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Comunicato maro’: Il processo si terra’ in india – Qualche insegnamento da trarre

Quanto accaduto nella vicenda dei due Marò dovrebbe indurre a qualche insegnamento.

1) Non inviare personale militare su navi mercantili che svolgono compiti commerciali semplicemente al fine di far risparmiare gli armatori sull’affitto del personale civile specializzato (contractors). Delle conseguenze internazionali che possono emergere dall’invio di personale armato su navi civili, si sarebbe dovuto tener conto in tempo utile.

2) Non inviare personale militare su navi mercantili che operano non al diretto interesse dello Stato. Per di più tale personale deve essere specializzato in compiti di polizia marittima (tale specializzazione appartiene solo ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza). I “fucilieri” del S. Marco sono specializzati in operazioni di sbarco, non in “operazioni di polizia militare marittima”. E non debbono essere coinvolti in queste attività.

3) Costringere gli armatori, che inviano navi in acque a rischio, di dotarsi di un duplice sistema satellitare: non è accettabile che per colpa di un’avaria a un sistema satellitare, non si possa conoscere la posizione in cui si è venuta a trovare una nave (come è accaduto con la Lexie), dando quindi adito a diverse valutazioni dei fatti circa la presenza eventuale della nave in acque internazionali.

4) Precisare cosa si intende per “acque internazionali”, in particolare tenendo conto del fatto che vari paesi (v. l’India) considerano come estensione delle acque territoriali anche uno spazio marino di 12 miglia, ulteriore rispetto a quello delle 12 miglia di acque nazionali, cioè, nell’insieme, uno spazio marino di 24 miglia. Tra l’altro proprio l’Italia è stata in passato una fautrice della estensione a 24 miglia delle acque in cui un paese può esercitare i propri controlli.

5) Chiarire chi deve ritenersi responsabile dell’ordine di intervenire con azioni a fuoco laddove vi sia personale armato. In particolare chiarire se la responsabilità debba risalire al Comandante oppure al capo della scorta armata. E’ inconcepibile che non sia stata chiarita questa fondamentale posizione nel caso Lexie. E certamente confondere un traballante peschereccio, che può muoversi sì e no a una velocità di 10 nodi con un motoscafo d’assalto in grado di sviluppare 25 nodi, non può essere ammesso. Chi ordina il fuoco deve essere una persona che abbia una dovuta esperienza di “cose di mare”.

 

Falco Accame

Presidente Anavafaf

e Presidente Comitato Seagull

 

 

 

Sciopero della logistica: Comunicato congiunto di Adl Cobas e Si Cobas

 22 Marzo 2013

 

22 MARZO 2013: GRANDE GIORNATA DI SCIOPERO E BLOCCO DELLA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI NEI MAGGIORI POLI DELLA LOGISTICA A LIVELLO NAZIONALE.

GRANDE SALTO DI QUALITA’ NEL PERCORSO DI LOTTA PER LA CONQUISTA DI CONDIZIONI CONTRATTUALI E RETRIBUTIVE MIGLIORI PER TUTTI I LAVORATORI DELLA LOGISTICA.

 

Il 22 marzo 2013 resterà una data molto importante nel percorso di lotta dei lavoratori della logistica finalizzato allo smantellamento del sistema fondato sulle cooperative, di sperimentazione di nuove forme di lotta e di costruzione di percorsi di organizzazione operaia finalizzata a rompere la gabbia delle compatibilità con le politiche di austerità. Il 22 marzo è stato l’avvio di una nuova fase storica di lotta operaia, come prodotto dell’intreccio virtuoso tra le soggettività (SI Cobas e ADL Cobas) che hanno saputo cogliere il dato materiale della contraddizione tra capitale e lavoro, in un settore della produzione di valore per il capitale, di vitale importanza per la riproduzione del capitale stesso. Ciò che ha reso potente la contraddizione, è stata la composizione del tutto nuova dei lavoratori che operano nel settore, privi di quella memoria da “compromesso storico” tra capitale e lavoro, di cui i sindacati confederali sono stati i maggiori interpreti e che tanti danni ha provocato nel nostro Paese.

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Il poligono di Teulada e l "santuari" nel poligoni

ZONE DI SACRIFICIO NAZIONALE- E IL N EVADA NON E' TEULADA

Dopo la chiusura del poligono di Viequez in Portorico vi è stata una intensificazione delle esercitazioni di tiro contro-costa della VI Flotta degli Usa nell'area di Teulada (zona di PortoScuso). Tra l'altro, in qualche esercitazione hanno operato anche navi della 2A Flotta USA che in precedenza si erano esercitate nel poligono di Viequez. Si è concentrato così nel poligono di Teulada un enorme volume di fuoco e si è aggravato il problema su cui finora si è taciuto, cioè delle "aree non più bonificabili". Quando in un poligono si genera un enorme accumulo di residui di proiettili e altro materiale distrutto si viene a determinare una area non più bonificabile e permanentemente interdetta all'abitazione. Un problema ovviamente assai grave perché si tratta di un terreno che diventa inaccessibile. Su questo gravissimo problema ci saremmo attesi, ma purtroppo così non è stato, un'ampia discussione nella relazione finale della Commissione d'Inchiesta del Senato del 9 gennaio 2013 e soprattutto l'accertamento delle gravissime responsabilità di quanto accaduto. Avrebbe dovuto essere stato monitorato per anni il personale che ha operato senza alcuna misura di protezione in una zona a così alto rischio.

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Terra dei Fuochi esiste, uccide ininterrottamente da almeno trent’anni e senza contrasto.

 

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Il caso  ha voluto che sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione di febbraio 2024 sia stato pubblicato il lavoro scientifico “Panoramica sui numeri del cancro in Italia”. Combinando questi dati con quelli della Asl 2 nord specificamente Acerra, è oggi certificato che il massacro mai riconosciuto né bonificato di questo territorio ha portato la città a detenere per il periodo 2013-2018 il tristissimo record di città italiana con i peggiori dati di incidenza del cancro: ben 1073/100mila abitanti.

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