Le vittime palestinesi

 

Secondo il PCHR (Palestinian Center for Human Rights) le vittime palestinesi a Gaza dall'inizio dell'attacco israeliano alle ore 7 am del 5 agosto 2014 sono:

 


1938

delle quali

1626

civili e

312

guerriglieri tra i civili

460

bambini/ragazzi

246

donne

 

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Il massacro continua. La Resistenza continua.

In questi giorni l'attenzione si è concentrata sulle vittime civili del massacro genocidario israeliano a Gaza. Secondo i dati del 3 agosto del Palestinian Center for Human Rights sono stati assassinati da un esercito di criminali 1.545 civili, mentre 272 sarebbero i guerriglieri palestinesi uccisi.

Non possiamo, non dobbiamo dimenticare che la Resistenza dei fedayyin palestinesi è stata superiore ad ogni previsione provocando, secondo i dati ufficiali israeliani, almeno 64 morti tra i soldati israeliani.

La Resistenza palestinese non si è lasciata trovare impreparata, ha adottato le tecniche di guerriglia degli Hezbollah e dei Vietcong e ha tenuto in scacco uno degli eserciti più forti del mondo.

Ci siamo trovati di fronte a una Intifada dei razzi, come l'ha chiamata Abdel Bari Atwan, a una Intifada dei tunnel e a una Intifada popolare. Il morale e la determinazione dei palestinesi di Gaza non è stato fiaccato dalla ferocia dell'attacco israeliano.

Il massacro continua. La Resistenza continua.

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Lettera aperta agli ebrei italiani

31 luglio 2014

Khan Younis, Gaza, 26 luglio 2014

 

Sono un’ebrea italiana della generazione post-1945, ebrea da generazioni da parte di entrambi i genitori. Sento il bisogno impellente in queste ore di angoscia e di guerra tra Gaza Palestina e Israele di rivolgermi ad altri ebrei italiani perché non riesco a credere che non provino lo stesso sgomento e la stessa repulsione per la carneficina che Israele sta compiendo a Gaza. Non si mira a distruggere un nemico armato, non sono due eserciti ad affrontarsi: si sta sterminando un’intera popolazione civile, perché il nemico è ovunque,  in un fazzoletto di terra che stipa in 365 km2 un milione e ottocentomila persone, il nemico è sotto la terra sopra la quale c’erano case e scuole e negozi e ospedali e strade, c’è la gente, e se vuoi colpire chi sta sotto la terra è giocoforza ammazzare chi ci sta sopra a quella terra, anche un bambino lo capisce:, ma fanno finta di non saperlo gli strateghi sottili di questo orrore infinito che si dipana sotto i nostri occhi.

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L’onda dei mutamenti nel Golfo Persico

Premessa

La spirale dell’odio settario, aggravatasi all’indomani dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003, ha assunto una dimensione regionale e interessa ora una grande parte del Medio Oriente, coinvolgendo anche la ricca regione del Golfo, fatta un’eccezione per Qatar ed il sultanato di Oman, entità quest’ultima con una storia e tradizione culturale e religiosa difformi dagli altri cinque Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC).

Lo scontro all’interno dell’universo islamico non riguarda più soltanto il “divide” multi-secolare tra sunniti e sciiti e l’implacabile contrapposizione tra le due “powerhouse” del Golfo, l’Arabia saudita e l’Iran, fonte d’inaudita violenza in Siria, Iraq, Libano, Yemen, citando i casi più impattanti. Esso si è esteso alla stessa famiglia sunnita, dove l’islamismo militante dei Fratelli mussulmani è visceralmente osteggiato, con l’eccezione di Qatar, dal verbo religioso (e politico) prevalente nella regione del Golfo, ispirantesi al severo messaggio del wahabismo saudita professato e propagato dalla casa regnante della dinastia Saud, al potere nella penisola arabica da poco meno di un secolo.

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M.O.: M5S, a Gaza un genocidio. Italia richiami subito ambasciatore a Tel Aviv

Mozione presentata alla Camera dei deputati dal M5S il 22 luglio 2014

Il governo richiami immediatamente il nostro ambasciatore italiano a Tel Aviv, Francesco Maria Talò, ed esprima la sua ferma condanna al genocidio portato avanti dallo Stato d'Israele nella Striscia di Gaza, dove ad oggi - secondo le stime di diverse organizzazioni umanitarie - sono morti quasi 600 palestinesi.

Gli ultimi dati dell'Unicef, secondo cui almeno 121 i bambini palestinesi sono rimasti uccisi a Gaza dallo scoppio della crisi ci spingono, anche alla luce del semestre di presidenza Ue assunto il 1 luglio dall'Italia e dal rifiuto espresso stamane da Israele sull'istituzione di una tregua umanitaria, ad assumere una dura e netta posizione nei confronti di un Paese le cui operazioni militari si presentano oggi come un autentico crimine contro l'umanità.

La scorsa settimana abbiamo formulato 7 proposte #PerCessareIlFuoco:

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