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«Le Monde» scopre i dubbi sull'11 settembre

"Le Monde" dell'11 settembre 2010 si accorge, con nove anni di ritardo, che la versione ufficiale dell'11 Settembre non sta in piedi. Quanto a tempestività giornalistica non c'è male! Ma, come si suol dire, meglio tardi che mai. Naturalmente le carte in tavola non vengono messe: né tutte, né le più importanti. Ma, come il lettore potrà leggere da questi estratti che traduciamo dalla pagina web del più autorevole giornale francese, «Le Monde» è costretto a riconoscere che la storia ufficiale non solo puzza di marcio, ma che nemmeno l'amministrazione americana di Barack Obama è in condizione di tirarla fuori dal congelatore che non funziona più. Che cosa diranno ora i "debunkers"? C'è solo da immaginare che metteranno anche «Le Monde» nella categoria dei cospirazionisti. Povero «Le Monde»! Ma, a giudicare dalle prime reazioni dei lettori del giornale francese, quasi la metà non solo non protestano ma insistono, chiedono chiarimenti, si stupiscono. L'altra metà s'indigna, naturalmente. Vorrebbero che «Le Monde» pubblicasse non solo il link a Loose Change, ma anche quelli dei siti cosiddetti debunking. Come se, in questi anni, fosse esistita una qualche par condicio tra la menzogna di tutti i media (alla quale «Le Monde» ha attivamente partecipato) e le verità delle domande che, insieme a migliaia di altri ricercatori di tutto il mondo, andavamo ponendo. Il bello è che il prossimo anno, il decimo anniversario, sarà tutto un festival di rivelazioni attorno al mistero. «Le Monde» ha solo preso atto che la pagina, chiusa dalla versione ufficiale («è stato Osama bin Laden») si va riaprendo inesorabilmente. E si va riaprendo perché l'Impero sta sgretolandosi, giorno dopo giorno, e non c'è cemento che possa tenerlo insieme ancora molto a lungo. E, quando la nave affonda, è noto che i topi scappano.

  ESTRATTI DELL’ARTICOLO DI «LE MONDE»: Titolo: Gli Stati Uniti non hanno ancora finito con l'11 settembre di Heléne Bekmezian - [lemonde.fr] - 11 settembre 2010.   Già nove anni. Nove anni che gli aerei della American Airlines hanno colpito le torri gemelle del World Trade Center di Manhattan, uccidendo più di tremila persone e ferendone più di seimila in un attentato rivendicato da Al-Qa‛ida. (almeno tre gravi imprecisioni sono contenute in queste tre righe iniziali, per finire con l'affermazione, completamente destituita di fondamento, secondo cui Al-Qa‛ida avrebbe rivendicato l'attentato, ma non ne segnaleremo le altre per non perdere tempo, ndr).   Oppure si trattava di aerei militari? E non ci sono state anche, piuttosto, settantamila feriti, se noi contassimo le vittime delle polveri tossiche? E quanto si dovrà attendere per giudicare gli autori presunti di tutto ciò? E perché Ground Zero è ancora un cantiere? Nove anni dopo, dunque, le domande rimangono e gli Stati Uniti sono ancora lontani dall'aver tratto le somme con l'11 settembre. Ancora nessun processo. Un anno dopo aver annunciato che cinque presunti autori degli attentati dell'11 settembre 2001 saranno giudicati da un tribunale federale di New York, e non da un tribunale militare, la Casa Bianca non sembra oggi avere premura di giudicare questi uomini. Secondo il «Daily News», il governo ha difficoltà a trovare una città pronta ad accogliere questo processo, che potrebbe durare anni e avere conseguenze sulla vita locale. Peggio ancora, con le elezioni di mezzo termine che si annunciano delicate per i democratici, questi ultimi non hanno interesse a riportare questo dossier dinnanzi a agli occhi del pubblico. (...) Migliaia di vittime sono all'abbandono. Sono i dimenticati dell'11 settembre: circa settantamila persone - pompieri e squadre di soccorso - sono tuttora censite come vittime delle polveri tossiche prodotte dal crollo delle torri, con sintomi di difficoltà respiratorie, malattie dei polmoni, disturbi psicologici.(...) Domande senza risposte. Immediatamente dopo gli attentati sono apparsi dubbi sulla versione ufficiale dei fatti, in primo luogo i dubbi sollevati dalle famiglie delle vittime. In seguito sono fiorite su internet le teorie della cospirazione, attraverso video e siti web. Quasi ogni giorno, si può dire, decine di nuovi video vengono scoperti e pubblicati, alimentando i dubbi. Sebbene, puntualmente, le autorità abbiano contraddetto alcune teorie del complotto pubblicando nuovi documenti o nuovi video, non c'è mai stata una spiegazione globale e ufficiale capace di rispondere, una buona volta per tutte a tutte le domande che venivano poste (versioni contraddittorie sulla natura degli aerei, immagini che mostrano esplosioni sospette...). I dubbi non hanno fatto che svilupparsi, tanto più che le autorità non hanno mai accettato di aprire un’inchiesta indipendente, che era chiesta dalle famiglie delle vittime. In uno dei primi e più celebri filmati di questo genere, la serie "Loose Change" (dell'Associazione Reopen 911) , venivano evidenziati fatti giudicati sospetti e basati su dati documentati e testimonianze.   (coloro che hanno seguito tutte le polemiche in questi anni e che quindi conoscono i rudimenti minimi della materia, avranno notato le ambiguità, reticenze, perfino la sciatteria, e le imprecisioni che caratterizzano questo non capolavoro della letteratura giornalistica. Ma ce n'è abbastanza per essere soddisfatti. Gli spiragli verso la verità si vanno allargando. ndr) 13 Settembre 2010        

