Vaccinicidio: una sineddoche

I casi di malattie attribuibili a vaccinazioni sono una parte di un tutto molto più ampio. Ci riferiamo ai circa 4000 casi segnalati alla Commissione d’Inchiesta del Senato, dal Col. Roberto Biselli nella sua audizione, o ai 2536 casi NOMINATIVI, segnalati nel 2007 alla Commissione d’Inchiesta, siano dovuti solo ai vaccini è del tutto errato.

E ciò sotto due aspetti: da una parte l’esistenza di vaccini che hanno lasciato sospetti in fatto di affidabilità (vedi ad esempio il Neotyf che è stato ritirato dal commercio), e dall’altra, sotto l’aspetto delle modalità di somministrazione dei vaccini stessi. In sostanza dosi eccessive scriteriatamente adottate.

Se si ammettesse che tutte le malattie sono addebitabili ad errori della Sanità Militare, probabilmente sarebbe necessario imbarcare su un piroscafo la Sanità tutta intera e inviarla per un periodo di lavori forzati alla Cayenna.

Forse con un poco di non ingiustificata malizia, possiamo pensare che la figura retorica evocata della sineddoche possa costituire uno stratagemma per nascondere la realtà della situazione. Le figure retoriche, infatti, possono essere pensate come delle mosse strategiche per depistare colui  al quale sono destinate. In strategia, per esempio (e ce lo hanno insegnato i 36 stratagemmi cinesi di 3 mila anni fa) può essere utile far passare un plotone per un reggimento al fine di indurre in errore l’avversario, oppure far passare un reggimento per un plotone al fine di spaventare l’avversario.  In questo senso il far passare la parte (casi di malattia verificatisi per vaccini) per il tutto (casi complessivi di malattia) può costituire un depistaggio “strategico”. Del resto, come da tempo si sa, c’è chi ritiene che il linguaggio serva sostanzialmente per ingannare.

Una riflessione di questo tipo non può essere evitata quando si addebita ai vaccini la causa di tutti i mali.

 

Falco Accame

 

Traccia dell’intervento per il dibattito “1980: i 35 giorni che hanno cambiato l’Italia. Cause ed effetti della madre di tutte le sconfitte”

Organizzato da Sinistra Critica nel 30° anniversario dell’ottobre 1980   circolo ARCI Oltrepo di Torino - venerdì 22 ottobre 2010

raccontano la storia: Nino De Amicis, storico del movimento operaio – Pietro Perotti e Cesare Allara, già delegati FLM Fiat Mirafiori – Franco Turigliatto, responsabile Lavoro LCR anni ’80

 

Due sono le domande a cui rispondere per capire gli avvenimenti torinesi dell’autunno 1980 e la relazione che essi hanno con la situazione attuale.

La sconfitta dei lavoratori ai cancelli della FIAT dopo 35 giorni di lotta era inevitabile? E se non ci fosse stata quella sconfitta, oggi i rapporti di forza fra le classi in Italia sarebbero diversi da quelli che sono? In altre parole, e per stare all’affascinante titolo del dibattito, l’autunno 1980 a Torino è la madre di tutte le sconfitte?

Alla prima domanda rispondo con quasi assoluta certezza in modo affermativo. Forse, un forse oltremodo aleatorio, se gestita in modo più energico dalle avanguardie del consiglio di fabbrica, la battaglia dei 35 giorni avrebbe potuto finire in un modo meno catastrofico, ma la guerra a mio avviso era ormai irrimediabilmente perduta.

Se quanto ho affermato è vero, conseguentemente l’autunno 1980 ai cancelli della FIAT non può essere considerato la madre di tutte le sconfitte. La matrice della sconfitta degli operai FIAT va invece ricercata negli avvenimenti degli anni ’70 e soprattutto nelle scelte politiche che in quegli anni fecero i sindacati e i partiti della sinistra: insomma, a mio avviso, l’ottobre 1980 notificò una sconfitta che era già maturata ampiamente in precedenza.

