finardi

20 dicembre 2014

 

Il primo gasdotto verso ovest
Nel 1992, la rete ucraina rappresentava l’unica via di esportazione del gas russo verso i Paesi dell’Europa occidentale. Nei decenni successivi, Gazprom, la più grande compagnia energetica russa, ha promosso la realizzazione di infrastrutture alternative per diversificare le rotte e ridurre la dipendenza dalla cooperazione dei governanti ucraini.

Attualmente sono operativi due grandi gasdotti alternativi diretti in Europa occidentale (Yamal-Europa e Nord Stream) e uno diretto in Turchia (Blue Stream). Tuttavia la rete di trasporto ucraina rimane essenziale per l’UE al fine di mantenere gli attuali livelli di importazione, anche se la Russia può contare su una serie di rotte energetiche capaci di esportare all’estero grandi – ma tuttora insufficienti – volumi di metano.

Tra i gasdotti in progetto di sviluppo per far affluire il gas dalla Russia e dalla zona mediorientale (Kazakistan/Turchia) vi è un gasdotto Trans-Adriatico, che collegherà Grecia e Albania e per giungere in Italia sino a San Foca in provincia di Lecce. Ci doveva essere in cantiere, ma per ora è stato bloccato, anche un altro gasdotto (South Stream) destinato a passare più a nord e a collegare Italia, Austria, Bulgaria, Ungheria, Grecia e Serbia bypassando il territorio ucraino.

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ISM contro la censura – Lettera agli ebrei di Franco Fortini

Franco Lattes Fortini

Il 16 dicembre 2014 alle ore 17.30, a Torino, ISM-Italia ha manifestato davanti al Museo della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, per denunciare la sospensione della concessione della sala conferenze del Museo per la lettura integrale in concerto di Stato d’Assedio di Mahmud Darwish.

Il consiglio direttivo e la direzione del Museo sono responsabili di questo vile atto di censura.

Sono anche responsabili degli oltraggi subiti dalla mostra dell’UNRWA, IL LUNGO VIAGGIO DELLA POPOLAZIONE PALESTINESE RIFUGIATA.

Una ulteriore conferma del degrado morale, culturale e politico della città di Torino.

Contro la censura: Lettera agli ebrei di Franco Fortini:

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Il presidente ceco Milos Zeman ha chiamato il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk un "primo ministro della guerra"

ukraina.ru

4/01/2015

"A giudicare dalle dichiarazioni di Yatsenyuk, credo che sia un 'primo ministro della guerra', mi pare che non voglia una soluzione pacifica del conflitto ucraino raccomandato dalla Commissione europea, ma stia cercando di risolverlo con l'uso della forza", ha detto Zeman in un'intervista con i media cechi. Secondo Zeman, il presidente ucraino Poroshenko può fungere da paciere, mentre Yatsenyuk rappresenta il partito della guerra che mantiene un atteggiamento non negoziale verso le milizie in Ucraina orientale. Zeman ritiene inoltre che le sue dichiarazioni sulla situazione in Ucraina orientale potrebbero aver provocato una diminuzione della sua popolarità in Repubblica Ceca negli ultimi mesi, ma egli, come non tutti nel paese, è a conoscenza di ciò che è realmente accaduto a Kiev lo scorso febbraio. "Pensano che quegli eventi sono stati in qualche modo simile alla nostra Rivoluzione di Velluto. Maidan non è stata una rivoluzione democratica e credo che una guerra civile sia in corso in Ucraina", ha detto Zeman.

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Molotov nelle chiese ortodosse di Kiev

Ukraina.ru

8 dicembre 2014

 

Nella notte del 2 dicembre, persone non identificate hanno incendiato la Chiesa ortodossa ucraina nel complesso memoriale Babi Yar "Una bottiglia Molotov è stata gettata all’interno attraverso la grata della finestra. Il fuoco ha attaccato le pareti, la finestra e alcune parti infiammabili della Chiesa". Ha dichiarato Padre Serhiy Temnik. Egli ha detto che il guardiano della chiesa ha visto le fiamme e si è messo subito a spegnere il fuoco, salvando le reliquie che erano sull’altare. Padre Serhiy ha aggiunto che la chiesa era stata minacciata molte volte negli ultimi tempi e anche recentemente, ma questa è stata la prima volta che la chiesa è stata attaccata.

