Intervista: Volontario navarro nella milizia della Novorossia / La Haine
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- Scritto da sociologia critica
21/10/2014
Se n'è andato un mese fa in Donbas a lottare per l'indipendenza di Donetsk e Lugansk. Ha lasciato tutto per imbracciare un fucile e vuole ricordare così le Brigate Internazionali che combatterono nella Guerra Civile di fianco ai Repubblicani
E' originario di Pamplona, ha 24 anni e conduce una vita a dir poco movimentata, per l'età che ha. Félix (nome di fantasia) dice che quello che sta facendo vale la pena, che, almeno secondo lui, ne vale la pena per soddisfare i suoi ideali. Si trova nel sudest dell'Ucraina da più di un mese e non ci è andato per raccontare prodezze di guerra. E' andato in guerra armato, con tutto ciò che questo comporta, conseguenze delle quali supponiamo sia ben cosciente.
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Voci dall’Ucraina e dalla Novorossiya. Video in italiano inedito per l’Italia.
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- Scritto da CIVG
( Video soggetto a limiti età)
Gloria all’Ucraina, gloria agli eroi. Morte e distruzione in Ucraina.
In questo video le testimonianze la documentazione dei crimini di guerra perpetrati nell’Ucraina orientale, dalle forze golpiste neonaziste, contro la popolazione civile: Distruzioni di infrastrutture, scuole, ospedali, asili, parchi, stazioni di treni, aziende…
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Nazisti ucraini torturano prigionieri marchiandoli con svastiche sulle natiche
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- Scritto da Russia Insider
11 novembre 2014
Il video che segue contiene la testimonianza di un prigioniero torturato da paramilitari della Guardia Nazionale ucraina nella zona di Kramatorsk.
Abbiamo già segnalato dettagli di torture ammesse dai neo-nazisti – capezzoli schiacciati con le pinze, aghi infilati sotto le unghie, torture con getti d'acqua e così via.
Abbiamo anche mostrato la testimonianza di un sacerdote vittima della nuova parlamentare alla Rada ucraina, Nadezhda Savchenko, che lo ha personalmente torturato e ha suggerito di mettere in vendita gli organi delle vittime.
In questo video, il cittadino ucraino Stanislas Stankevich parla delle tecniche di tortura utilizzate dai nazisti a Kramatorsk contro prigionieri di guerra e civili. Questa è la sua testimonianza:
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Le perdite dell'esercito di Poroshenko nel Donbass hanno raggiunto la cifra di oltre 43.000 persone al 2 settembre 2014
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- Scritto da Igor Panarin
Le perdite totali della spedizione punitiva di Poroshenko nel Donbass (dal 2 maggio al 31 agosto 2014) arrivano a 43.027 persone, di cui 27.888 persone tra uccisi e feriti), 1649 catturati e 13.500 disertori e dispersi.
Contestazioni a Poroshenko
Queste le perdite delle forze di repressione: 27.888 persone (tra uccisi e feriti), 1.649 catturati; così suddivise:
- 7221 estremisti di "Settore Destro", che in generale facevano parte della Guardia Nazionale e altre perdite tra i militari della guardia nazionale Ucraina.
Il 29 maggio il responsabile dell’addestramento al combattimento della Guardia Nazionale, maggiore generale Sergey Kulchitsky, è stato ucciso nei pressi di Slavyansk;
il 21 luglio a Lisichansk il comandante del battaglione della Guardia Nazionale "Chernigov", colonnello Radiyevsky, viene ucciso e il 23 luglio in Lisichansk è stato ucciso il tenente colonnello Snitsar del comando Kirovogradskogo della Guardia Nazionale.
Dejan Berić: abbiamo nel sangue la lotta contro l'ingiustizia
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- Scritto da The Soul of the East
14 novembre 2014
Un volontario serbo in Novorossija è un tipo di persona che sembra già scomparso in Serbia. Un uomo che non scende a compromessi e non fa patti con gli empi, un uomo per il quale è un onore morire combattendo contro l'ingiustizia. Una persona che rende coraggiosa una nazione e ha mantenuto la caratteristica secolare serba di non deporre la spada nei canti epici e sul campo di battaglia. Dejan Berić, volontario serbo in Novorossija, probabilmente a causa di questo, non ha mai pensato che la sua lotta spinge a combattere tutti noi, ed egli è proprio una di quelle persone.
Nella sua intervista con il giornalista Ivan Maksimović, Dejan “Deki” Berić spiega le sue motivazioni e l'atmosfera politica della sua patria. Da secoli i serbi e i russi hanno combattuto gli uni a fianco degli altri, e il viaggio di Berić e di altri serbi può essere visto come continuazione di questo legame fraterno.
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