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Inidonei & Governo Letta La mobilitazione continua

11/07/2013

Estate 2013                  Inidonei/Precari ATA/ITP

“ Quest’estate non cambiare, stessa piazza stesso mare”

Mercoledì 10 luglio  Ore 14-18     Sit-in a tema presso il MIUR

 12- 14 luglio Castello di Genazzano - Gruppi di lavoro seminariale- Bilancio delle mobilitazioni e pianificazione delle nuove linee di intervento

15-30 luglio 2013 Roma  Presidi/Sit-in/Flash mob

COMUNICATO STAMPA - Inidonei & Governo Letta

Senatori e Deputati presentano un disegno di legge.

Tutti i partiti firmano

Il Governo ne impedisce l’approvazione

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Comunicato Iniziativa della R.S.U. del’ ASP Golgi Redaelli - Milano

Venerdì 12 Luglio 2013

Oggi 11 Luglio 2013 alle ore 10.30 in circa 200 ci siamo ritrovati in piazza duomo a Milano, tutti partiti dai 3 istituti siti a Vimodrone, Abbiategrasso, e a Milano, amministrati dall’ ASP Golgi Redaelli con sede in via Olmetto.

E dopo 4 presidi nei rispettivi sedi di lavoro, abbiamo deciso con tutta la RSU Aziendale che comprende La C.U.B, Lo Slai Cobas, U.S.B., C.G.I.L.,C.I.S.L., con maggioranza rappresentata dal sindacalismo di base, abbiamo deciso con qualche riluttanza dei Confederali di agire e ci siamo organizzati in corteo e percorrendo le vie del centro di Milano, sino ad arrivare alla sede Centrale della nostra Azienda.

Dopo una piccolissima opposizione delle forze dell’ordine siamo entrati nel cortile e ci siamo riuniti in assemblea. I delegati e i lavoratori hanno relazionato le questioni della protesta:
No al progetto RSA in atto nell’istituto di Milano Bande Nere, un progetto che si è rivelato inutile No alla diminuzione del personale notturno, un solo operatore di notte.
No alla riassunzione dei dipendenti andati in pensione.

Dopo una trattativa tra R.S.U., Digos e Azienda, siamo stati convocati dal’ azienda, cosi riaprendo un tavolo di trattativa ormai chiuso da molto tempo su questi temi spinosi.

Alla fine della trattativa che è durata circa 2 ore l’azienda e la R.S.U. ci ritroveranno a breve
entro e non oltre 3 giorni per ridiscutere tutti i punti messi sul tavolo della trattativa.

 

CUB Sanità Italiana- Confederazione Unitaria di Base

 

 

 

 

Pomigliano, assemblea sindacale off limits per chi sta in cassa integrazione

12 luglio 2013

A Pomigliano stamattina era stata convocata una assemblea dai “ Sindacati Firmatari”. Un assemblea di lavoratori? Nemmeno per sogno. O meglio, solo per metà, quelli in produzione. Fuori, quindi, le tute blu in cassa integrazione, che ad attenderli hanno trovato le forze dell’ordine. Fim-Uilm-Fismic, che hanno portato qui tutti e tre i loro segretari nazionali, evidentemente non hanno voluto correre rischi. La loro era una assemblea “a invito” per fare il punto della situazione a Pomigliano, a cinque mesi dal trasferimento di ramo d'azienda della newco Fabbrica Italia Pomigliano, in Fiat group automobiles. I lavoratori che si fossero presentati non compresi negli elenchi sarebbero stati considerati degli estranei. E così è andata. “Questa è la Fiat, questi sono i loro sindacati di comodo – sottolinea Sergio Bellavita, ex segretario nazionale della Fiom -. Altro che disgelo, ci vuole una nuova Piazza Statuto!”.

Da AriaPrecaria

 

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