Transcarpazia: inizia la rivolta?
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- Scritto da Dmitrij Dzygovbrodskij
Ho appena parlato col primo ministro della Repubblica Popolare della Rutenia Subcarpatica Petro Getsko.
In Transcarpazia sta per iniziare un’insurrezione. Nei prossimi due giorni capiremo in che modo si evolvera’. I cittadini della Repubblica Popolare della Rutenia Subcarpatica sono contrari alla mobilitazione alla guerra criminale dei nazisti di Kiev, e pretendono l’autonomia.
In questo momento si stanno prendendo delle decisioni importanti. Speriamo nell’apertura del secondo fronte. Penso che Kiev si spaventera’ e si pieghera’. Non ha le forze necessarie per combattere contro i ruteni e gli ungheresi.
Rapporto sulla situazione della proditoria scomparsa del pubblicista ucraino
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- Scritto da Jean Marazzani Visconti
SERGEY BELOUS, M. A. in storia, nativo di Harkov, Ucraina, scomparso nella tarda serata di sabato 2 agosto 2014, poco dopo l'attraversamento del confine dalla Russia nella regione di Donetsk, Ucraina. Lui e due colleghi si ritiene siano stati arrestati a un checkpoint dell'esercito ucraino. Non si é saputo nulla della loro sorte per tre giorni. Martedì 5 agosto 2014 è stato annunciato che le forze sotto il controllo delle autorità di Kiev hanno trasportato Sergey Belous e i suoi due colleghi giornalisti, Roman Gnatyuk e Sergey Boyko, a Kiev per un interrogatorio. Sergey Belous, che è un cittadino dell'Ucraina, è attualmente minacciato di arruolamento forzato nelle forze armate ucraine e inviati nella zona del conflitto nell'est del paese.Poiché Sergey ha scritto ampiamente e criticamente circa i disordini di Maydan e il colpo di stato di febbraio 2014 a Kiev, è considerato un nemico dalle attuali autorità. Mentre era ancora a Belgrado, Serbia, era stato minacciato apertamente dal terzo segretario dell'Ambasciata Ucraina. Chiaramente, la minaccia del regime di arruolare Sergey e mandarlo nella zona del conflitto mette la sua vita in grave pericolo. Percepito come avversario delle attuali autorità, la sua liquidazione in zona di guerra potrebbe facilmente essere organizzata e poi spiegata come un "incidente di guerra".
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Varvarin, Serbia (ex Jugoslavia): 15 anni fa una strage della NATO tuttora impunita
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- Scritto da Enrico Vigna
Per non dimenticare, quindici anni fa uccisi dieci civili, durante laggressione alla RFJ
Forum Belgrado Italia, Giugno 2014
Dieci civili uccisi e decine feriti, quindici anni fa, il 30 maggio 1999, quando i bombardieri in due raid aerei condotti dalla NATO durante la guerra in Kosovo, bombardarono il ponte sul fiume Grande Morava vicino alla città di Varvarin, nella Serbia centrale. Erano tutti civili. Tra loro Sanja Milenkovic, 15 anni e il prete della locale Chiesa ortodossa serba, padre Milivoje.
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Come spingere l'Ucraina sull'orlo dell'abisso
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- Scritto da Mike Whithey
da Counterpunch - 9 luglio 2014
"Il modello di mondo unipolare è fallito. Ovunque la gente ha dimostrato la propria volontà di scegliere il proprio destino, di preservare la propria identità culturale, e opporsi ai tentativi dell'Occidente di ottenere il dominio militare, finanziario, politico e ideologico". Vladimir Putin
"Mentre la politica umana della crisi in Ucraina richiama tutti i titoli dei giornali, è la politica del gas che in molti modi si trova al cuore del conflitto". Eric Draitser, Waging war against Russia, one pipeline at a time, RT
Che cosa ha a che fare un oleodotto in Afghanistan con la crisi in Ucraina?
Tutto. Rivela gli interessi commerciali che guidano la politica degli Stati Uniti. Proprio come la guerra in Afghanistan è stata in gran parte combattuta per facilitare il trasferimento di gas naturale dal Turkmenistan al Mar Arabico, così, Washington ha progettato il sanguinoso colpo di stato a Kiev per tagliare le forniture energetiche dalla Russia verso l'Europa e facilitare la presa degli Stati Uniti sull'Asia.
Macedonia: scontri e tensione altissima tra la minoranza albanese e le altre comunità
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- Scritto da Enrico Vigna
Luglio 2014
Forum Belgrado Italia
Il paese nuovamente percorso da violenze, incidenti e si annuncia una nuova formazione terroristica secessionista albanese.
Il verdetto ha fatto scatenare la minoranza albanese, che in diverse migliaia ha invaso le strade di Skopje lanciando pietre e mattoni contro la polizia davanti alla sede della Corte, gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni, idranti e granate assordanti, le proteste sono state lanciate con lo slogan "Vogliamo giustizia", per chiedere la liberazione di sei albanesi che sono stati condannati all'ergastolo, accusati dell'omicidio di cinque macedoni ( pescatori di un lago), nel giorno della Pasqua ortodossa nell'aprile 2012, nella periferia di Skopje.
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