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Parigi 17 ottobre 1961: noi non dimentichiamo

Parigi 17 ottobre 1961: la mattanza degli algerini

Vogliamo ricordare un avvenimento tremendo, che accadde il 17 ottobre del 1961: quel giorno di autunno circa 30.000 persone sfilavano per le vie di Parigi pacificamente.

I cortei, che avevano l’intenzione di raggiungere il centro della città, erano costituiti da donne, uomini e bambini; furono aggrediti dalla polizia a colpi di bastone e di armi da fuoco, vennero uccisi, gettati vivi nella Senna ed alcuni furono ritrovati impiccati nei boschi. Si calcolano dai 200 ai 300 morti più alcune migliaia di feriti.

 

Lungo Senna: Ici on noie les algeriens (qui si annegano gli algerini)

 

Cercando di capire come si era arrivati a questa violenza raccontiamo nei particolari questo evento raccapricciante, forse il più grave massacro di lavoratori avvenuto in Europa nel secolo scorso.

Perché è poco ricordato e/o dimenticato? La risposta è incredibilmente semplice: perché le vittime erano tutte algerine, erano solo degli immigrati, gente proveniente da quella parte del mondo considerata come una civiltà indiscutibilmente inferiore alla “civiltà occidentale”.

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Nel silenzio del mondo occidentale lo Yemen è in un inferno quotidiano

                    

La situazione in Yemen è al collasso totale, la sua gente è costretta a fronteggiare la guerra, la fame e un'epidemia di colera mortale e il mondo osserva distrattamente, come ha denunciato a giugno il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite .
In una dichiarazione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Stephen O'Brien ha detto che se si continua a ritardare nel porlo come emergenza assoluta, in quella regione si delinea la maggior emergenza alimentare nel mondo e solo un intervento internazionale umanitario potrà rimettere lo Yemen sulla via della sopravvivenza, altrimenti sarà una ecatombe di morti.

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Libia: ritorna il fantasma di Gheddafi e la ricomparsa della Jamahiriya

In questo articolo ci sono alcune delle ragioni per cui gli americani stanno ancora bombardando la Libia, ai giorni nostri: Daesh (ISIS) è una creatura USA e viene utilizzato per destabilizzare e quindi avere la scusa per intervenire in Siria come in Libia, come in tutto il mondo.

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La Geopolitica delle relazioni russo-egiziane

27.10.2016  

 

Le relazioni in via di rapido sviluppo tra la Russia e l’Egitto sono state sovrastate in termini d’importanza dalle relazioni più impattanti tra la Russia e la Siria, come quelle d’altronde tra la Russia e l’Iran. Nondimeno il rapporto tra l’Egitto e la Russia merita un più attento esame perché, a differenza delle relazioni con le altre due Potenze medio-orientali, queste riguardano un Paese che fino a un tempo recente appariva essere saldamente ancorato al campo occidentale. Il brusco spostamento  in termini geopolitici verso lo spazio eurasiatico costituisce quindi un mutamento molto più significativo  per la regione di quanto possa rappresentare l’efficace sostegno russo del legittimo governo siriano.  Le ragioni a base di questo cambiamento sono di duplice natura. Esse hanno a che vedere sia con la maniera con la quale le Potenze occidentali interagiscono con le entità medio-orientali  nel contesto di una crisi economica a carattere sistemico sia  con l’attrazione esercitata dalla Russia in quanto Paese alleato.

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Libia: la Resistenza verde si rafforza. Quello che non ci fanno vedere

Brak El Shari - Sud Libia – La città viene liberata                         
La località di Brak el Shati è una zona liberata dalla Resistenza popolare verde, nonostante sia  sorvolata continuamente da aerei da caccia non identificati in modo da terrorizzare il bastione gheddafista. Questa è una regione storicamente fedele alla Jamahiriya libica.
16/08/2016