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Caro Putin, paga anche noi

Dario Faccini

                

Caro Presidente Putin,

ci ha inizialmente creato qualche problema la notizia divulgata dal segretario della Nato Rasmussen, secondo la quale la Russia avrebbe finanziato dei movimenti ambientalisti per intralciare l’applicazione in Europa delle tecniche di fracking nell’estrazione del gas naturale. Questo per impedire che l’Europa si possa liberare dalla dipendenza dal gas russo.

Siccome ASPO Italia da tempo mette in guardia sulla marginalità e i rischi di queste tecniche, alcuni tra i nostri membri sono saltati alla conclusione che anche la nostra associazione, pur indipendente e sostenuta solo dal lavoro di volontariato dei suoi soci, abbia beneficiato di queste elargizioni a “fondo perduto”. Non essendoci traccia, nel nostro magro bilancio interno, di una qualsivoglia donazione da parte vostra, si sono presto diffuse voci che alcuni soci avrebbero ricevuto fondi neri che non hanno condiviso con tutta l’associazione.

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Ufficiale di Praga rifiuta le medaglie Nato

Il Piccolo

Sta facendo molto discutere in Repubblica ceca una storia che ha come protagonista Marek Obrtel, ex ufficiale medico dell'esercito di Praga, impegnato in passato in missioni di peacekeeping in Bosnia-Erzegovina, Kosovo e Afghanistan. Obrtel che, in una lettera aperta, ha chiesto nei giorni scorsi al ministero della Difesa di Praga di riprendersi le medaglie da lui guadagnate durante le operazioni all'estero compiute nell'ambito di operazioni Nato. Un coinvolgimento di cui oggi Obrtel «si vergogna profondamente», ha scritto l'ex tenente colonnello. Questo perchè l'Alleanza atlantica si sarebbe trasformata in una «organizzazione criminale, guidata dagli Usa e dai suoi perversi interessi», la giustificazione di Obrtel, che ha poi chiarito ai media di Praga che l'impulso a riconsegnare le onorificenze è nato «dai recenti sviluppi politici» e dalla sua opposizione alle «politiche Usa verso la Russia, l'Ue e tutti i Paesi liberi». (m. man.)

Da Il Piccolo 3 Gennaio 2015


Import-Export di…propaganda

Luca Pardi

 

…per capire quello che succede è necessario non solo leggere gli articoli, ma analizzare i dati disponibili. Il lettore medio invece si ferma al titolo. E chi si ferma al titolo resta convinto che gli USA siano diventati esportatori di petrolio.

Di cosa parla il Sole 24 Ore il 25 giugno scorso in un articolo intitolato: Storica decisione del Dipartimento del commercio: gli Stati Uniti diventano esportatori di petrolio? Di un fatto che non ha nulla di straordinario a parte il titolo. Gli USA sono tornati a permettere ad alcune aziende petrolifere USA di esportare il petrolio dopo un periodo di 40 anni di proibizione. Questo significa che gli USA sono diventati esportatori netti di petrolio? No! Gli USA consumano intorno ai 20 milioni di barili di petrolio al giorno e ne producono poco più della metà. Sempre sul sito del quotidiano di Confindustria, in un articolo di Sissi Bellomo,  il 27 giugno scorso veniva riportato il quantitativo di petrolio esportato nel mese di aprile: 150mila barili esportati in Svizzera. In tutto il mese di aprile le esportazioni USA ammontavano a circa 8 milioni di barili, e siccome 30 dì conta novembre con april, giugno e settembre, ciò corrisponde a 270mila barili a giorno il 2,5% della produzione domestica e l’1,4% dei consumi.  Quantità modeste. La novità è solo che per la prima volta dagli anni ’70, il governo USA ha autorizzato l’esportazione di petrolio al di fuori dell’area economica del Nord. Ma anche questa non è una novità assoluta. Secondo i dati della BP il quadro delle esportazioni USA di prodotti petroliferi nel 2013 era il seguente (i dati sono in migliaia di barili al giorno).

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Hamas: «Non tolleriamo scorrettezze contro la Siria»

ALBAinformazione

da hispantv

 

Hamas ha sottolineato il suo “stretto” rapporto con il governo siriano e ha ringraziato Damasco per il sostegno alla causa palestinese.

Il vice capo della leadership politica di Hamas, Musa Abu Marzuq, ha rilasciato un’intervista alla agenzia di stampa turca “Anadolu’, in cui ha negato il raffreddamento dei rapporti tra il movimento palestinese e il governo siriano ed ha assicurato che Hamas «non tollera alcun comportamento scorretto nei confronti del governo siriano».

