Manifestazione "5 days for the Cuban 5" a Washington

Gianni Vattimo sarà presente alla cinque giorni di manifestazione per la liberazione dei Cuban Five che si terrà a Washington dal 30 maggio al 5 giugno. Insieme all'europarlamentare IdV/Alde ci saranno molti altri intellettuali, politici, scrittori, artisti ed esponenti della società civile e delle organizzazioni internazionali.

L'evento che si terrà tra pochi giorni a Washington DC a favore degli agenti dell'antiterrorismo cubano incarcerati da 12 anni negli Stati Uniti "sarà il più importante del 2013 a sostegno della loro causa, organizzato proprio nel cuore dell'impero", ha affermato il portavoce di un gruppo di solidarietà cubano.

All'incontro in programma dal 30 maggio al 5 giugno saranno presenti famosi intellettuali, politici, scrittori, artisti, avvocati, sindacalisti, leader religiosi e molti altri sostenitori della causa, come dichiarato dal Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque Cubani. Questo è il secondo "5 days for the Cuban 5" che il Comitato organizza a Washington DC.

"Per capire quanto sia importante l'appoggio a Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González, basta guardare al numero dei partecipanti all'evento" hanno affermato Graciela Ramirez e Alicia Jrapko in un'intervista telefonica con l'agenzia di stampa Prensa Latina.

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Hebe De Bonafini Ha Chiuso La Seconda Riunione Plenaria Sulle Politiche Pubbliche

 01/03/2013

Le Madri sono state invitate dal vicegovernatore Gabriel Mariotto e di fronte a migliaia di militanti Hebe ha sottolineato il momento politico che il paese sta vivendo grazie a Néstor e Cristina Kirchner.

Nella giornata di giovedì si è svolta la seconda riunione plenaria delle Politiche Pubbliche organizzata dal vicegovernatore Gabriel Mariotto. In questa occasione la sede prescelta è stata il club Banfield di Luis Guillón [provincia di Buenos Aires], dove fin dal mattino i vari gruppi tecnici hanno discusso di politica in diverse aree. Gli iscritti si sono avvicinati già dalle prime ore per partecipare alla giornata. Le commissioni che si sono formate sono le seguenti: Sicurezza democratica, Educazione, Scienza e tecnologia, Cultura, Comunicazione e Leggi sui media, Gioventù, Promozione dell'uguaglianza, Gestioni territoriali, Risorse e pianificazione, Ambiente e sviluppo sostenibile, Trasporti e opere pubbliche, Inserimento sociale, Terra e habitat, Giustizia e diritti umani, Produzione, Lavoro ed Economia solidale e Strategie socio-Sanitarie.

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Come la Russia, la Bolivia ha espulso l’USAID per sostegno politico ad attività di destabilizzazione

   

Il presidente boliviano Evo Morales ha seguito l'esempio del suo omologo russo Vladimir Putin, espellendo Mercoledì l'Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) dal paese.

Morales ha accusato USAID di "manipolare" gruppi politici locali, al fine di destabilizzare la Bolivia, ha annunciato l’agenzia di notizie ABI.

L'espulsione è stata anche una reazione al Segretario di Stato  USA John Kerry, che ha chiamato l’America Latina "cortile di casa" degli Stati Uniti, Morales ha dichiarato in un discorso il Primo Maggio.

Kerry ha fatto questa osservazione il mese scorso, in un incontro con i membri del Congresso degli Stati Uniti, dove ha sostenuto la posizione contro i tagli degli aiuti finanziari degli Stati Uniti nella regione.

USAID ed il Dipartimento di Stato americano hanno espresso rammarico per la decisione di Morales.

Dal 1964, l'USAID ha investito più di 2 miliardi di dollari in diversi progetti in Bolivia, secondo i dati dell'agenzia. Morales ha detto che il governo boliviano pagherà il conto per tutti i progetti privati di finanziamenti che decadranno a causa della sua decisione.

La lista dei progetti USAID comprende i settori sanitari e ambientali tra le sue principali attività nel paese latino-americano, ma ha anche una campagna contro la coltivazione di coca, una pratica fortemente sostenuta dal Morales.

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Primo maggio a Cuba

 IL POPOLO  CUBANO SI RIVERSA PER LE STRADE IN MASSA PER TESTIMONIARE IL PROPRIO APPOGGIO ALLA RIVOLUZIONE CHE DURA DA PIU’ DI MEZZO SECOLO…

E CHE DISGRAZIATAMENTE PER L’IMPERO, GODE DI OTTIMA SALUTE.

 

VIDEO -  http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=09NstqUGc0U#!

LA HABANA - La sfilata per il Primo Maggio in Piazza della Rivoluzione José Martí, presieduta dal Generale d’Esercito Raúl Castro, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, è stata una manifestazione popolare di massa che ha reso uno speciale omaggio all’eterno Comandante Presidente Hugo  Chávez  Frías. Lo stesso omaggio è stato reso da milioni di lavoratori e da tutto il popolo nelle altre sfilate per il Giorno Internazionale dei Lavoratori, che si sono svolte in decine di località dell’Isola.

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Femminicidio e impunità in Messico

La violenza e i reati di genere sono un fenomeno che pur avendo guadagnato spazio nel dibattito nazionale e siano ormai all'ordine del giorno del governo, non rilevano contromisure valide nel contrastarli e nel prevenirli, ancor meno si é giunti a considerare quella che é una vera barbarie: il femminicidio.
Ma cos'è il femminicidio? Femminicidio si riferisce a descrivere  degli “omicidi evitabili di donne” per ragioni di genere, vale a dire, l'omicidio motivato da misoginia, dal disprezzo e dall'odio degli uomini per le donne.
Il fenomeno esprime un "continuum del terrore" nei confronti delle donne e delle ragazze, che coinvolge varie forme di violenza e l'accettazione del fatto che muoiano a causa di atteggiamenti misogini e pratiche sociali di disprezzo, abusi fisici ed emotivi.
Anche se il Messico non è incluso tra i paesi con il più alto numero di casi, dal 2009 ha raggiunto la media di 19,1 su 100 mila donne; nello stesso periodo, a Ciudad Juarez si sono registrati 13.1 casi su 100.000. Questi dati, tuttavia, non tengono conto della continua riluttanza delle vittime a denunciare gli incidenti per paura di attacchi di rappresaglia, né della diffidenza verso una procedura legale che richiede alla vittima di ripetere la denuncia più e più volte affinché il reclamo possa essere preso in considerazione.

I dati pubblicati da INEGI nella sua ultima Indagine Nazionale sulle Dinamiche delle Relazioni Domestiche (ENDIREH) mostrano che il 30% delle donne nel nostro paese ha subito qualche forma di violenza e di discriminazione sul luogo di lavoro, mentre il 15,9%   ha subito violenze all'interno della famiglia, il 15,6% lo ha sperimentato a scuola per mano di un insegnante, l'autorità o il compagno di classe, con il risultato che su 100 donne di età superiore ai 15 anni (sposate, fidanzate e single) il 43.23% di loro ha subito almeno un episodio di violenza per mano del proprio partner o di altri nella loro comunità, sul lavoro, in famiglia e anche a scuola.

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