Un nuovo movimento nasce negli Stati Uniti. Dove è diretto?

9 gennaio 2015

Inizia con questo lavoro una collaborazione del CIVG  con J. Catalinotto, membro del IAC Center di R.Clark e caporedattore del Workers World di New York.

 

Mentre il 2014 volgeva al termine, un nuovo movimento politico è emerso negli Stati Uniti. Questo movimento è solo un inizio. E 'troppo presto per prevedere quanto velocemente si svilupperà o quali iniziative prenderà la classe dirigente per tentare di fermarlo. Ma questo movimento ha già risvegliato alla lotta una nuova generazione. E lo ha fatto sulla base di una solidarietà di classe più forte di quella del movimento Occupy Wall Street nel 2011.

 

Questo movimento è sorto negli Stati Uniti a partire dall'estate scorsa, in risposta agli assassinii razzisti di afroamericani da parte della polizia. Il 13 dicembre ha portato centinaia di migliaia di persone, sopratutto giovani, neri, bianchi, meticci  a scendere nelle strade in 200 città e paesi degli Stati Uniti per protestare, bloccando il traffico, facendo dei"die-in" contro l'impunità della polizia. In generale, la gran parte dei manifestanti ha seguito le indicazioni di organizzazioni e di persone afroamericane, che hanno dato il via a queste proteste.

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Gli omissis di Obama: 28 pagine sui finanziamenti sauditi al terrorismo : 4 congressisti ne chiedono la pubblicazione

8 gennaio 2015   -    Executive Intelligence Review - Comunicato stampa

L'urgenza di rendere pubbliche le 28 pagine del rapporto del Congresso sull'11 settembre, da cui emergono chiaramente i finanziamenti di alcuni paesi, quali Arabia Saudita e Qatar, al terrorismo islamico, è stata al centro di una affollata conferenza stampa a Capitol Hill, coincisa con la strage di Parigi. La conferenza stampa bipartisan, era stata indetta dai congressisti Walter Jones (repubblicano) e Stephen Lynch (democratico) che il 6 gennaio hanno ripresentato la loro mozione in cui esigono che il Presidente Obama desecreti quelle 28 pagine, coperte dal segreto prima sotto Bush e poi sotto la propria presidenza. Ha parlato anche il Sen. Bob Graham (democratico) che era copresidente della Commissione d'Inchiesta sull'11 settembre e che si batte da 12 anni per la pubblicazione di quelle 28 pagine. Sia l'on. Jones sia il Sen. Graham hanno esordito parlando della strage di Parigi e dichiarando che “la tragedia di oggi in Francia dimostra che nessun paese può tutelarsi dal terrorismo senza conoscere la verità sui suoi finanziatori”. Dopo di loro hanno preso la parola i parenti delle vittime dell'11 settembre, Terry Strada, copresidente della 9/11 Families and Survivors United for Justice Against Terrorism; Sylvia Carver, sorella di una vittima al Pentagono, e Abraham Scott, marito di una vittima al Pentagono. Tutti e tre hanno chiesto con forza a Obama di rendere pubblico quel capitolo, perché “le famiglie delle vittime dell'11 settembre hanno diritto di conoscere la verità e avere giustizia”.

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Import-Export di…propaganda

 

…per capire quello che succede è necessario non solo leggere gli articoli, ma analizzare i dati disponibili. Il lettore medio invece si ferma al titolo. E chi si ferma al titolo resta convinto che gli USA siano diventati esportatori di petrolio.

Di cosa parla il Sole 24 Ore il 25 giugno scorso in un articolo intitolato: Storica decisione del Dipartimento del commercio: gli Stati Uniti diventano esportatori di petrolio? Di un fatto che non ha nulla di straordinario a parte il titolo. Gli USA sono tornati a permettere ad alcune aziende petrolifere USA di esportare il petrolio dopo un periodo di 40 anni di proibizione. Questo significa che gli USA sono diventati esportatori netti di petrolio? No! Gli USA consumano intorno ai 20 milioni di barili di petrolio al giorno e ne producono poco più della metà. Sempre sul sito del quotidiano di Confindustria, in un articolo di Sissi Bellomo,  il 27 giugno scorso veniva riportato il quantitativo di petrolio esportato nel mese di aprile: 150mila barili esportati in Svizzera. In tutto il mese di aprile le esportazioni USA ammontavano a circa 8 milioni di barili, e siccome 30 dì conta novembre con april, giugno e settembre, ciò corrisponde a 270mila barili a giorno il 2,5% della produzione domestica e l’1,4% dei consumi.  Quantità modeste. La novità è solo che per la prima volta dagli anni ’70, il governo USA ha autorizzato l’esportazione di petrolio al di fuori dell’area economica del Nord. Ma anche questa non è una novità assoluta. Secondo i dati della BP il quadro delle esportazioni USA di prodotti petroliferi nel 2013 era il seguente (i dati sono in migliaia di barili al giorno).

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Ventriloqui, pupazzi e accordo commerciale Usa-Ue

Luglio 2014

Le Grandi imprese multinazionali, che dominano oggi il mondo del capitalismo globalizzato, si potrebbero paragonare a un ventriloquo. Stanno nell’ombra, invisibili dietro il sipario della falsa rappresentazione mostrata ai nostri occhi e gridata alle nostre orecchie, e danno voce alle marionette. Benché il loro testone deforme si possa facilmente intravedere al di sopra del telone rozzamente disegnato per ingannare il pubblico.

Così pochi giorni fa abbiamo udito le voci del ventriloquo uscire dalle bocche dei nostri governanti. L’ineffabile Renzi, colui che il più delle volte parla senza dire alcunché (è anche questa una capacità molto importante per i politici di oggi, ma bisogna dare a lui il merito di averla portata alle vette del sublime), stavolta, animato dal ventriloquo, ha detto qualcosa di concreto: che bisogna firmare subito il TTIP, il trattato internazionali di libero commercio tra USA ed Europa.

“E’ tutto a nostro vantaggio” ha detto il ventriloquo.

 

“Sst!... Guerrino dorme, non risvegliamolo.

Vorrei sbagliarmi, ma credo

che ogni giorno di più

dubita di non esistere,

d’essere un’armatura piena di vento…”

(Gesualdo Bufalino)

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