Transnistria e Moldova, un altro fronte di guerra?
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- Scritto da Enrico Vigna
4 marzo 2024

Le politiche guerrafondaie e di scontro del governo sottomesso ai diktat occidentali e della NATO, stanno chiudendo la piccola repubblica della Pridnestrovie in una situazione pericolosa e molto delicata, da qui la richiesta ufficiale di aiuto del Parlamento di Tiraspol, per l’unificazione alla Russia come forma di autodifesa. Ma in caso di conflitto, c’è un fattore che potrebbe essere un detonatore che investirebbe e incendierebbe a domino, anche i paesi vicini: la base militare di Kolbasna sotto protezione russa, dove si ipotizza vi siano anche armamenti nucleari.
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Nella sessione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, il presidente serbo Vučić ha dimostrato che esiste un paese libero e un leader libero
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- Scritto da A. Vulin

L'ex direttore dell’Intelligence serba A. Vulin così si è espresso in una intervista alla TV Tanjug: “…Vučić ha dimostrato alla sessione del Consiglio di sicurezza dell'ONU che esiste un paese libero e un leader libero…Il presidente Vučić ha dimostrato un grande coraggio, una grande capacità diplomatica. Il mondo sta cambiando, la maggior parte del mondo vuole essere libera, la maggior parte del mondo e delle Nazioni Unite apprezzano il presidente Vučić e apprezzano la Serbia per la sua politica libertaria, per il coraggio di essere libera. Non è facile essere liberi, la libertà costa, si paga. Il presidente Vučić è un uomo che ha dimostrato di poter pagare per la libertà, paga con i propri problemi politici. Se si fosse presentato alla sessione dell'ONU e avesse detto di aver riconosciuto il Kosovo, avrebbe ricevuto il premio Nobel, avrebbe governato a vita, le elezioni sarebbero state abolite e nessuno avrebbe potuto parlare delle elezioni in Serbia…Ma Vučić si batte contro l'indipendenza del Kosovo, gli costa caro, la sta pagando, ma lui è un uomo libero, la Serbia è un paese libero, questo è il più grande successo della sessione del Consiglio di sicurezza dell'ONU…", ha sottolineato Vulin.
“Aiuto Putin, ristabilisci l’ordine in Ucraina, a Bruxelles e in Polonia”, l’appello dagli agricoltori polacchi in rivolta
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- Scritto da Enrico Vigna
21 febbraio 2024

Martedì 20 febbraio gli agricoltori polacchi hanno attuato sei posti di blocco al confine con l’Ucraina, chiudendolo quasi completamente; in alcuni di essi non è stato consentito il passaggio nemmeno agli autobus e alle automobili. Hanno bloccato anche la ferrovia, rovesciando il grano dai vagoni.
Nagorno Karabakh: all’indomani della pulizia etnica, i rappresentanti del popolo dell’Artsakh si uniscono con oltre 150 organizzazioni nella prima dichiarazione ufficiale e la politica della Russia nell’area
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- Scritto da Enrico Vigna
29 gennaio 2024

Dopo i drammatici eventi avvenuti nella Repubblica dell’Artsakh dei mesi scorsi, con la conquista da parte dell’Azerbaigian della Repubblica indipendente auto costituita nella regione del Nagorno Karabakh, che ha creato una situazione ingarbugliata, complessa e molto delicata per gli equilibri dell’intera area caucasica e limitrofala Russia ha riacquistato gradatamente la sua iniziativa strategica e rafforzato la sua posizione con i paesi lì collocati.
A 34 anni dal golpe in Romania, oltre il 50% dei romeni nel Paese, rimpiange Ceausescu e il passato
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- Scritto da Enrico Vigna
Gennaio 2024

Tra il 16 e il 20 dicembre 1989 ebbe luogo la cosiddetta “rivoluzione rumena”, che avrebbe sostituito il socialismo con la libertà. Sono passati 34 anni da quando da Timișoara scoppiarono i primi incidenti allargatisi poi a Bucarest e in altre città. Con gli anni, per stessa ammissione dei capi della rivolta, si è scoperto che tutto era etero diretto dalle potenze straniere. Nella “nuova Romania”, il 21 dicembre 1989 è considerato il primo giorno della cosiddetta Rivoluzione.
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- L’ex capo dell’intelligence serba, A. Vulin, ha dichiarato “…sapevamo che, subito dopo la sconfitta elettorale, il partito della NATO in Serbia avrebbe tentato un Maidan”
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