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Attiva a Potenza l’associazione esposti all’amianto

Se si parla di emergenze ambientali, la prima cosa che viene in mente è l’aria che respiriamo perché è quella più inquinata e meno «visibile». Ci sono, però, molte altre emergenze, grandi e piccole, più o meno nascoste, che costituiscono minacce gravi per la salute e per l’ambiente. Tra queste, l’amianto è il killer più subdolo perché è causa di moltissime vittime, il cui effetto si manifesta con tempi lunghissimi di latenza. La cronaca degli ultimi giorni ha portato alla luce il degrado ambientale dell’area comunemente nota come ex-Cip zoo, sita nella zona industriale di Rossellino a Potenza, dove un comitato di cittadini insieme ad attivisti del Movimento 5 Stelle ha manifestato e protestato per le condizioni allarmanti dei prefrabricati ancora abitati e dei capannoni dismessi le cui coperture sono realizzate in eternit, manufatto con un contenuto in amianto crisotilo del 12÷18 %.
In Regione esistono molti siti contaminati, accanto ad aziende nelle quali giovani lavoratori continuano ad operare; esistono «siti di interesse nazionale», vere bombe ecologiche, spesso all’interno di centri urbani, che aspettano, di essere disinnescate (si pensi all’area dell’ex Liquichimica Meridionale S.p.A.). L’amianto è presente nei tetti delle case, delle scuole, negli ospedali, nel terreno, nell’acqua.
Esistono le “morti dimenticate” le cui vedove inconsapevoli della causa di morte dei propri coniugi non hanno saputo o potuto far valere i propri diritti, impegnate a crescere figli piccoli prive del più elementare sostentamento.

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Uranio impoverito: i dinieghi errati

TUTTI DA RIFARE: I DINIEGHI DEI RISARCIMENTI ALLE VITTIME
PER URANIO IMPOVERITO E NANOPARTICELLE

 

Due gravissimi casi di errore nella negazione dei risarcimenti a militari gravemente malati e deceduti per contaminazione da uranio impoverito e nanoparticelle sono recentemente emersi in modo indiscutibile. Il caso del capitano Antonino Caruso e il caso del lanciere Fulvio Pazzi hanno messo in evidenza la necessità di riesaminare tutti i dinieghi di risarcimenti finora formulati (oltre 300). Le errate motivazioni dei dinieghi relativi ai precedenti casi sono comuni anche agli altri casi. Nel caso del capitano Antonino Caruso sono occorsi 11 anni per correggere i gravi errori commessi e nel caso del lanciere Fulvio Pazzi sono stati necessari ben 9 anni. Ben 5 dinieghi errati sono stati cancellati per “autotutela”, il ché significa il riconoscimento degli errori commessi. Per lunghi anni i familiari sono stati privati di elementari diritti.

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Ecco i nomi dei 10 manager italiani più ricchi

 Si arricchiscono con la crisi, guadagnano 100 volte più dei deputati, ma nessuno ne parla

 

E' una casta di cui pochi o nessuno osa parlare: incassano milioni di euro al mese per gestire quelle banche, quelle assicurazioni e quei consigli di amministrazione che hanno, con le loro scelte e le loro strategie speculative, condotto il nostro paese verso il baratro della crisi economica e finanziaria.

In tanti dicono che sono amministratori di società private e quindi liberi di fare le loro scelte e fissare i loro lauti stipendi: peccato però che in Italia la commistione tra pubblico e privato ha causato per decenni e continua a causare solo costi per molti e guadagni per pochi.

Questi sono i personaggi che si spacciano liberali e liberisti quando si tratta di pagare tasse e imposte, ma poi fanno i socialisti e invocano l'intervento pubblico quando c'è da incassare il denaro pubblico per risanare i conti e le imprese da loro malgestite, dopo averne saccheggiato le casse, dirottando fiumi di denaro verso i paradisi fiscali.

Non ci sono elezioni per loro, inamovibili ed eterni, sono da decenni lì ai vertici manageriali del nostro paese, alternandosi tra aziende pubbliche e aziende private e nessuno riesce a scalfirne la loro potenza.

Ecco, piuttosto che la discussione sul dove convenga pranzare tra la mensa aziendale del parlamento e la buvette, se veramente vogliamo affrontare i mali del nostro paese, potremmo iniziare anche da qui, dal tagliare le teste (senza ghigliottina, per carità, in senso metaforico) di questi pescecani.

 

1 marzo 2013, da Ariaprecaria

 

Strage di Viareggio: Report 25 marzo, udienza preliminare disastro ferroviario 29 giugno 2009

marzo 27, 2013

All’interno dell’aula, presenti circa 80 parti offese, soprattutto familiari e rappresentanti di Associazioni che intendono costituirsi parte civile. Inoltre, presenti assessori in rappresentanza dei Comuni della Versilia e di Lucca, nessuna rappresentanza del Comune di Viareggio.
Nessuno dei 32 imputati presente, solo i loro avvocati.
L’inizio dell’udienza, previsto per le ore 9.30, ha inizio dopo quasi due ore e trenta di
attesa, alle 11.50 circa.
Il giudice A. Dal Torrione procede con l’appello, prima degli avvocati, poi delle parti offese.
Dopodiché chiede se ci siano contestazioni o problematiche rispetto alle notifiche.
Sollevano obiezione i legali di Trenitalia, Fs Logistica, RFI e Pacchioni (Cima Riparazioni) come persona fisica, ma specifica che, anche se l’azienda Cima ha ricevuto la notifica, il fatto che il referente Pacchioni non l’abbia ricevuta, travolge in questa “posizione” anche la Cima impresa.
Tutte e quattro le società chiedono la “nullità del rinvio a giudizio ex art. 415 bis del c.c.p.”. In sostanza chiedono l’annullamento del procedimento che deve ricominciare con l’invio e il ricevimento da parte dei 4 dell’avviso chiusura indagini (art. 415 bis) che dovevano aver ricevuto a giugno 2012.

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E’ criminale difendere le produzioni di Pfas.

 

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Il polo chimico di Spinetta Marengo è come un enorme iceberg alla deriva. Che Solvay non ha affrontato neppure dopo la sentenza della Cassazione. Anzi l’ha acutizzato non riuscendo neppure a mettere sotto controllo i Pfas.  I Pfas rappresentano, da decenni, la “punta dell’iceberg” di tossici e cancerogeni emessi in suolo-acqua-aria: massa composta da cromo esavalente, arsenico, antimonio, nichel, selenio, DDT, fluorurati, solfati, idrocarburi, metalli pesanti, solventi organici clorurati, cloroformio, trielina acido fluoridrico, acido cloridrico, ammoniaca, alcoli, anidride fosforica, iodurati, Zn, idrossido di potassio, NOx, SOx, polveri eccetera. Sarebbe riduttivo concentrare sui Pfas il processo-bis di Alessandria, ignorerebbe la sentenza della Cassazione.

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