Senza Putin, la Siria avrebbe cessato di esistere. Intervista a Padre Daniel Maes

19 giugno 2017

 

Secondo il padre fiammingo Daniel Maes, che vive in Siria dal 2010, la copertura della guerra in Siria si basa su menzogne. Il Presidente Bashar al-Assad non è il problema, ma lo sono invece i nostri politici, che sostengono l'ISIS e Al Nusra, solo per rovesciare il governo siriano. "I veri capi terroristi si trovano nell'Occidente e nell’ Arabia Saudita".

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Siria: Ex Ambasciatore USA a Damasco: "Fallito il piano per rovesciare Assad"

 

WASHINGTON- Secondo l'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Siria, Washington ha fallito nei suoi piani di rovesciare il Presidente Assad.

Robert Ford, ex ambasciatore Usa in Siria (2010-2014), ha dichiarato ieri, nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano arabo 'Al-Sharq al-Awsat', che gli Stati Uniti hanno ormai fallito in Siria e ora è quasi impossibile raggiungere i loro obiettivi.

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SIRIA 2017. Sulla pelle dei siriani. Intervista con mons. Haddad

In Siria la guerra è entrata nel settimo anno (2011-2017). È una guerra IMPORTATA fatta sulla pelle dei siriani. In questa conversazione mons. Haddad, sacerdote siriano della Chiesa cattolico-melchita, dice cose molto diverse da quelle raccontate dalla maggior parte dei media.

                  

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Giù le mani dal nostro paese!

 

Comunicato del Partito comunista siriano unificato

Giorni fa gli Stati uniti hanno commesso un’altra follia, da aggiungere al loro libro nero colmo di crimini, bombardando l’aeroporto di Al Shayrat, nell’est della provincia siriana di Homs. L’attacco è costato la vita a nove martiri. Si è dunque trattato, in tutta evidenza, di un’altra aggressione da parte degli Usa contro un paese indipendente, membro di tutte le organizzazioni internazionali. Così facendo gli Usa hanno calpestato il diritto internazionale che vieta di attentare all’indipendenza degli Stati e di violarne l’integrità territoriale.

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Un processo di trasformazione poco notato

aprile 2017

 

 

L’Arabia Saudita è una delle realtà più discusse e controverse, ed al tempo stesso più influenti, in un universo arabo sconvolto da eventi tragici, destinati, inter alia, a mutare la mappa della regione così com’era stata configurata dai colonizzatori europei nel secondo decennio del secolo scorso. Un Paese di strategica rilevanza, sede dei due luoghi santi dell’Islam, Mecca e Medina, dove convergono milioni di fedeli ogni anno, oltre che punto d’incontro di tre continenti, Asia, Africa ed Europa.

Il contrasto della monarchia wahabita con l’Iran sciita rimane immutato e implacabile, destinato a costituire uno dei fattori più gravi d’instabilità nella devastata regione. Per taluni commentatori l’avvelenato rapporto con il potente vicino rappresenterebbe la principale minaccia per il Regno, poggiante la propria legittimità su basi che restano, a distanza di quasi un secolo dalla sua creazione, piuttosto vulnerabili. Le “proxy wars” (guerre per procura) che insanguinano da anni alcune realtà arabe, in primis Siria, Yemen e Iraq, costituiscono le aree dove la contrapposizione tra Teheran e Riyadh appare stridente.

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