I curdi iracheni del PUK chiedono aiuto a Israele

21 ottobre 2017

 

Mentre le forze dell’esercito e delle milizie popolari irachene continuano a riconquistare grandi aree di territorio dal controllo delle milizie kurde legate al PUK ( Unione Patriottica Kurda), nelle piazze sotto il controllo dei Peshmerga del KRG ( Governo Regionale Kurdo) si richiede l’intervento di Israele e Stati Uniti per proteggerli.

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Mentre si profila il referendum in Kurdistan, i cristiani iracheni ridefiniscono le loro posizioni

L’Iraq potrebbe essere sull’orlo di una divisione, dato che la regione settentrionale autonoma del Kurdistan ha programmato un referendum per il 25 settembre per decidere la secessione dallo stato centrale. Non tutte le separazioni sono facili, in particolare quando si tratta della pianura settentrionale di Ninive, regione contesa tra l’irachena Baghdad e la curda Erbil, e che include la città multietnica di Kirkuk, zona ricca di petrolio.

Baghdad considera la piana di Ninive, il cuore della cristianità irachena, dove vivono anche altre minoranze come gli Yazidi e i Shabak, come parte del governatorato settentrionale di Mosul, mentre Erbil la rivendica dopo aver impegnato le sue truppe di Peshmerga, alla fine del 2016, come forza principale di liberazione della zona dai militanti dell’Isis, che l’avevano occupata nell’agosto 2014.

“Sono padre Sarmad e appartengo alla Chiesa cattolica caldea, la principale Chiesa in Iraq. Appartengo a Baghdad, come appartengo a Basra (città nel sud dell’Iraq) e al nord del paese, e sono parte di ogni centimetro della mia terra”, ha detto Padre Sarmad Biloues ad Al Arabiya versione inglese quando gli hanno chiesto del voto.

 

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Siria. I lavoratori siriani e del mondo a fianco del popolo siriano

 

 

Damasco: 40 paesi partecipano alla terza Conferenza Internazionale Sindacale in solidarietà con la Siria 

11 Settembre 2017

                             

  


Si è svolta a Damasco con il patrocinio del governo siriano la 3° Conferenza Internazionale Sindacale ITUC , in solidarietà con i lavoratori e il popolo siriano contro il terrorismo, l’embargo e le sanzioni economiche e le politiche aggressive imperialiste.

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GAZA, Palestina: nuovi possibili scenari in prospettiva

settembre 2017

“Nessuna apertura diplomatica in vista. Divisioni di cui non scorgiamo la fine

Si è in un periodo di inquietante attesa. Nessuno può sapere  dove ci condurrà”

 

 

Premessa

La Palestina è tornata a occupare un posto di rilevanza nel quadro tragicamente convulso del Medio Oriente. La crisi esplosa nei luoghi di preghiera di Al-Aqsa ha restituito alla crisi arabo-israeliana un ruolo di assoluto rilievo, da diverso tempo assunto dalle guerre in corso in Iraq e Siria e in misura inferiore dall’infame guerra di aggressione contro il più povero Paese della regione, lo Yemen.

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