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La tanto lodata Autonomia Scolastica era una bufala

da vivalascuola

Sono amaramente contenta – si è dimostrato in modo definitivo, con l’ultimo taglio al Fondo d’Istituto, quanto posticcio, velleitario, falso e bugiardo fosse il progetto dell’autonomia scolastica. Non ci voleva un genio per capire che, ab origine, l’autonomia scolastica nasceva storpia e figlia di un mostruoso parto plurigemellare. Il Contratto collettivo nazionale di lavoro (si parla di tempi in cui i contratti, male e in ritardo, venivano comunque rinnovati; era il 1999) affermava, all’articolo 6:

“Contestualmente con la piena attuazione dell’autonomia scolastica e con l’attribuzione della dirigenza ai capi d’istituto, ciascuna istituzione scolastica è sede di contrattazione integrativa, nel rispetto delle competenze del capo di istituto e degli organi collegiali”.

Eccoli qui, gli altri “gemelli”: la dirigenza dei capi d’istituto e la contrattazione integrativa. Autonomia scolastica e differenziazione retributiva del personale della scuola, attraverso l’attribuzione del salario accessorio, nascono quindi strettamente legate. Ma, ricordiamolo, il Fondo di Istituto non è nient’altro che una parte del monte salariale complessivo dei lavoratori della scuola destinata a retribuire prestazioni lavorative aggiuntive: è una quota che potrebbe essere suddivisa tra tutti, ma che viene destinata – previa contrattazione di istituto – a pochi.

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La fine dell'impero

Una società basata sul predominio, di conseguenza e inevitabilmente, è una società competitiva e conflittuale.

La competizione è innescata dalla disuguaglianza: in una società di dominatori e dominati è naturale aspirare a dominare qualcuno, ad essere superiori a qualcuno, per quanto in basso si stia; è naturale sentirsi un po’ più in alto se c’è qualcuno sotto di noi.

La competizione è, per sua stessa natura, destinata a crescere sempre: raggiunto un obiettivo se ne presenta un altro.

La competizione sarebbe dunque infinita, se non fosse che la competizione interspecifica finisce, inevitabilmente, con l’estinzione della specie; così come la competizione sociale finisce con la disgregazione della società.

La società di guerra e progresso è giunta a tale punto finale: sta crollando sotto il suo stesso peso, si sta disintegrando in forza della pressione stessa alla quale le sue proprie leggi la sottopongono.

L’Impero, attraverso i millenni, è andato progredendo. Il suo obiettivo, se obiettivo si può chiamarlo, è sempre stato di ampliare le proprie conquiste.

Gli stati guerrieri, dagli assiri ai romani, dai mongoli agli spagnoli, dagli inglesi agli statunitensi, andavano sempre avanti, tesi a sottomettere più popoli e a conquistare più terre possibile. Tesi alla conquista del mondo. Infine, l’imperialismo capitalista ce l’ha fatta: unendo guerre, capitali, scienza, cultura e tecnologia, l’impero sovranazionale ha conquistato l’intero globo. A parte qualche “stato canaglia”.

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8 marzo a Roma: educatrici maestre e amministrative unite in una bella giornata di lotta

Roma – venerdì, 08 marzo 2013

Oltre 600 educatrici ed insegnanti del Comune di Roma hanno partecipato questa mattina all'assemblea indetta dall’USB in Campidoglio occasione dell'8 marzo.

 "È stata davvero una bella giornata di lotta", commenta Claudia Bruschi, dirigente USB del settore Scolastico Educativo del Comune di Roma. “Le lavoratrici erano così tante che abbiamo dovuto spostare la nostra assemblea dalla Sala del Carroccio alla piazza del Campidoglio”.

 “Siamo molto soddisfatte – sottolinea Bruschi - perché è stato bello vedere tante donne determinate a far valere i propri diritti. Durante l'assemblea sono stati messi a fuoco tutti i problemi che attraversano il settore; dalle strutture chiuse alle migliaia di precarie in attesa di percorsi di stabilizzazione. Le lavoratrici hanno poi deciso di rendere visibili i loro problemi ed hanno raggiunto il sindaco presso la sala della Protomoteca, dove si sono unite alle lavoratrici precarie dei servizi amministrativi ed hanno chiesto a gran voce risposte immediate”.

