"Partito Ikea” contro lavoratori in lotta.

2 Giugno 2014

Discriminazione sindacale e licenziamenti politici. Questo il reale contenuto della lotta in corso al Deposito Centrale Ikea nel tentativo di muovere un affondo in grande stile a quella forza sindacale, il SI.COBAS, che in questi anni, a Piacenza come nel resto del paese, ha messo a nudo il vergognoso sistema di rapina, truffa ed evasione fiscale che permea la cosiddetta “cooperazione” ed il mondo degli appalti, soprattutto nel settore della logistica.

Su questa battaglia si è mosso il “partito IKEA”, che riunisce in un blocco sociale monolitico istituzioni, forze politiche di governo ed “opposizione” e sindacati confederali che puntualmente si esprimono e muovono iniziative tese a criminalizzare la lotta e la resistenza dei lavoratori nostri associati.

Un’iniziativa premeditata che ha utilizzato pretestuosamente e alla perfezione la decisione di un medico del lavoro che ha rifiutato le urine in provetta di un lavoratore in quanto “non abbastanza calde”, mettendone in discussione la provenienza e decidendo, conseguentemente, di non destinarlo all’utilizzo del carrello per motivi di sicurezza. Casualmente, tra i tanti lavoratori presenti nel sito, questo lavoratore è uno dei delegati sindacali più in vista nel Deposito e lo scrupoloso controllo delle urine fatto la settimana successiva è risultato negativo.

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Gli ordini delle lobbies multinazionali diventano legge in Europa, la democrazia diventa un controsenso

aprile 2014

Pagate i debiti e fate le grandi opere! I governi svendono le proprietà pubbliche, le multinazionali se le comprano a prezzi stracciati, coi soldi di tali vendite-privatizzazioni i governi ripagano una parte del debito alle banche, i debiti con le banche i governi li hanno fatti per pagare le Grandi Imprese Multinazionali che realizzano le Grandi Opere, i padroni delle Grandi Imprese delle Grandi Opere pagate dai governi nazionali sono anche i padroni delle banche con cui i governi hanno contratto i debiti e sono anche i padroni delle multinazionali che si comprano le imprese pubbliche (cioè nostre).

Oplà! Il gioco è fatto, il trucco c’è ma non si vede. Anche perché l’assistente del Mago (“media ufficiali”, si chiama) fa di tutto per distrarvi.

La crisi del capitalismo imperiale (o, se preferite, dell’impero globale capitalista), quella crisi prodotta dalla stessa natura della sua economia, è ormai diventata incompatibile con qualsiasi forma, seppur blanda e quasi del tutto formale, di democrazia. Il “quasi” non è più tollerabile.

Perché? Perché la crisi economica, cioè il ridursi della “torta da spartire”, fa sì che i potentati economici decidano di non “spartire” più niente con i lavoratori e con i popoli.

Per raggiungere questo obiettivo (niente più pensioni, niente più servizi pubblici, salari da fame ecc. ) sono però indispensabili due condizioni: la prima è una dittatura politica; la seconda è il rintronamento mediatico della plebe, che non deve accorgersi della dittatura se non quando sarà troppo tardi.

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Il parco del Pollino ostaggio della lobby dell’energia

La centrale uccide il parco

Era nell’aria. Nonostante la presenza ieri a Castrovillari di una nutrita rappresentanza delle comunità e dei movimenti della valle del Mercure e del Pollino, contraria alla riattivazione della centrale Enel di Laino, la Comunità del Parco con il suo presidente pro tempore, Sandro Berardone, ha votato a maggioranza per il si alla riattivazione della centrale. Contrari solo i sindaci di Viggianello, Rotonda, San Severino Lucano, Morano Calabro e Acquaformosa. Le forti lusinghe politiche sui rappresentanti delle due Regioni e le promesse ai sindaci fatte da Enel – riferiscono i cittadini – hanno convinto anche i sindaci che in passato si erano dichiarati contrari, ribaltando così una decisione contraria presa in passato dalla Comunità del parco, oggi invece schieratasi per il si. A dare manforte al fronte del si, c’era ieri a Castrovillari anche il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella che, dopo le contestazioni di Marsico Nuovo ha preso parte all’incontro decisivo favorevole alla centrale. Presenti anche l’assessore all’ambiente della Regione Calabria, con il contestatissimo presidente del parco, Domenico Pappaterra.

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Appello alle autorità lombarde e al governo: non costruite!

Appello al Sindaco e al Consiglio Comunale di Milano, al Presidente e al Consiglio della Regione Lombardia, al Presidente e al Consiglio Provinciale di Milano, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Parlamento della Repubblica.

 

- Non costruite nuove autostrade ; impiegate le risorse disponibili  per il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile , per bonificare aree inquinate e migliorare il paesaggio urbano.

- Non costruite a Milano l’autostrada in città, la vecchia Gronda Nord /Strada Interquartiere  Nord; trasformate il suo tracciato in corridoio verde, ciclopedonale e metro- tramviario.

- Non costruite un canale, chiamato impropriamente ‘via d’acqua’,  che devasterebbe quattro parchi urbani; riqualificate e salvate i navigli rispettando la loro storia e le loro caratteristiche paesaggistiche.

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Montecchio Maggiore (VI)- Sciopero dei lavoratori della coop. Libera

Dalle 5 di mattina di lunedì 27 gennaio le lavoratrici e i lavoratori, anzi,
“soci lavoratori” della cooperativa Libera di Occhiobello (Ro), impiegati
presso la Xylem, multinazionale americana che produce macchinari per il
trattamento delle acque, sono in sciopero e permangono davanti ai cancelli
della fabbrica.   
Lo stato di agitazione è stato proclamato dall’assemblea dei lavoratori in
seguito al trasferimento a Monselice (Pd) del loro delegato sindacale. Un atto
gravissimo, una ritorsione contro chi si è esposto in prima persona per
organizzare i compagni di lavoro, aderendo massicciamente ad Adl Cobas e
costituendo la RSA, per tutelare i lavoratori/lavoratrici che operano in regime
di subappalto per conto della Arcese Trasporti di Arco (Tn), che ha in appalto
la logistica della Xylem.

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