Turchia: una realtà in incerta evoluzione

Quadro politico interno

La vittoria di Erdogan nella consultazione elettorale dello scorso 10 agosto, la settima in altrettanti scrutini dal momento in cui è divenuto Primo Ministro nel 2002, ha segnato una tappa importante nell’evoluzione del quadro politico in Turchia. Essa fa seguito al successo riportato nelle elezioni municipali del 30 marzo che aveva smentito le previsioni di coloro portati ad attribuire ai moti di protesta di Istanbul e di Ankara del 2013 un rilievo maggiore di quello che in realtà avevano.

La Turchia profonda continua a essere soggiogata dal populismo retorico di Erdogan, volto a proseguire senza soluzione di continuità la lotta contro “le elite civili e militari” che hanno dominato per decenni nel grande Paese anatolico.

L’evento del 10 agosto riveste una peculiare importanza se non altro perché ha costituito il primo esempio di un’elezione diretta del Capo dello Stato, il dodicesimo nella storia del Paese. Ma le novità non si fermano qui, dato che l’intendimento dell’ambizioso Erdogan è di cambiare la Costituzione, conferendo a una carica, fino ad oggi in larga misura simbolica, un’incidenza ben più marcata rispetto all’attuale.

La consultazione parlamentare del giugno 2015 rappresenterà dunque un passaggio strategico nel divenire della Turchia poiché sarà proprio in esito al successo, che ovviamente Erdogan auspica si riveli impattante, che il mutamento costituzionale potrà prodursi; consentendo a colui definito dagli oppositori politici “il nuovo Sultano” di continuare a operare per realizzare il sogno, intensamente perseguito, di figurare alla guida del Paese nel non lontano 2023 quando i turchi celebreranno il centenario della fondazione della Repubblica.

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KRAJINA Notizie - Settembre 2014

A cura del Forum Belgrado Italia e CIVG

 

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La confessione di due soldati dell’esercito ucraino

6 agosto 2014

Donec’k, 4 agosto 2014. Intervista a due membri dell’esercito ucraino fatti prigionieri dai miliziani del Donbass. Uno di loro e’ il comandante del lanciarazzi “Grad” della 93esima brigata delle forze armate dell’Ucraina.

 

“Presentati, per favore” :  “Pabs Sergej Ivanovich

“Di dove sei?”:

Dell’Oblast’ di Kirovograd”  “

Come sei finito nell’esercito?”

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Kiev, commissione parlamentare scagiona i “Berkut”: non spararono contro i dimostranti pro-Europa a Maidan

 

Durante gli eventi di Kiev dello scorso febbraio, le forze speciali di polizia "Berkut" non spararono contro i dimostranti pro-Europa.

E' la conclusione a cui è giunta la commissione temporanea d'inchiesta della Verchovna Rada (Parlamento ucraino).

Gli esperti sono giunti a questa conclusione grazie all'analisi balistica dei proiettili utilizzati dai cecchini. Gli investigatori ritengono che ad aver sparato contro i manifestanti siano stati presumibilmente uomini non degli organi dello Stato.

In centro a Kiev le proteste di massa antigovernative scoppiarono il 21 novembre scorso: oltre 100 persone hanno perso la vita, più della metà delle quali sono rimaste uccise il 20 febbraio.

Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_05_13/Kiev-commissione-parlamentare-scagiona-i-Berkut-non-spararono-contro-i-dimostranti-pro-Europa-a-Maidan-0973/

 

Da La Voce della Russia - 13 maggio

 

Nei negozi di Kiev è apparso il pane per i poveri

21 agosto 2014

 Il nome ufficiale non è, naturalmente, "pane per i poveri", ma "хлеб по упрощенной рецептуре" ("pane da ricetta semplificata"). Da un paese che sta chiamando un genocidio "operazione anti-terrorismo", possiamo aspettarci una certa delicatezza nelle terminologie, ma a conti fatti l’apparizione di questo pane è un indizio che l'Ucraina sta andando verso la fame. Di fronte a una giunta che incassa miliardi da Stati Uniti e Unione Europea, ma che ha dimezzato le pensioni, vediamo come si può sfamare oggi un cittadino ucraino. La pensione media in Ucraina è stimata attorno a 500 grivne (28 euro!), un salario medio circa il doppio. Comprare ogni giorno una pagnotta di "pane da ricetta semplificata" (poco più di 3 grivne) costa una media di 90 grivne al mese: un lavoratore medio deve spendere il 9% dei suoi introiti, e un pensionato il 18%... PER IL SOLO PANE! Non male, per un paese avviato alla "integrazione europea", eh?        

Padre Ambrogio- ortodossiatorino

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