Abu Marzuq ha affermato di essere rammaricato che la crisi siriana abbia costretto Hamas ad abbandonare questo paese e ha sottolineato che la decisione di lasciare Damasco ha molto turbato il movimento di resistenza, a causa del suo “stretto rapporto” con il presidente Bashar al-Assad.

«Hamas in nessun caso ha mai fatto mancare i ringraziamenti alla la Siria (…) La decisione di lasciare la Siria è stata presa su una base etica e politica, anche se il gruppo sapeva che sarebbe stato la prima e la più grande vittima di questa misura», ha spiegato.

Abu Marzuq ha raccontato che Hamas non ha mai preso provvedimenti contro il governo di Al-Asad e la sua decisione di lasciare la Siria è dovuta alla “politica di neutralità” di questo movimento nella crisi nel paese arabo.

da ALBAinformazione           -    Traduzione di Francesco Guadagni

Sarà il loro primo Natale di guerra, aiutateci a NON farglielo ricordare

Dettagli
Scritto da CIVG

Centro Informazione e Solidarietà con la NovoRossIya e l’Ucraina resistente  --  info@civg.it

 

 

Nostri PROGETTI di Solidarietà concreta

 

Progetto con Yasinovataya, Donetsk – Referente Padre Vitaliy Bakun

 

Cari fratelli, sorelle e Padri !

Viviamo sul fronte dei combattimenti nella regione di confine di Yasinovataya, vicino a Donetsk. Un terzo della città è distrutta del tutto,  i bombardamenti  nella periferia della città continuano ad aumentare,  il numero di edifici e case devastate e la perdita di vite umane. I pensionati  non ricevono da 4 mesi le loro pensioni , solo  una piccola percentuale della popolazione riceve lo stipendio .  Briciole di aiuti umanitari, che si danno una sola volta sola, a persone sopra i 65 anni, sono sufficienti solo per un paio di giorni. Grazie all'aiuto della confraternita di Giovanni Battista di Trezvenie , negli ultimi 4 mesi  abbiamo aiutato più di 4.000 persone con cibo e medicamenti, siamo stati in grado di fare le riparazioni ordinarie della chiesa e della Scuola attigua, che erano crivellate dalle bombe. Con l'inizio della stagione fredda aumenta il numero di persone  in cerca di aiuto. Da novembre trasformano  il Donbass nella Leningrado assediata. Saremmo grati se qualcuno riuscirà ad  organizzare  spedizioni con cibo e medicine. I prodotti più necessari sono i cereali e conserve. Elenchi di farmaci necessari possono essere scaricati da internet.

Vi preghiamo fortemente di rispondere a questo appello e aiutarci con le preghiere e concretamente.                                                                      

Progetto per i bambini della scuola bombardata № 24

della città di Krasnodon – Referente insegnante Serghey Aartemov

 

 

 

 

AIUTATECI ad AIUTARLI

 

Progetto Novorossiya

Dettagli
Scritto da CIVG

 

Centro Informazione e Solidarietà con la

NovoRossIya e l’Ucraina resistente

 

  

 

Noi non intendiamo restare inerti e silenti,

di fronte a quanto sta avvenendo in questi mesi contro la popolazione del Donbass e della Novorossiya: una aggressione militare feroce e brutale, con veri e propri crimini di guerra, in particolar modo contro i civili, che ha provocato un tragico disastro umanitario, come ormai documentato. Con centinaia di migliaia di civili dell’Ucraina orientale che sono bersaglio da mesi del fuoco dell’esercito della giunta golpista di Kiev, e dove le formazioni neonaziste di EuroMaidan, trasformatesi in Guardia Nazionale, compiono crimini efferati e disumani, contro bambini, donne e anziani.

La colpa delle popolazioni russofone e antifasciste dell'Ucraina sud orientale è stata quella di non accettare un governo golpista, con ministri ed esponenti dichiaratamente neonazisti e banderisti ( eredi del criminale di guerra e collaborazionista del nazismo hitleriano, Stepan Bandera), per la prima volta in Europa dopo la II Guerra Mondiale; un governo completamente asservito agli interessi economici occidentali e militari della NATO, sordo alle esigenze del proprio popolo.