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Ospedale dell'Angelo di Mestre - A proposito della vicenda dell’’arresto di Piergiorgio Baita, dell’impresa Mantovani, per frode fiscale nell’ambito dell’inchiesta per tangenti

02/03/2013

Il terremoto giudiziario che si è abbattuto sul sistema delle opere pubbliche a Venezia evidenzia non solo l’opacità dei tanti appalti, ma riaccende necessariamente una luce inquietante sulla procedura del meccanismo di finanziamento dei project financing nella sanità e sulla mancanza di trasparenza nella gestione delle Asl e dei loro servizi.

L’imprenditoria sanitaria privata creata dai project financing, in questi ultimi anni, ha acquisito risorse sempre più consistenti nel nostro territorio, legando attraverso gli affari politica, immobiliaristi, multinazionali e banche.

Apprendiamo quindi con sgomento l’interpretazione che “…la Mantovani ha salvato il bilancio del Comune di Venezia" (Corriere del Veneto 1 marzo 2013), quando di fatto i cittadini veneziani stanno pagando un DEBITO ENORME per il nuovo Ospedale di Mestre, costruito male, pieno di errori strutturali, disorganizzato, con un numero insufficiente di posti letto, con una drammatica situazione di carenza di organico e che si sta rivelando un cantiere permanente.

Un Ospedale che è stato consegnato dall’Asl 12 Veneziana, dopo la svendita del suo ricco patrimonio immobiliare pubblico con conseguente speculazione urbanistica e scempio del territorio, alla "Società di Progetto" - capofila Mantovani -  che ha costruito la struttura sino "al completo ristoro dell'intero costo e del giusto guadagno"…

Se il privato non rientrerà nei tempi previsti dalle spese che ha investito - novembre 2032!! -, anche per la necessità di altri lavori "complementari", sarà legittimato a chiedere la gestione di altri servizi ed attività in appalto e/o di prolungare i periodi di gestione, com'è già avvenuto.

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Reddito minimo garantito, superate le cinquantamila firme.

13 febbraio 2013

"Abbiamo raggiunto e superato l'obiettivo delle 50mila firme necessarie alla proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito", così in una nota Tilt, la rete generazionale della sinistra diffusa, annuncia la conferenza stampa che si terrà domani mercoledì 13 febbraio alle ore 12 nella sala stampa della Camera dei Deputati, via della missione, 4 nei pressi di Piazza Montecitorio, a Roma.

Da giugno a dicembre 2012 si è svolta in Italia una grande campagna nazionale di raccolta firme per una proposta legislativa di iniziativa popolare per istituire un reddito minimo garantito nel nostro Paese. Oltre 170 le adesioni di associazioni, reti sociali, movimenti, circoli territoriali, sedi sindacali; più di 40 le adesioni a firma singola di personalità della cultura, della politica, della società civile, di sindaci ed assessori di enti locali.

Una grande campagna popolare e sociale che ha coinvolto 200 città, con più di 250 iniziative, banchetti, incontri pubblici e che ha consentito di superare nei sei mesi le 50mila firme necessarie.

Le firme raccolte saranno consegnate entro i primi 100 giorni della nuova legislatura, affinché la proposta di legge non rimanga solo una dichiarazione di intenti.

"In questo strano paese in cui i media e la politica fanno fatica a parlare di uno strumento diffuso in tutta Europa come il reddito minimo garantito, un insieme si associazioni e alcuni partiti della sinistra, lontano dai clamori e dai riflettori hanno dato vita ad una splendida campagna che ha fatto parlare di sè nei circoli come nelle piazze, hanno costruito banchetti e manifestazioni e hanno intercettato oltre 50000 persone disposte a firmare per ottenere un diritto, per loro ma soprattutto per le generazioni senza futuro", così dichiara la portavoce Maria Pia Pizzolante. "Per il futuro, per il presente, per le persone chiederemo al prossimo governo di istituire il reddito minimo garantito!"

 

Da Aria precaria – Rete antiprecarietà

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