La nostra Solidarietà concreta…continua

Luglio 2016

In questo video la documentazione che la nostra solidarietà concreta continua. Gli attivisti del Movimento contro la guerra di AntiVoyna, nostri referenti per i Progetti a Donetsk, hanno portato ulteriori contributi solidali a Donetsk; nel video si può vedere Andrey Lysenko, responsabile di AntiVoyna a Donetsk, che consegna a Jana Ciepikova, rappresentante del Governo della Repubblica Popolare di Donetsk e responsabile del Centro statale pre-scuola. Sono stati consegnati al Centro vari materiali scolastici e libri per i bambini.

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Contro-propaganda in stile russo

 

L'ascolto dei media occidentali darebbe l'impressione che il Cremlino controlli tutti i media russi con un pugno di ferro e che non sia ammessa una singola parola di critica della Russia, per non parlare dello stesso Putin. Questa situazione è tanto grave che gli anglo-sionisti stanno finanziando nuovi sforzi di "informazione" per contrastare la macchina della propaganda russa e portare alcune informazioni tanto necessarie al popolo russo, che chiaramente non si rende conto di essere oggetto di menzogne e di essere privato ​​di qualsiasi informazione veritiera o anche alternativa.

In realtà, niente potrebbe essere più lontano dalla verità.

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Pericolo di guerra: il disperato appello di Putin

Vladimir Putin

 

 Per anni, Washington ha utilizzato il pretesto della «minaccia iraniana» per dispiegare il suo famoso sistema antimissile nell’Europa dell’est. In seguito, la riabilitazione di Teheran l’ha costretta a cambiare narrazione e il colpo di Stato fomentato in Ucraina le ha finalmente permesso di indicare con chiarezza il vero bersaglio di tutto il dispositivo: la Russia. Una vicenda piena di sotterfugi ed è tutto molto ben documentato (1) anche se i «merdia» occidentali, di proprietà di miliardari apolidi iscritti al Partito della guerra atlantista, ci hanno riversato addosso la loro propaganda per convincerci che il responsabile di tutti i nostri mali è il super-cattivo Putin. Ma la realtà di oggi è che gli Stati Uniti minacciano la Russia a partire dal territorio europeo, con missili oramai operativi e capaci di prendere l’iniziativa di un attacco nucleare. In un video impressionante (2), Vladimir Putin lancia quindi un appello quasi disperato ad una sfilza di «giornalisti» internazionali, dicendo loro in sostanza: «Ma smettetela di mentire, dite ai vostri popoli la verità sul pericolo imminente che ci minaccia tutti!»

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Jamala ha “vinto” cantando le lodi delle SS Naziste Tartare

 

Non voglio discutere dei meriti musicali di chi avrebbe dovuto vincere il recente festival musicale per dilettanti di Stoccolma. E’ assolutamente evidente che Jamala, di etnia Tartaro-Ucraina, è stata fatta vincere in una gara truccata per farne un caso politico. Come lei stessa ha ammesso successivamente, si è voluto accomunare le azioni di Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale contro i Tartari di Crimea con quelle di Mosca in Crimea nel 2014. La canzone di Jamala era palesemente politica e, secondo le regole dell’Eurovisione, bisognerebbe privarla del titolo, a prescindere dal suo talento canoro (dalla mancanza di esso). Quello che manca in maniera così evidente nella copertura mediatica occidentale, in quella che da molti viene considerata una palese politicizzazione di un festival musicale, è chi veramente fossero quelli contro cui, nel lamento di Jamala, combattevano i Tartari di Crimea nel 1944. La risposta potrebbe essere per molti una sorpresa.

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Milosevic: il Tribunale dell’Aja, dopo averlo ucciso in carcere, scagiona il Presidente jugoslavo e serbo da ogni accusa, circa crimini di guerra in Bosnia nel 1992/1995!

Il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) dell'Aia ha stabilito alla fine, che il Presidente jugoslavo e serbo Slobodan Milosevic, non era stato responsabile per i crimini di guerra commessi durante la guerra in Bosnia nel 1992-1995.

 

                             

Con una sentenza conclusiva, la Camera di primo grado del TPI dell’Aja ha unanimemente sentenziato che Slobodan Milosevic non era parte di una "impresa criminale congiunta" per perseguitare musulmani e croati durante la guerra in Bosnia.

Il giudizio del 24 marzo 2016 afferma che "la Camera ha stabilito che non vi erano prove sufficienti presentate in questo caso, per stabilire che Slobodan Milosevic fosse parte di un progetto per scacciare i musulmani bosniaci e i croati bosniaci dal territorio serbo-bosniaco…”.

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