Avevano solo richiesto semplicemente la difesa dei propri diritti, una federalizzazione che garantisse a tutti la possibilità di esprimersi e votare propri rappresentanti locali, il rispetto delle garanzie insite nella Costituzione ucraina; quindi una scelta di difesa della libertà e dell'autodeterminazione, oltrechè della memoria storica antinazista, per cui il popolo di quelle regioni ha pagato un prezzo altissimo e su cui fu costituito lo stato ucraino; così come il rispetto e la salvaguardia della fede ortodossa, parte secolare e popolare dell'identità slava.

Di fronte alla negazione ed alla reazione militare e violenta delle bande neonaziste, bracci armati della giunta di Kiev ( mai bisogna dimenticare cosa hanno fatto ad Odessa, un crimine contro l'umanità tuttora impunito: centinaia di cittadini civili assassinati uno per uno in un orgia bestiale e inumana, come documentato). Di fronte a tutto questo l'unica possibilità di difesa delle proprie libertà e della propria sopravvivenza materiale è stata la creazione di Milizie Popolari di autodifesa, che nell'escalation degli eventi di guerra è diventato un esercito.

Leggi tutto: Progetto Novorossiya

CIVG Informa N°54

Dettagli
Scritto da CIVG

Se volete contattarci per collaborare con questo progetto, per proporci materiali, per chiedere altre informazioni o per essere cancellati dalla newsletter, inviate una mail a info@civg.it. A seguire, gli ultimi articoli caricati sul sito.

 

La vittoria dei 5 Eroi
Flavio Rossi

17 dicembre 2014

 

 

Sull'onda dell'emozione per le recentissime notizie, ancora parziali e frammentarie, circa la liberazione dei tre Eroi cubani ancora prigionieri negli Stati Uniti, Gerardo Henandez, Antonio Guerrero e Ramon Labanino (René Gonzales e Fernando Gonzales erano già liberi per esaurimento della pena) ci uniamo alla gioia di questi momenti per la definitiva Vittoria dei 5 Eroi cubani, gli agenti antiterroristi incarcerati nel lontano 1998.

Qui il Link per vedere il Video della liberazione degli Eroi:

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Sciopero contro il jobact
Giorgio Cremaschi

Ci sono comportamenti che non possono essere ascritti alle diversità di
ruoli e funzioni. La Cgil chiederà a milioni di lavoratori il 12
dicembre di fare a meno di 8 ore di prezioso salario per scioperare
contro il jobact. Tutti gli ex dirigenti della Cgil eletti con il PD han
votato a favore di quella legge contro la quale i loro ex rappresentati
scenderanno in lotta. Guglielmo Epifani è stato il predecessore e anche
colui che ha costruito l'elezione di Susanna Camusso, Cesare Damiano é
stato vice segretario della Fiom, Valeria Fedeli, vice presidente del
senato, è stata segretaria generale dei tessili. Assieme a loro molti
altri dirigenti di categorie e strutture confederali meno conosciuti, in
qualità di parlamentari del PD oggi votano il Jobact. È un fatto
politico rilevante, un danno enorme per la Cgil, altro che lobby dei
sindacalisti in parlamento. Nella tradizione laburista britannica i
dirigenti sindacali che diventano deputati portano nelle istituzioni
gli interessi della loro organizzazione. Da noi i parlamentari di
provenienza Cgil non fanno neanche obiezione di coscienza di fronte ad
un provvedimento che provoca dolore e rabbia nei loro ex rappresentati.
Cioè coloro, per essere ancora più chiari, a cui qualcosa dovrebbero,
visto che stanno dove stanno proprio in virtù delle lunga carriera
sindacale.

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Burkina Faso: Mariam Sankara, moglie di Thomas Sankara: “ Blaise Compaoré deve rispondere dei suoi crimini di sangue”
Mariam SANKARA

 

 

Provo un’immensa gioia in questa giornata storica. La mia gioia è quella della famiglia Sankara: la mia gioia è quella di voi tutti, quella dei tanti amici che seguono con interesse le vicende del Burkina. E’ davvero una gioia aver vinto, insieme al valoroso popolo burkinabè: le donne, i giovani, le organizzazioni della società civile, i partiti di opposizione, come anche una gran parte dell’esercito repubblicano rispettoso del popolo. La gioia di veder scacciato dal potere colui che credeva che il Burkina gli appartenesse in eterno. Cari compatrioti, cari compagni e cari amici, Blaise Compaoré non avrebbe mai immaginato la mobilitazione di cui siete stati capaci il 30 ottobre 2014. Con questa insurrezione popolare avete riportato una vittoria senza precedenti. Riferendosi alla rivoluzione del 4 agosto, i giovani burkinabè hanno riabilitato il Presidente Thomas Sankara. Sono fiera di voi e della vostra combattività; mi felicito con voi.

