Generale inglese: il Qatar e l'Arabia Saudita hanno attivato una bomba a tempo per creare terrore

Il generale Jonathan Shaw, ex assistente capo del gruppo della difesa inglese, ha detto che il Qatar e l'Arabia Saudita sono responsabili della diffusione dell'Islam radicale.

 

Il generale Shaw stronca gli alleati arabi occidentali.

Originalmente apparso in “the Telegraph”.

Il Qatar e l'Arabia Saudita hanno innescato una bomba a tempo per sovvenzionare la diffusione globale dell'Islam radicale, secondo un ex comandante delle forze inglesi in Iraq.

Il generale Jonathan Shaw, che si è ritirato dall'incarico di assistente capo del Ministero della Difesa nel 2012, ha detto in un'intervista al “The Telegraph” che il Qatar e l'Arabia Saudita sono stati i primi responsabili dell'incremento delle frange più estremiste dell'Islam che hanno inspirato i terroristi dell'Isis.

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I cuori e le menti

dicembre 2015

            A Milano e a Roma poco più di un migliaio di persone hanno partecipato sabato 21 novembre scorso alla manifestazione nazionale delle comunità islamiche italiane Not in my name contro il terrorismo. Le cifre sulla partecipazione fornite dalle questure sono impietose. Un flop colossale, tenendo conto che i fedeli musulmani in Italia sono all'incirca due milioni. Tranne i pochi benestanti integrati e coloro che dovevano essere presenti per dovere d’ufficio, quasi tutti gli islamici sono rimasti a casa. Dire che non sono andati alla manifestazione per via del tempo inclemente o per impegni di lavoro è ridicolo.

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COMUNICATI STAMPA di Diego Siragusa dopo la presentazione a Roma del libro “ Sionismo. Il vero nemico degli ebrei”

9 Dicembre 2015

Le comunità ebraiche italiane, e non solo italiane, hanno il vezzo di mettere sotto ricatto le pubbliche istituzioni e le varie associazioni che manifestano critiche a Israele e al sionismo. Ogni critica, anche la più leggera, viene bollata con l’accusa di essere “antisemita”. Così è accaduto recentemente a Trieste, dove si è svolto un convegno internazionale sulla Palestina, a cui partecipava il grande giornalista israeliano Gideon Levy, a Roma, in occasione della conferenza dello storico israeliano Ilan Pappe, a Recanati, con un intervento dell’ambasciatore israeliano sul sindaco teso ad impedire la proiezione di un documentario sui crimini di Israele, a Firenze e, qualche giorno fa di nuovo a Roma. Il motivo? La presentazione del libro SIONISMO: IL VERO NEMICO DEGLI EBREI di Alan Hart che ho avuto l’onore di tradurre e introdurre. L’evento era stato programmato con una sezione romana dell’ANPI e prevedeva la partecipazione di tre ebrei. Appena i capi della comunità ebraica sono stati informati di questa manifestazione culturale, si sono rivolti al responsabile provinciale dell’ANPI chiedendogli di bloccare l’iniziativa in quanto “il libro è antisemita”. Costui, senza aver letto il libro e senza sapere nemmeno il contenuto, ha obbedito e ha imposto agli organizzatori di cancellare l’evento dichiarando la vicinanza “da sempre” dell’ANPI alla comunità ebraica e mettendo sullo stesso piano antisemitismo e antisionismo. Una dichiarazione, formalmente attenuata ma simile nella sostanza è arrivata dal presidente nazionale dell’ANPI prof. Smuraglia. A questo punto due dei tre ebrei hanno ritirato la loro adesione.

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Il jihadismo e i collegamenti con le dinamiche nella regione

30 novembre 2015

 

 

Il terrorismo è l’ultimo stadio della

Violenza. La povertà ne è il primo.

La mancanza di cultura porta alla

Lettura deviata dei testi religiosi.

Su questi detonatori prospera il

proselitismo dell’ ISIL.    ( Rachid Ghannouchi )                             

 

Premessa

 Nella mia precedente riflessione ho attirato l’attenzione sull’espansione territoriale dell’idra jihadista e su come i jihadisti dell’ISIL continuino, a distanza di più di un anno, a occupare  vasti spazi della Siria nord-orientale e dell’Iraq nord-occidentale, mantenendovi un sistema oppressivo di governo, del quale le donne sono le principali vittime, basato sulla versione più severa ed intrattabile della legge coranica o sharia.

Abbiamo altresì visto come la risposta militare dell’Occidente non si sia fatta attendere ma come essa non abbia interamente sortito gli effetti sperati[i], anche per i pesanti condizionamenti diplomatici di cui gli Stati Uniti sono tributari nell’area medio-orientale da parte di Potenze regionali, in primis l’Arabia saudita e la Turchia, che perseguono obiettivi  non propriamente  collimanti con quelli perseguiti da Washington e dai suoi alleati europei; condizionamenti, tuttora persistenti, che spiegano le incongruenze della posizione americana nonché in larga misura certe apparenti esitazioni.

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Le milizie islamiche, alleate con i ceceni, aiutano l'Ucraina nella guerra contro i ribelli

7 luglio 2015

 

Membri delle truppe cecene che combattono contro i ribelli in Ucraina

 

Mariupol, Ucraina. Vestito con una tuta mimetica,con una folta barba sale e pepe fluente sul petto e un coltello da caccia prominente dalla cintura, l'uomo è una figura temibile nel ristorante quasi deserto. I camerieri si aggiravano con apprensione nei pressi della cucina e cercavano il più possibile che l'uomo che si fa chiamare il Muslim, un ex signore ceceno della guerra, non li chiamasse per chiedere ancora del tè. Anche per uomini induriti da più di un anno di guerra contro i ribelli, l'apparire dei combattenti islamici, per la maggior parte ceceni nelle città di confine, è sempre qualcosa di particolare e per qualche ucraino, essi sono benvenuti.“Ci piace combattere i russi” ha detto il ceceno che si è rifiutato di dire il suo vero nome,”Li abbiamo sempre combattuti”.

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