 

Aaron Bushnell: un martire per il popolo palestinese

 

An extreme act': Why Aaron Bushnell self-immolated for Gaza | Al Jazeera ▶️  – Portal E.M. Cioran Brasil <hr id=

 

Riteniamo nostro imperativo morale impedire che ciò accada: l’atto di Aaron Bushnell deve essere conosciuto, nel profondo rispetto dei suoi intenti e motivazioni. Che il suo sacrificio non sia invano. Onore ad Aaron!

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Lettera aperta di Dave McKee, Presidente del Congresso Canadese per la Pace, ai membri del Parlamento canadese.

28 Dicembre 2012

Onorevoli membri,

Vi scrivo in qualità di Presidente del Congresso canadese per la pace, un'organizzazione che ha passato oltre sessant'anni a lavorare a favore di una politica estera canadese basata sulla pace, sulla cooperazione internazionale e sulla solidarietà.

Una simile politica è messa a rischio dalle attuali condizioni internazionali, dal momento che la pericolosa situazione in Siria continua a deteriorarsi e minaccia di trasformarsi in un conflitto regionale. Diversi fattori hanno portato a questa complessa crisi, ma di certo uno degli elementi chiave è stata l'ingerenza aggressiva da parte degli Stati della NATO e dei loro governi alleati nel Medio Oriente.

Fin dalla primavera del 2012, i governi occidentali hanno cercato di isolare e destabilizzare il governo siriano. Il governo canadese ha partecipato a questi sforzi. In occasione di diverse dichiarazioni pubbliche, il ministro per la politica estera John Baird ha rivelato un piano globale - che include provvedimenti politico-diplomatici, economici e militari - per avviare ed intensificare le ingerenze canadesi in Siria.

Attualmente si stima che in Siria siano presenti 40.000 mercenari stranieri. Queste forze sono state reclutate, addestrate ed armate da interessi esterni alla Siria, e sono le principali responsabili delle violenze armate anti-governative. Il deplorevole risultato è il dilagare del conflitto militare che ha terrorizzato il popolo siriano per mesi. Questa situazione si è venuta a creare con il sostegno morale, politico e finanziario del governo canadese.

