Incontro Internazionale per la libertà dei Cinque e contro il terrorismo

Il CIVG, aderente al Comitato Internazionale per i 5 Eroi, era presente con Enrica Mendo all’Incontro Internazionale all’Avana per i 5, come componente della Commissione Area Europa. Sotto le conclusioni. Cercheremo di verificare cosa concretamente potremo fare sulla base delle indicazioni date dall’Incontro.

 

 
Amaya Saborit Alfonso / Dalia González | granma.cu

12/09/2014


"Non ci sono conclusioni, ma lo spirito di questo incontro  deve uscire per le strade con voi", ha detto l'Eroe della Repubblica di Cuba, Fernando González, riassumendo la prima giornata del  X Incontro per la Libertà dei Cinque e contro il Terrorismo.

Il colloquio è iniziato con l'inaugurazione tenuta da Abraham Masique, presidente dell’incontro, di una esposizione di acquarelli di Antonio Guerrero, prigioniero dell'impero. Hanno partecipato circa 250 delegati di  48 paesi, con la presenza di Fernándo González.

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In difesa della Palestina

La Paz, Stato Plurinazionale della Bolivia, 4 agosto 2014.

 

 

                                             

 

La Rete di Difesa dell’umanità, davanti ai tragici eventi che sta vivendo il fraterno popolo palestinese di Gaza, in accordo con il suo dovere dichiara quanto segue:

Dichiariamo la nostra adesione alle parole del compagno Evo Morales, fondatore della Rete in Difesa dell’Umanità e Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, quando dichiara Israele come Stato terrorista.

Esprimiamo la nostra condanna assoluta del genocidio subito dal popolo palestinese per mano di uno Stato fondato sull’espropriazione e sull’occupazione coloniale dei territori palestinesi.

Noi riconosciamo ed esprimiamo la nostra solidarietà all’eroica lotta del popolo palestinese e delle sue organizzazioni di resistenza, soprattutto a Gaza, contro il tentativo di Israele di sterminarlo e di strappare i rimanenti brandelli di quello che fu la sua patria.

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"Dobbiamo difendere questo progetto nazionale e popolare con la “ cappa e con la spada"

31/07/2014

 

Madri de Plaza de Mayo

Bene, companeros. Molti sanno che Angelica de Ayacucho non è più fisicamente con noi, Madre di Ayacucho, Ayacucho Angelica come la chiamavamo noi, una donna molto forte, che è stata con noi dal principio. Ma siamo contente perché sappiamo che non potrà mai andare via da  questa piazza, ella sarà sempre con tutte le Madri che continueranno ad essere qui.

Penso che questi giorni noi li interpretiamo come grandi giorni, molto storici per  l’Argentina, dobbiamo prenderli  come un importante fatto storico. L'enorme orgoglio di avere un a Presidente statista, non una Presidenta  qualsiasi . Eva Peron è stata una grande donna,  in sette anni ha fatto un sacco di cose, ma Cristina è anche una grande statista che ci rappresenta  e combatte e lotta ogni giorno e in ogni momento.  Per questo  viviamo intensamente questo momento.

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Venezuela: La manipolazione mediatica al suo apice

Pubblichiamo integralmente l'articolo scritto giovedì dall'economista statunitense Mark Weisbrot per il periodico inglese The Guardian, nel quale descrive la situazione vissuta in Venezuela in netto contrasto con la sua precedente percezione, risultato della sua interpretazione di informazioni ottenute dai mezzi di comunicazione in lingua inglese.

Il testo denuncia la falsità delle informazioni del segretario di Stato Usa, John Kerry , che ha dichiarato che il governo venezuelano starebbe portando avanti una "campagna di terrore" contro la popolazione, anche se la realtà dimostra che questa campagna è realizzata da settori dell'ultradestra radicale di opposizione con l'appoggio degli Stati Uniti.

Segue il testo:

Le immagini modellano la realtà, il che dà alla televisione, ai video fino alle fotografie un potere che può scavare in profondità nella mente delle persone, senza che nemmeno se ne rendano conto. Ho pensato anch’io di essere immune ai ripetitivi ritratti del Venezuela come Stato fallito in mezzo a una rivolta popolare. Ma non ero preparato a quello che ho visto a Caracas in questo mese: quanto poco la vita quotidiana sembrava essere colpita dalle proteste, la normalità che regna nella maggior parte della città. Anch'io ero stato ingannato dall'immaginario mediatico.

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Marzo 1964

 

Nel 1964 abitavo a Rio, in un buchetto all’angolo delle strade Laranjeiras e Pereira da Silva. Lì si insediavano i giovani dirigenti della JEC (Gioventù Studentesca Cattolica) e della JUC (Gioventù Universitaria Cattolica), movimenti dell’Azione Cattolica. Lì venivano ospitati spesso i dirigenti studenteschi Betinho, Vinicius Caldeira Brant e José Serra.
Io ero entrato nel corso di Giornalismo dell’Università del Brasile (attuale UFRJ) e tra i miei professori spiccavano Alceu Amoroso Lima, Danton Jobim e Hermes Lima. Di destra, c’era Hélio Vianna, professore di storia, cognato del maresciallo Castelo Branco.
Dal momento del mio arrivo a Rio, dal Minas, il Brasile viveva una fase di turbolenza politica. Si svegliava il gigante addormentato in una splendida culla. Tutto era nuovo sotto il governo di João Goulart: la bossa, il cinema, la letteratura...  
La Sudene (Sovrintendenza per lo sviluppo del Nordest) diretta da Celso Furtado, alleata del governatore del  Pernambuco, Miguel Arraes, ridisegnava un Nordest libero dal dominio dei colonnelli, industriali e latifondisti.  Francisco Julião sosteneva le Ligas Camponesas, che lottavano per la riforma agraria.

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