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Strage di Viareggio: Report 25 marzo, udienza preliminare disastro ferroviario 29 giugno 2009

marzo 27, 2013

All’interno dell’aula, presenti circa 80 parti offese, soprattutto familiari e rappresentanti di Associazioni che intendono costituirsi parte civile. Inoltre, presenti assessori in rappresentanza dei Comuni della Versilia e di Lucca, nessuna rappresentanza del Comune di Viareggio.
Nessuno dei 32 imputati presente, solo i loro avvocati.
L’inizio dell’udienza, previsto per le ore 9.30, ha inizio dopo quasi due ore e trenta di
attesa, alle 11.50 circa.
Il giudice A. Dal Torrione procede con l’appello, prima degli avvocati, poi delle parti offese.
Dopodiché chiede se ci siano contestazioni o problematiche rispetto alle notifiche.
Sollevano obiezione i legali di Trenitalia, Fs Logistica, RFI e Pacchioni (Cima Riparazioni) come persona fisica, ma specifica che, anche se l’azienda Cima ha ricevuto la notifica, il fatto che il referente Pacchioni non l’abbia ricevuta, travolge in questa “posizione” anche la Cima impresa.
Tutte e quattro le società chiedono la “nullità del rinvio a giudizio ex art. 415 bis del c.c.p.”. In sostanza chiedono l’annullamento del procedimento che deve ricominciare con l’invio e il ricevimento da parte dei 4 dell’avviso chiusura indagini (art. 415 bis) che dovevano aver ricevuto a giugno 2012.

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USB Coop Campania: battaglia vinta contro tutto e tutti

 

Napoli – martedì, 28 maggio 2013

La battaglia iniziata da USB per dire no all'imprenditoria privata ed a salvaguardia dei livelli occupazionali è stata vinta contro l'ignavia dei consiglieri di amministrazione, contro la complicità delle segreterie dei sindacati confederali ma soprattuttio contro la miopia politica e gestionale dei vertici Unicoop.

 La vertenza dei lavoratori Coop della Campania è l’esempio della riappropriazione di sovranità degli stessi sulle burocrazie sindacali che, in complicità con Unicoop Tirreno, hanno tentato di svendere ad un privato la storia della cooperazione in Campania, i diritti dei lavoratori ed il concetto stesso di democrazia.

 Dopo aver abbattuto il muro di omertà che copriva la trattativa grazie alla partecipatissima conferenza stampa, trasformatasi in assemblea, del 19 novembre 2012 indetta dall'USB Lavoro Privato a Napoli che ha fatto emergere le contraddizioni della COOP in Campania, si sono susseguite iniziative e scioperi senza sosta, un referendum che ha visto la vittoria schiacciante dei non approvo con oltre il 90% ed ha fatto emergere la complicità delle organizzazioni sindacali concertative con i piani aziendali e il loro totale abbandono di una qualsiasi prospettiva di conflitto. Tutto già visto alla FIAT, solo che qui, come al San Raffaele di Milano, la stragrande maggioranza seguendo le indicazioni dell’USB ha detto NO.

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Giornata Mondiale contro l’amianto

In ricordo di tutti i lavoratori assassinati in nome del profitto

 

contro lo sfruttamento degli esseri umani e la distruzione della natura

 

Sabato 27 aprile 2013           

Il 28 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’amianto.

Ogni 5 minuti, una persona nel mondo muore a causa dell’amianto: 120.000 persone ogni anno nel mondo ne sono vittime. I danni provocati all’ambiente e agli esseri umani sono giganteschi. Questa strage avrà il suo picco massimo attorno al 2020 – 2030. In Italia ci sono circa 4.000 morti all'anno.

  La strage provocata dall’amianto è uno dei più grandi “crimini di pace” del XX° secolo e in Italia sono ancora molte le questioni aperte. Le bonifiche delle coperture in cemento-amianto (si stima in circa 32 milioni di tonnellate), la bonifica delle reti degli acquedotti con migliaia di km. di tubazioni in cemento/amianto per l'acqua "potabile", delle scuole, degli edifici pubblici e dei siti industriali dismessi è un problema non più rinviabile e una vera emergenza.