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Il Burkina Faso 27 anni dopo l’assassinio di Thomas Sankara
Enrico Vigna

 

Sono passati 27 anni dall’assassinio di Thomas Sankara, il Che Guevara africano, come fu definito; l’uomo, il leader che aveva rivoltato la società burkinabè e stava diventando, un punto di riferimento politico, ideale, etico e concreto dell’intera Africa nera. Lui, giovane capitano ( aveva 33 anni), salito al potere nel 1983, dopo un rovesciamento militare, alla testa di un profondo sostegno popolare, attorniato da giovani e onesti ufficiali e militari patriottici; sostenuto dalle fragili, ma tenaci forze progressiste del paese; lui con la sua Renault 5 come auto di stato, che aveva azzerato privilegi e le caste parassite annidate dentro lo stato, nelle istituzioni e nella società burkinabè. Convinto Pan africanista, figura altamente carismatica, aveva adattato pragmaticamente concezioni marxiste a obiettivi concreti e diretti, legati alla realtà specifica del Burkina; come per esempio una profonda e articolata lotta alla corruzione interna, l’emarginazione del ruolo ricattatore e coloniale della Francia e delle sue politiche “protettive”, una lotta vera contro l’analfabetismo, la povertà, per una sanità di base minima; o come il tentativo di rimuovere la disuguaglianza tra uomini e donne.

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Altro di cui preoccuparsi in Europa: la disastrosa conseguenza della moria di api per l’Europa

Sardinya Sotziali


 

Si è parlato a lungo della grande moria di api che ha colpito  Stati Uniti ed Europa, una carenza che si temeva potesse minacciare varie colture che dipendono da loro come impollinatori. Ora, alcune ricerche hanno messo in numeri quanto dannoso sia il deficit di questi insetti per il territorio europeo. E i risultati sono allarmanti, a dir poco.

Nello studio su 41 Paesi, i ricercatori hanno scoperto che tra il 2005 e il 2010  la domanda per i cosiddetti “servizi impollinatori” è cresciuta quasi cinque volte più velocemente rispetto alla concreta fornitura consentita attualmente dalle api. Nel Regno Unito i ricercatori stimano che ora ci siano sufficienti alveari solo per soddisfare un quarto della domanda. In generale, in Europa, possono soddisfare solo il 25% al 50%. Nel complesso, quasi la metà dei Paesi studiati accusano un deficit di api.

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Moldova Elezioni

PCRM

Il Presidente del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia Igor Dodon si è congratulato con i cittadini, per aver decretato l'inizio della fine del potere oligarchico-eurounionistico

 

1 dicembre 2014

Il Presidente del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia (PSRM), Igor Dodon ritiene che i risultati   del 30 novembre delle elezioni parlamentari abbiano dimostrato che la maggioranza dei cittadini ha deciso di scegliere l'integrazione nell’Unione Doganale con la Russia, non l'Unione Europea.

"I risultati delle elezioni hanno mostrato che la situazione in Moldova sta cambiando. Secondo i calcoli i socialisti hanno ottenuto25 seggi nel nuovo parlamento. Il PSRM ha vinto le elezioni in 15 distretti del paese, e anche in 3 comuni della Moldova. I socialisti hanno avuto la maggioranza in Chisinau, Balti, Comrat e in decine di altre giurisdizioni. Voglio congratularmi con tutti i cittadini, per aver deciso l'inizio della fine del potere oligarchico-eurounionistico e ringraziare i nostri sostenitori per la fiducia."- ha detto Igor Dodon oggi in conferenza stampa. Il leader del PSRM ha sottolineato che l'inclusione di piccoli partiti presenti nelle elezioni, consentirà ai partiti pro-europei i numeri per formare una maggioranza. Tuttavia, Igor Dodon è certo che la prospettiva dei partiti pro-europei sarà di breve durata: "In breve tempo gli oligarchi e gli eurounionisti dovranno lasciare il governo", ha dichiarato.

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Contratto Unico per tutti i lavoratori del CAAT
SiCobas

09 Dicembre 2014

Da tempo ci stiamo battendo per giungere a un contratto unico per tutti e per una paga minima di 8 €uro !

