ISM contro la censura – Lettera agli ebrei di Franco Fortini
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- Scritto da Franco Lattes Fortini
Il 16 dicembre 2014 alle ore 17.30, a Torino, ISM-Italia ha manifestato davanti al Museo della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, per denunciare la sospensione della concessione della sala conferenze del Museo per la lettura integrale in concerto di Stato d’Assedio di Mahmud Darwish.
Il consiglio direttivo e la direzione del Museo sono responsabili di questo vile atto di censura.
Sono anche responsabili degli oltraggi subiti dalla mostra dell’UNRWA, IL LUNGO VIAGGIO DELLA POPOLAZIONE PALESTINESE RIFUGIATA.
Una ulteriore conferma del degrado morale, culturale e politico della città di Torino.
Contro la censura: Lettera agli ebrei di Franco Fortini:
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Hamas: «Non tolleriamo scorrettezze contro la Siria»
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- Scritto da ALBAinformazione
da hispantv
Hamas ha sottolineato il suo “stretto” rapporto con il governo siriano e ha ringraziato Damasco per il sostegno alla causa palestinese.
Il vice capo della leadership politica di Hamas, Musa Abu Marzuq, ha rilasciato un’intervista alla agenzia di stampa turca “Anadolu’, in cui ha negato il raffreddamento dei rapporti tra il movimento palestinese e il governo siriano ed ha assicurato che Hamas «non tollera alcun comportamento scorretto nei confronti del governo siriano».
Abu Marzuq ha affermato di essere rammaricato che la crisi siriana abbia costretto Hamas ad abbandonare questo paese e ha sottolineato che la decisione di lasciare Damasco ha molto turbato il movimento di resistenza, a causa del suo “stretto rapporto” con il presidente Bashar al-Assad.
«Hamas in nessun caso ha mai fatto mancare i ringraziamenti alla la Siria (…) La decisione di lasciare la Siria è stata presa su una base etica e politica, anche se il gruppo sapeva che sarebbe stato la prima e la più grande vittima di questa misura», ha spiegato.
Abu Marzuq ha raccontato che Hamas non ha mai preso provvedimenti contro il governo di Al-Asad e la sua decisione di lasciare la Siria è dovuta alla “politica di neutralità” di questo movimento nella crisi nel paese arabo.
da ALBAinformazione - Traduzione di Francesco Guadagni
Palestina: una storia di quotidiana violenza
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- Scritto da InvictaPalestina
E’ una notizia che rappresenta la quotidiana violenza alla quale siamo ormai assuefatti, però se alle persone, alle vittime, si dà un nome, si guarda ai loro affetti, alle loro famiglie, alla loro storia, forse un po’ di umanità ci può ancora aiutare ad indignarci e a gridare per queste ingiustizie che insanguinano la vita di persone/famiglie molto simili a noi. Abbiamo tradotto e sottotitolato il telegiornale palestinese che racconta questa storia che difficilmente se ne parlerà sui nostri canali televisivi…
La Primavera Siriana : dai prodromi al Califfato
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- Scritto da Mons. Giuseppe Nazzaro
Relazione di Mons. Giuseppe Nazzaro, ex-Visitatore Apostolico di Aleppo ed ex-Custode di Terrasanta, al Convegno di Impegno Civico "Siria, ascoltiamo la gente ", all'Istituto Veritatis Splender di Bologna, il 31 ottobre 2014.
Mi sia concesso iniziare questa mia presentazione affermando che, prima del 15 marzo 2011 non erano tantissime le persone al mondo che conoscevano dove trovare la Siria sulla carta geografica. Era un problema di pochi addetti ai lavori. Interessava piuttosto certi ambienti colti che si interessavano di archeologia, dei popoli legati alle antiche civiltà assiro -babilonese o di storia del cristianesimo .
Il mondo intero, oggi, parla della Siria e si interessa di questo paese di circa 185.180kmq, che si estende sulla costa del Mediterraneo Orienta le per circa 80 Kilometri.
I prodromi di una situazione
La data del 15 marzo 2011, ufficialmente, coincide con quella che possiamo definire: l'inizio di una rivoluzione nata quasi per gioco al confine con la Giordania, sui muri della città di Dera'a, ad opera di dodicenni che s'erano divertiti a scrivere dei graffiti del seguente tenore: "abbasso il regime".
Ciò che all'inizio, poteva sembrare un gioco o, meglio, una ragazzata, in realtà, non era altro che l'inizio di una richiesta di maggiore apertura al Governo centrale del paese che, per i non addetti ai lavori o per chi non aveva conosciuto la Siria prima dell'anno 2000, avrebbe potuto anche essere una richiesta legittima. Chi invece vi è vissuto ha visto e costatato con i propri occhi e con tutto il suo essere, non solo l'apertura del Governo verso le riforme sociali, ma soprattutto ha visto il benessere che le riforme avevano già portato e continuavano a portare a l popolo siriano.
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Il Consiglio di Cooperazione del Golfo
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- Scritto da Angelo Travaglini
Quadro Generale
Del “Gulf Cooperation Council” (GCC), istituito con l’accordo firmato l’11 novembre del 1981 ad Abu Dhabi, dopo che nel maggio dello stesso anno i Capi di Governo avevano manifestato la volontà di formalizzare i loro intenti in tal senso, fanno parte sei Paesi arabi, bagnati dalle acque del Golfo Persico e dell’oceano Indiano. Essi sono l’Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Emirati arabi uniti, Qatar e Oman, membri della Lega araba e uniti da sistemi politici affini, contraddistinti, seppur in misura differenziata, da autoritarismo e politiche repressive nonché da una matrice sunnita fortemente e severamente condivisa. Lo spazio territoriale del suddetto organismo è molto vasto (2.500.000 kmq) mentre la consistenza demografica si aggira su valori proporzionalmente piuttosto bassi (39 milioni).
Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, la cui sede centrale è a Riyadh, capitale dell’Arabia saudita, nasce all’indomani del successo della rivoluzione islamica in Iran nel 1979, con il rovesciamento del regime filo-occidentale dello Scià e con l’inizio, un anno dopo, della guerra, durata otto anni, tra la Repubblica islamica e l’Iraq di Saddam Hussein. In quell’occasione il dittatore iracheno beneficiò del sostegno dichiarato dell’Occidente, del blocco sovietico e di tutto il mondo arabo, fatta eccezione per il regime baathista siriano di Hafez al-Assad, il padre dell’attuale uomo forte a Damasco, e per lo schieramento irredentista curdo.
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