  Una società civile non può accettare che l’unico diritto riconosciuto sia quello di fare profitti a scapito di tutti gli altri “diritti umani”. Contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali si deve alzare forte la voce di tutti i lavoratori e dei cittadini, perché la salute viene prima del profitto.

  Sono centinaia le vittime dell’amianto che hanno lavorato nei cantieri e in fabbrica, alla Breda, alla Falck, alla Pirelli, all’Ansaldo e alla Marelli. Per ricordare i lavoratori morti e impedire che altri continuino a morire dobbiamo alzare forte la nostra voce. Basta morti sul lavoro e di lavoro!

Le fibre d’amianto non guardano in faccia nessuno. Manifestare insieme alle vittime e alle loro famiglie per onorare tutti i morti d’amianto e dello sfruttamento è difendere la propria salute e la propria vita.

 

Da Comitato Difesa Salute, Sesto S. Giovanni (MI)

 

                                   

 

 

 

 

ATAC: Occupata La Sede Di Via Prenestina 145. Gli Autisti Sul Tetto, Basta Con Gli Stipendi Faraonici Ai Dirigenti, Difendiamo Il Diritto Alla Mobilità

Roma – giovedì, 23 maggio 2013

Un gruppo di autisti aderenti alla USB è da poco salito sul tetto della palazzina della direzione di ATAC, l’azienda dei trasporti di Roma, in  via Prenestina 145.

 I lavoratori hanno srotolato due striscioni con le scritte:  “ATAC: 1,6 MILIARDI DI INDEBITAMENTO, LO PAGANO I CITTADINI E I LAVORATORI” e “MENO SOLDI AI DIRIGENTI PIÙ SERVIZI PER L’UTENZA”.

 Davanti l’azienda un gruppo di attivisti ha diffuso un volantino con le motivazioni della protesta.

 “Sono mesi che denunciamo un aumento dei carichi di lavoro e un attacco alle condizioni di salute dei lavoratori. L’azienda si trincera dietro il forte passivo economico accumulato ma lascia inalterati i super stipendi per manager e dirigenti”,  ha dichiarato Walter Sforzini, dell’esecutivo provinciale di USB

 “Questa direzione aziendale – ha aggiunto Sforzini – dimostra di essere molto più interessata allo stipendio che al futuro dell’azienda, sul quale soffiano forti rischi di privatizzazione”.

 
Con questa protesta l’USB vuole segnalare alla cittadinanza i veri motivi dello sciopero di domani, che riguardano le condizioni dei lavoratori ma anche la salvaguardia del servizio e la difesa del diritto alla mobilità per tutti i cittadini romani.

Da USB

 

Alfa Romeo di Arese: Causa di Appello dei licenziati contro INNOVA e ABP

Interrogato il capo dei licenziati.

CONFERMATA LA SIMULAZIONE DI CONTRATTO DI APPALTO.

La sentenza rinviata al prossimo mese.

L’8 maggio 2013, ennesima udienza della causa di appello a Milano degli operai Alfa Romeo licenziati 27 mesi fa da Innova Service.

I Carabinieri di Arluno, su ordine del Tribunale di Milano, hanno tradotto in aula Cosimo Riglietti,

“coordinatore” degli operai licenziati da Innova Service 27 mesi fa e da 27 mesi in presidio alla portineria sud ovest dell'Alfa Romeo.

Rispondendo alle domande dei tre giudici del Tribunale di Appello, il Riglietti, pur all'inizio in grave difetto di memoria, ha confermato quanto già emerso molto chiaramente negli interrogatori sentiti nella scorsa udienza:

  1. Era ABP, attraverso i suoi responsabili Simone Romano e Patrizia Ferrario, a dare puntualmente gli ordini a Innova Service riguardo ai lavori da effettuare sul sito dell'Alfa Romeo di Arese;

      2. Era ABP ad acquistare e a fornire gran parte degli attrezzi in dotazione a Innova Service;

      3. L'11 febbraio 2011 furono licenziati gli operai di Innova Service, controllata da Angela Di

          Marzo.Dallo stesso giorno ABP ha passato gli stessi appalti alla società DM (portineria),

         controllata  da Angela Di Marzo, e alla società ISMI (manutenzione, pulizie, giardinaggio,

         ecc..), controllata sempre da Angela Di Marzo.

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