L’onda dei mutamenti nel Golfo Persico
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- Scritto da Angelo Travaglini
Premessa
La spirale dell’odio settario, aggravatasi all’indomani dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003, ha assunto una dimensione regionale e interessa ora una grande parte del Medio Oriente, coinvolgendo anche la ricca regione del Golfo, fatta un’eccezione per Qatar ed il sultanato di Oman, entità quest’ultima con una storia e tradizione culturale e religiosa difformi dagli altri cinque Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC).
Lo scontro all’interno dell’universo islamico non riguarda più soltanto il “divide” multi-secolare tra sunniti e sciiti e l’implacabile contrapposizione tra le due “powerhouse” del Golfo, l’Arabia saudita e l’Iran, fonte d’inaudita violenza in Siria, Iraq, Libano, Yemen, citando i casi più impattanti. Esso si è esteso alla stessa famiglia sunnita, dove l’islamismo militante dei Fratelli mussulmani è visceralmente osteggiato, con l’eccezione di Qatar, dal verbo religioso (e politico) prevalente nella regione del Golfo, ispirantesi al severo messaggio del wahabismo saudita professato e propagato dalla casa regnante della dinastia Saud, al potere nella penisola arabica da poco meno di un secolo.
M.O.: M5S, a Gaza un genocidio. Italia richiami subito ambasciatore a Tel Aviv
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- Scritto da M5S
Mozione presentata alla Camera dei deputati dal M5S il 22 luglio 2014
Il governo richiami immediatamente il nostro ambasciatore italiano a Tel Aviv, Francesco Maria Talò, ed esprima la sua ferma condanna al genocidio portato avanti dallo Stato d'Israele nella Striscia di Gaza, dove ad oggi - secondo le stime di diverse organizzazioni umanitarie - sono morti quasi 600 palestinesi.
Gli ultimi dati dell'Unicef, secondo cui almeno 121 i bambini palestinesi sono rimasti uccisi a Gaza dallo scoppio della crisi ci spingono, anche alla luce del semestre di presidenza Ue assunto il 1 luglio dall'Italia e dal rifiuto espresso stamane da Israele sull'istituzione di una tregua umanitaria, ad assumere una dura e netta posizione nei confronti di un Paese le cui operazioni militari si presentano oggi come un autentico crimine contro l'umanità.
La scorsa settimana abbiamo formulato 7 proposte #PerCessareIlFuoco:
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BDS Movement: per l'embargo militare di Israele
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- Scritto da CIVG
AGISCI SUBITO – firma l'appello per l'embargo militare di Israele
Per firmare l'appello vai a: www.bdsmovement.net/stoparmingisrael e sulla destra inserisci nome, email e paese.
Segue la traduzione in italiano dell'appello che appare in inglese nella pagina web sopraindicata.
Israele ha ancora una volta scatenato tutta la sua forza militare contro il popolo palestinese, particolarmente nella Striscia di Gaza assediata, in un atto di aggressione militare, inumano e illegale.
La capacità israeliana di lanciare attacchi così devastanti con impunità deriva ampiamente dalla vasta cooperazione militare internazionale e dal commercio di armi che realizza con la complicità di molti governi del mondo.
I premi Nobel, l'Arcivescovo Desmond Tutu, Adolfo Peres Esquivel, Jody Williams, Mairead Maguire, Rigoberta Menchú e Betty Williams hanno una scritto una lettera aperta chiedendo alle Nazioni Unite e ai governi del mondo di imporre un embargo militare contro Israele.
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Gaza 2014: il massacro infinito
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- Scritto da Diego Siragusa
16 luglio 2014
Scrivo alle ore 15 del 16 luglio e non so quali saranno gli sviluppi dell’attacco a Gaza nei prossimi giorni. So che in questo momento i morti, tutti civili, sono oltre 205 e proseguono i bombardamenti israeliani in una striscia di terra di 10 km. per 40 abitata da quasi 1.700.000 abitanti. Un formicaio è stato definito in cui è impossibile il cosiddetto omicidio mirato senza fare “danni collaterali”, espressione orrenda che denota le vittime innocenti.
Ricostruiamo questa follia del sionismo ebraico, perché di questo si tratta, e di tutti i suoi complici. I colloqui di pace sono falliti, e lo sapevamo in anticipo, a causa della pretesa di Israele di non riconoscere l’illegalità delle colonie e del furto di terra palestinese. Non solo: ha preteso per sé il totale controllo del futuro stato palestinese, delle sue frontiere e risorse e la continuazione all’infinito di un controllo militare in Cisgiordania dentro uno stato a sovranità limitata e smilitarizzato. In questo contesto avvengono alcuni fatti degni di nota. L’Unione Europea ed alcuni stati, tra cui Italia, avvisano di non fare investimenti nei Territori occupati da Israele che sono giudicati illegali dal diritto internazionale e dovranno essere restituiti. Intanto proseguono gli insediamenti illegali e le uccisioni di palestinesi, il trattenimento delle tasse prelevate da Israele come ricatto, la limitazione delle risorse idriche, la mancanza di energia a Gaza, la limitazione della zona di pesca ridotta a 3 miglia dalla costa costringendo i gazawi alla fame, alla disoccupazione e a mendicare la sopravvivenza dalle organizzazioni umanitarie, come avviene da molti decenni. Aumentano le condanne contro Israele in tutte le sedi internazionali per la sua protervia a calpestare tutte le risoluzioni dell'ONU e i diritti umani fondamentali.
Gaza: mail di un eroe norvegese
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- Scritto da Mads Gilbert
Una email da un eroe norvegese, Mads Gilbert, un dottore che continua il suo lavoro a Gaza.
Carissimi amici,
La scorsa notte è stata terribile. La "grande invasione" di Gaza ha avuto il risultato di veicoli carichi di mutilati, di persone fatte a pezzi, sanguinanti, morenti – di palestinesi feriti, di tutte le età, tutti civili, tutti innocenti.
Gli eroi nelle ambulanze di tutti gli ospedali di Gaza lavorano a turni di 12-24 ore, grigi dalla fatica e dai carichi di lavoro disumani (tutti senza salario all'ospedale Shifa negli ultimi 4 mesi), si prendono cura delle priorità, tentano di capire il caos incomprensibile dei corpi, degli arti, delle persone umane che camminano o che non camminano, che respirano o che non respirano, che sanguinano che non sanguinano. UMANI!
Ora, ancora una volta, trattati come animali "dall'esercito più morale del mondo" (sic!).
Il mio rispetto per i feriti è illimitato, per la loro determinazione contenuta in mezzo al dolore, all'agonia e allo shock; la mia ammirazione per lo staff e per i volontari è illimitata, la mia vicinanza al "sumud" palestinese mi da forza, anche se ogni tanto desidero solo urlare, tenere qualcuno stretto, piangere, sentire l'odore della pelle e dei capelli del bambino caldo, coperto di sangue, proteggere noi stessi in un abbraccio senza fine – ma noi non possiamo permettercelo, né lo possono loro.
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