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Unisciti a noi a Washington D.C. l'11 gennaio 2013 per dire al presidente Obama di “chiudere Guantanamo”.

 

Questa è la prima utilizzazione del nostro messaggio aggiornato per il 2013, in cui purtroppo, “La Fine di 11 anni di Ingiustizia” sostituisce “La Fine di 10 anni di Ingiustizia” come nostro slogan.

Di Andy Worthington

 

Mentre si avvicina l'undicesimo anniversario dell'apertura della prigione della “guerra al terrore” di Guantanamo Bay, noi di “Chiudi Guantanamo” (Close Guantanamo) stiamo approntando i preparativi per essere a Washington D.C. per chiedere al presidente Obama di mantenere la promessa da lui effettuata quattro anni fa, quando assunse l'incarico, di chiudere la prigione per sempre.

Alle ore 12 di venerdì 11 gennaio 2013, undicesimo anniversario dell'apertura di Guantanamo, l'avvocato Tom Wilner e il giornalista Andy Worthington, che fanno parte del comitato direttivo di “Chiudi Guantanamo”, si uniranno, fuori dalla Corte Suprema, ad esponenti di altri 24 gruppi, per chiedere la chiusura di Guantanamo. Si veda la pagina di Amensty International qui, e il volantino qui.

I 25 gruppi coinvolti sono: Amnesty International USA, Bill of Rights Defense Committee, Catholic Worker, Center for Constitutional Rights, Close Guantánamo, Code Pink, Council on American Islamic Relations, International Justice Network, Liberty Coalition, National Campaign for Nonviolent Resistance, No More Guantánamos, North Carolina Stop Torture Now, Pax Christi USA, Physicians for Human Rights, Rabbis for Human Rights North America, September 11th Families for Peaceful Tomorrows, Tackling Torture at the Top, Torture Abolition and Survivors Support Coalition, Veterans for Peace, Voices for Creative Nonviolence, War Resisters League, Washington Region Religious Campaign Against Torture, Witness Against Torture, Women Against Military Madness, e World Can’t Wait.

Dopo l'incontro a mezzogiorno, coloro i quali chiedono la chiusura di Guantanamo, marceranno verso la Casa Bianca via Campidoglio. L'intero evento durerà fino all'1.30pm e ci saranno relatori ai tre spazi designati (Corte Suprema, Casa Bianca, Campidoglio, n.d.t.).

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Il movimento per la verità sull'11 settembre

Un fatto dimostrato

Questo dossier presenta una documentazione – necessariamente incompleta, ma tuttavia significativa e soprattutto facilmente approfondibile e completabile facendo riferimento alle fonti e agli strumenti elencati in appendice – che dimostra in modo incontrovertibile che la versione ufficiale dei fatti dell'11 settembre 2001 (i 19 dirottatori suicidi di al-Qaeda all'attacco dell'America) è falsa da cima a fondo.

Vorrei che fosse chiaro – e spero sarà chiaro a chi leggerà il dossier – che questa non è un'ipotesi più o meno probabile, ma una certezza, un fatto insomma dimostrabile e dimostrato.

Altra cosa è sapere in dettaglio che cosa esattamente sia successo l'11 settembre e chi esattamente, con quali apparati e quali strumenti, siano gli architetti e i complici diretti e indiretti e i ruoli precisi che avrebbero ricoperto. Da questo punto di vista i misteri sono ancora molti, com'è inevitabile che accada. Ma è del tutto evidente che la storia dell'11 settembre con cui siamo stati martellati giorno e notte per quasi 6 anni è un mito costruito ad arte e con uno scopo preciso: la 'guerra infinita' scatenata già in quello stesso giorno e ad attentati ancora in corso. [1]

Come facciamo ad esserne così sicuri?

Senza volerci improvvisare filosofi, diciamo pure che pensiamo che la verità esiste, anche se può essere molto difficile – e anche rischioso - trovarla. Esiste e la si può avvicinare con l'esame dei fatti, con la logica e con molto, molto impegno e lavoro.

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