Bosnia, Kravica 1993-2013: una strage impunita e obliata, ed un Natale di dolore e solitudine per i serbi
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- Scritto da Enrico Vigna
Banja Luka, Rep. Srpska di Bosnia, 5 gennaio 2013
Nel villaggio di Kravica nei pressi di Bratunac si è celebrato con una funzione funebre, il 20° anniversario, del ricordo delle 49 vittime massacrate nel Natale ortodosso del 1993; una strage efferata commessa da unità dell’Armija Bosniaca musulmana secessionista, sotto il comando di Naser Oric,.
La cerimonia funebre è stata officiata nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (che fu vandalizzata) , e poi corone e fiori sono stati posti presso il monumento centrale in Kravica.
Nel Natale ortodosso di 20 anni fa, membri dell'esercito secessionista della BH, sotto il comando di Naser Oric uccisero a Kravica e nella vicina Kravica Zasa, 49 serbi, 80 civili e soldati furono feriti; sette persone furono rapite, di cinque delle quali ancora non sono stati ritrovati i corpi.
Due giorni dopo il Natale del 1993, furono trovati e sepolti sette corpi di civili serbi, mentre i resti delle altre 42 vittime sono stati trovati, identificati e sepolti dopo due mesi.
Giustizia selettiva
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- Scritto da David Harlan
di David Harlan New York Times, 7 dicembre, 2012
Pessimo essere un Serbo vittima di un qualsiasi crimine nella ex Jugoslavia. I Serbi sono stati costretti a partire dalle loro case e hanno subito una pulizia etnica dalle guerre nei Balcani molto più di qualsiasi altra comunità. E più Serbi rimangono etnicamente spostati ancora oggi. Non si è tenuto conto di quasi nessuno e sembra che non succederà. Il tribunale per i crimini di guerra delle Nazioni Unite all’Aja ha prosciolto dall’accusa di crimini di guerra Ramush Haradinaj, ex primo ministro del Kosovo. Il mese scorso la corte dell’Aja ha scagionato due generali croati. Prosciolti in appello, i generali che hanno guidato la Croazia alla vittoria sui Serbi. Nell’insieme, quasi tutti gli amici dell’Occidente sono stati prosciolti; quasi tutti i Serbi sono stati giudicati colpevoli. Questi risultati non riflettono l’equilibrio dei crimini commessi sul terreno. Non nutro simpatia per i Serbi che sono stati imprigionati. Al contrario. Ho vissuto l’assedio di Sarajevo. Sono stato testimone al processo per i casi dell’ex presidente Serbo, Slobodan Milošević, per il presidente dei Serbi bosniaci in tempo di guerra, Radovan Karadzić, e, più recentemente, del comandante militare Serbo bosniaco, Ratko Mladić, accusato di aver ordinato il massacro di Srebrenica. I Serbi hanno commesso molti dei peggiori crimini di guerra, ma non erano per niente i soli, e non è giusto, o utile, che ne abbiano l’unica responsabilità. Imprigionare solo i Serbi è semplicemente senza senso in termini di giustizia, in termini di realtà, o in termini di politica. I leader Croati furono conniventi del disgregamento della Jugoslavia e hanno contribuito abbondantemente agli orrori in Bosnia-Erzegovina. Sono stato io stesso testimone della indiscriminata furia dell’assalto Croato alla bella città di Mostar. Ho vissuto in una cittadina della Bosnia dove le teste decapitate dei Musulmani catturati erano esposte nella piazza del mercato. Ho visto io stesso decine e decine di migliaia di rifugiati civili Serbi fuggire dalla Croazia all’alba dell’offensiva Croata del 1995 che terminò la guerra. Se i generali prosciolti non erano responsabili della pulizia etnica, qualcuno lo era, qualcuno che presumibilmente sarà lasciato libero. Nemmeno lo erano solo i Serbi e i Croati, anche se devono portare sulle spalle un grosso peso del giudizio della storia. La leadership Musulmana Bosniaca ha profondi e compromettenti legami con il movimento internazionale dei Jihadisti e hanno ospitato almeno tre persone che hanno giocato ruoli chiave negli attacchi agli Stati Uniti dell’11 settembre.
S.O.S. Kosovo Metohija
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- Scritto da S.O.S. Kosovo Metohija
Associazione di Solidarietà - Onlus
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Prigionieri Kurdi in Turchia terminano lo sciopero della fame
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- Scritto da Reuters
Centinaia di prigionieri Kurdi hanno terminato uno sciopero della fame lungo 68 giorni dopo un appello dell’ex leader Abdullah Ocalan. I prigionieri richiedono maggiori diritti per la popolazione Kurda in Turchia e migliori condizioni per il detenuto Ocalan.
Ocalan fu condannato a morte nel 1999, ma la condanna fu commutata all’ergastolo dopo che vi fu l’abolizione della pena di morte in Turchia nel 2002. Molti dei prigionieri stanno scontando una pena per presunti legami con il PKK e sono ritenuti dei terroristi dai Turchi e dai loro alleati occidentali.
Il governo turco ha provato a riconciliarsi con i membri della minoranza turca, che costituisce circa il 30% della popolazione. Tuttavia, gli attivisti che chiedono l’autonomia del sud est del Kurdistan, affermano che quanto concesso non è abbastanza.
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Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
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- Scritto da Enrico Vigna
Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
Il Forum di Belgrado per un mondo di eguali è un Associazione di cittadini, indipendente non governativa, no profit, e non partitica.
E’ stato fondato il 22 maggio 2001, ma le sue attività sono cominciate come associazione non governativa nell’autunno del 1999; le sue attività si svolgono nel territorio dell’ex Federazione Jugoslava, l’attuale Serbia ed a livello internazionale.
Il Forum di Belgrado è impegnato per la causa della pace, della libertà, della comprensione e solidarietà tra i popoli, per il conseguimento dei massimi livelli raggiunti a livelli europeo e mondiale, degli standard democratici, dei diritti civili, politici, economici e culturali dei popoli. Rifiuta le divisioni, le esclusioni fondate su aspetti politici, religiosi, nazionali, etniche e sociali.
Il Forum si batte per estendere la solidarietà e la collaborazione tra tutti i popoli e paesi, attraverso tutti gli strumenti del progresso universale.
A partire da questi presupposti generali fondanti, il lavoro del Forum di Belgrado si caratterizza nello studiare e analizzare i vari aspetti economico-sociali nella Serbia e nei Balcani, nel costruire relazioni internazionali nei paesi balcanici, in Europa e nel mondo, e fa un lavoro di informazione per l’opinione pubblica.
A partire da queste basi il Forum costruisce collaborazioni con organizzazioni e associazioni affini in Serbia, nei paesi vicini in Europa e nel mondo; partecipa e organizza assemblee e convegni su basi regionali e internazionali.
E’ membro come NGO di ECOSOC e del Consiglio Mondiale della Pace (WPC).
I membri del Forum di Belgrado sono in gran parte accademici, scienziati, scrittori, artisti, diplomatici, giuristi, giornalisti e altri intellettuali; con il loro lavoro e militanza volontari intendono contribuire e raggiungere gli scopi sopra indicati.
Il Presidente è Zivadin Jovanovic per molti anni diplomatico ed ex Ministro degli Esteri della Federazione Jugoslava.
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