 Non ci siamo arresi ! anzi siamo ancora piu convinti, perché è l'unica soluzione per giungere a una normalizzazione della vita di tutti i lavoratori, per porre fine a discriminazioni, irregolarità e sfruttamento ai mercati generali.

A poco servono i blitz dei carabinieri ecc.. se non si arriva al rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori con un contratto uguale per tutti che impedisce la concorrenza sleale tra gli operatori.
La concorrenza sleale basata su bassi salari e differenze retributive dei lavoratori, è la causa principale che frena una condizione di regolarizzazione dell'attività del CAAT, per cui lavoro nero, irregolarità retributive, caporalato, intermediazioni di manodopera, discriminazioni e attività antisindacale continueranno ad essere le principali attività praticate dagli operatori del CAAT.

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Un imponente monumento dedicato alla Seconda Guerra Mondiale è divenuto un simbolo nazionale della Novo Rossiya
Roland Oliphant

Gli ucraini dell’est trasformano la località dove si è svolta una battaglia contro i tedeschi nella Seconda guerra mondiale e contro gli ucraini nel recente conflitto in un luogo di pellegrinaggio e in un  simbolo di una nuova realtà.

 

 

Piuttosto di frequente la verità sul conflitto ucraino viene fuori tra le righe di una copertura mediatica occidentale persistentemente ostile. Roland Oliphant, il corrispondente britannico che ha scritto questo articolo per il Daily Telegraph, non può certamente essere definito filo-russo. Al contrario fu lui che unitamente con il collega Shaun Walker del  Guardian ebbe i primi titoli dei giornali lo scorso agosto quando sostenne di aver avvistato un convoglio militare russo penetrare in maniera surrettizia nel territorio ucraino, affermazioni che nessuno dei due giornalisti poté successivamente corroborare, infliggendo in tal modo un serio colpo alla loro reputazione professionale. In quest’articolo comunque Oliphant è costretto ad ammettere qualcosa da noi sempre sostenuta ovverossia che la rivolta nel Donbass fruisce di un appoggio diffuso tra la popolazione locale e che, come conseguenza della violenta repressione orchestrata da Kiev, le comunità dell’est-Ucraina non intendono più far parte dell’Ucraina.

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Intervista: Volontario navarro nella milizia della Novorossia / La Haine
sociologia critica

21/10/2014

 

Se n'è andato un mese fa in Donbas a lottare per l'indipendenza di Donetsk e Lugansk. Ha lasciato tutto per imbracciare un fucile e vuole ricordare così le Brigate Internazionali che combatterono nella Guerra Civile di fianco ai Repubblicani

E' originario di Pamplona, ha 24 anni e conduce una vita a dir poco movimentata, per l'età che ha.  Félix (nome di fantasia) dice che quello che sta facendo vale la pena, che, almeno secondo lui, ne vale la pena per soddisfare i suoi ideali. Si trova nel sudest dell'Ucraina da più di un mese e non ci è andato per  raccontare prodezze di guerra. E' andato in guerra armato, con tutto ciò che questo comporta, conseguenze delle quali supponiamo sia ben cosciente.

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Voci dall’Ucraina e dalla Novorossiya. Video in italiano inedito per l’Italia.
CIVG

( Video soggetto a limiti età)

 

Gloria all’Ucraina, gloria agli eroi. Morte e distruzione in Ucraina.

In questo video le testimonianze la documentazione dei crimini di guerra perpetrati nell’Ucraina orientale, dalle forze golpiste neonaziste, contro la popolazione civile: Distruzioni di infrastrutture, scuole, ospedali, asili, parchi, stazioni di treni, aziende…

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Afghanistan Notizie 2014
TASS

La NATO vuole estendere la missione in Afghanistan dopo il 2014

3 Dicembre

 

L'ambasciatore russo presso la NATO A. Grushko ha dichiarato che molti membri della NATO sono interessati ad adottare nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione sul dispiegamento delle forze della NATO in Afghanistan dopo il 2014. Questo è emerso, secondo Grushko, dalla sessione del Consiglio NATO dei ministri degli esteri dei 28 stati membri della NATO a Bruxelles il 2 dicembre.

