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UN DECALOGO SULLE POSSIBILI AZIONI DA INTRAPRENDERE NEI POLIGONI IN ATTESA DI UN POSSIBILE SMANTELLAMENTO

UN DECALOGO SULLE POSSIBILI AZIONI DA INTRAPRENDERE

NEI POLIGONI IN ATTESA DI UN POSSIBILE SMANTELLAMENTO

 

Circa le azioni che si possono intraprendere sin da ora per ridurre i pericoli nei poligoni, alcune possono essere le seguenti:

1) abolire le operazioni di brillamento periodicamente effettuate nei poligoni perché la nube di polvere che si genera nel brillamento e che si rideposita sul terreno, può avere effetti inquinanti (il materiale di scarto dei poligoni dovrebbe essere sistemato sotto terra, in appropriati depositi bunker);

2) fare divieto alle ditte straniere di operare nei poligoni italiani, salvo casi eccezionali in cui la sperimentazione può essere di grande importanza per interessi nazionali e, in questi casi eccezionali, proibendo agli Enti di avvalersi di autocertificazioni (in guanto impediscono i controlli sul loro operato);

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Inizia l'appello del processo "Ambiente svenduto"

24 aprile 2024

 

Taranto e Ilva, riscrivere la storia si può - Inchiostro Verde

 

 

Nei piccoli ed inadeguati locali dell’aula bunker del Tribunale di Taranto e’ iniziato oggi il giudizio di appello del processo “Ambiente svenduto” avanti alla Corte d’Assise d’Appello di Taranto.

Gli imputati, tra i quali ci sono amministratori e dirigenti di ILVA Spa e dello Stabilimento di Taranto, erano stati condannati a pene pesantissime per i reati i associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati di disastro doloso, rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, nonche’ delitti contro l’amministrazione pubblica, quali fatti di corruzione e concussione. In sostanza sono stati ritenuti responsabili dalla Corte di Primo Grado per il grave inquinamento provocato nell’area di Taranto dal 1995 sino al 6.9.2013.

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ILVA DI TARANTO: Continua la Strage di Lavoratori

Comunicato Stampa Associazione LEGAMI D’ACCIAIO

ILVA DI TARANTO: Continua la Strage di Lavoratori

 

L’ Associazione Legami d’ Acciaio (ex – Operai TK e Famigliari delle Vittime del 6 Dicembre 2007) esprime il suo più sentito cordoglio e la solidarietà alla Famiglia Masella, per la tragedia che l’ ha colpita, privandola e lasciandola senza l’ affetto di Claudio, perito in modo così assurdo e tragico, l’ ennesima morte sul lavoro in nome del profitto che accade nello stabilimento di Taranto.

La nostra fraterna solidarietà e il nostro cordoglio oltre alla Famiglia, ai Cari e agli Amici di Claudio, va innanzitutto agli Operai dell’ ILVA, in particolare a tutti quelli che si battono per la Salute e la Sicurezza sul proprio posto di lavoro, nelle linee e nei reparti in cui ogni giorno entrano per lavorare con la propria dignità a testa alta e purtroppo devono fare i conti con uno scenario da Guerra a causa delle condizioni generali del luogo di lavoro e in particolare delle condizioni precarie degli impianti e dei macchinari. Condizioni che sono volutamente lasciate all’ incuria da parte della Direzione Aziendale e dai suoi preposti, che con pressioni e vessazioni sugli operai, chiedono di lavorare in condizione fuori dalla legalità, sia per quanto riguarda le normative sulla Sicurezza e la Salute, sia per quanto riguarda l’ Organizzazione del Lavoro e ai Turni fino alla negazioni più palesi in spregio totale della Legalità e della Costituzione Italiana in nome dell’ unico valore che conta per Lor Signori la massima produzione per il Profitto.

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Prima udienza del processo promosso da Eternit France

 7 settembre 2012

 

COMUNICATO STAMPA

 

Si è svolta ieri, di fronte al Giudice Istruttore del Tribunal de Grande Instance di Parigi, la prima udienza del processo promosso da Eternit France contro l'avv. Jean Paul Teissonnière (presidente di Interforum) che, tra l'altro, è uno dei difensori di parte lesa nel processo Eternit di Torino.

L'Eternit France (che si è costituita parte civile) ha ritenuto diffamatorie le dichiarazioni rese dall'avv. Teissonnière ad alcune televisioni francesi in occasione della sentenza del Tribunale di Torino del febbraio di quest'anno.

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Abbiamo denunciato l’Italia

16 Aprile 2024

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Sicurezza sul lavoro, abbiamo denunciato l’Italia per violazione delle direttive europee. Nel nostro Paese senza decreti di armonizzazione al TU 81, tutele ridotte per i lavoratori della pesca, nei porti, della navigazione e delle ferrovie.

La nostra rivista, assieme ad un gruppo di cittadini e lavoratori, tra cui molti RLS, pensionati, ferrovieri e non, ed alle associazioni il Mondo che vorrei” e “Assemblea 29 giugno, sorte a seguito della strage ferroviaria di Viareggio, ha presentato alla Commissione Europea una denuncia per la violazione degli obblighi di recepimento delle direttive riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro.

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