"So che molti di loro (membri della NATO) sono interessati a questa delibera da adottare, perché i parlamenti nazionali possano decidere il dispiegamento di contingenti in una nuova missione. Sono certo che questa sia una condizione importante per prendere una decisione positiva da parte dei parlamenti nazionali di alcuni paesi", ha detto ai giornalisti russi Grushko.

Mosca ritiene che un ulteriore dispiegamento di forze militari degli Stati Uniti e dei loro alleati della NATO in Afghanistan è inammissibile, senza una specifica risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri russo, A. Lukashevich.

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Gli indigeni dell’Ecuador portano la Chevron davanti alla Corte Penale Internazionale
Luca Manes

 17/11/2014

 

Conferenza stampa. Da sinistra a destra: Simón Lucitande Yaiguaje, Luis Piayaguaje Piaguaje, Emilio Lucitante Auguaje, Humberto Piaguaje, Pablo Fajardo, Mario Melo.

Una sentenza storica. Così, nel febbraio del 2011, tutti i media mondiali avevano commentato il provvedimento di una corte dell’Ecuador che condannava la Chevron a pagare un risarcimento di 9,5 miliardi di dollari. La multinazionale petrolifera statunitense era stata infatti dichiarata responsabile di inaudite violazioni ambientali durante gli oltre due decenni di attività estrattiva nella provincia amazzonica di Sucumbios. Fra il 1967 e il 1990 la Texaco, successivamente acquistata da Chevron, aveva violato anche i più minimi standard di tutela dell’ambiente.

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Progetto di Solidarietà nella Siria martoriata
Enrico Vigna

 

Con i bambini siriani  -  SOS -SIRIA

 

Novembre 2014, comunicazione

Con profonda e sentita soddisfazione comunichiamo a tutti gli amici e sodali, che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo piccolo ma concreto Progetto solidale, che in data 14 ottobre Enrico Vigna ha incontrato a Roma il Patriarca greco melchita Gregorio III Laham, di passaggio a Roma proveniente da Damasco, con cui insieme a Padre Haddad archimandrita di Roma, abbiamo costruito questo progetto, consegnandogli le PRIMA parte del ricavato delle vendite del libro “ Le Chiese d’Oriente ed il regime siriano” – Edizioni Zambon, e delle sottoscrizioni raccolte durante le serate di presentazione del libro e di solidarietà con il popolo siriano aggredito e martoriato.  Non essendo possibile elencare tutti coloro che hanno contribuito anche solo comprando una copia del libro, chi lo ha fatto sa di essere parte di questo; così come le tantissime associazioni, circoli, centri di tante città e paesi, che ci hanno invitato e hanno organizzato incontri e serate. GRAZIE a nome dei bambini siriani che beneficeranno di questo piccolo ma profondo atto, tra l’altro come detto dal Patriarca, il valore della somma nella situazione siriana va moltiplicato per almeno 10, con la seconda parte che daremo, una stanza del reparto pediatrico dell’ospedale sarà stata possibile grazie alla nostra solidarietà. Certamente poco ma non inutile come le parole vuote o le teorie scritte, ma non praticate. Ma l’impegno di informazione e solidarietà continua e deve continuare, nell’incontro sono emerse alcune valutazioni circa la drammatica situazione nel paese, accanto ad una ferma e caparbia volontà di resistere del popolo siriano, di fronte ad una aggressione spietata e devastante. Prossimamente pubblicheremo un intervista al Patriarca che darà la percezione di quanto sta accadendo e di quali prospettive ci sono.    

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Perché dobbiamo uscire dalla Nato
CIVG

6 dicembre  2014

L’Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realtà superiore che il Sipri quantifica in 72 milioni di euro al giorno.

Secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell’Alleanza, la spesa militare italiana dovrà essere portata a oltre 100 milioni di euro al giorno.

È un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, che potrebbe essere fortemente ridotto se l’Italia uscisse dalla Nato.

L’Alleanza Atlantica persegue una strategia espansionistica e aggressiva.

Dopo la fine della guerra fredda, ha demolito con la guerra la Federazione Jugoslava; ha inglobato tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia, tre dell’ex Urss e due della ex Jugoslavia; ha occupato militarmente l’Afghanistan; ha demolito con la guerra la Libia e tentato di fare lo stesso con la Siria.

Ha addestrato forze neofasciste e neonaziste ucraine, organizzando il putsch di piazza Maidan che ha riportato l’Europa a una situazione analoga a quella della guerra fredda, provocando un nuovo pericoloso confronto con la Russia.

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