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MST - Movimento dos Trabalhadores Sem Terra

L'affermazione che l'agrobusiness [Agronegócio] è un modello “responsabile” per l'alimentazione del paese e l’impiego di forza lavoro contadina va a pezzi quando si guardano i dati della zona rurale brasiliana.

Secondo il censimento delle zone rurali dell’IBGE [Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica], la maggior parte della produzione alimentare (70%) della popolazione brasiliana e l'occupazione dei lavoratori (74%) è dovuta all’agricoltura familiare [Agricoltura Camponesa = Agricoltura Contadina], pur avendo meno credito (14%) e poca terra (24%).

L’industria agro-alimentare, a sua volta, concentra terra (76%), riceve più crediti (86%) e produce solo il 30% di ciò che viene consumato dalla popolazione. Il resto della produzione, per lo più “commodity” [produzione considerata “merce”], viene esportata.

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Censimento amianto porta-a-porta

Dopo circa tre mesi di preparazione burocratica, tecnica, organizzativa e logistica, l’Associazione Regionale ex-Esposti Amianto comunica che ha avuto inizio il 3 giugno 2013 il progetto “Censimento edifici pubblici e privati con presenza di amianto nel territorio di Oristano, ex frazioni e borgate”.

Preme ricordare che il territorio di Oristano ha il primato negativo di inquinamento da amianto causato dalla presenza dei centri di produzione di fibro-cemento (amianto) in Sardegna.Fino al 1992, anno di dismissione della produzione e commercializzazione dei prodotti, si è fatto grande uso non solo nelle strutture industriali, commerciali e zootecniche, ma anche soprattutto nelle civili abitazioni e nelle strutture pubbliche quali asili, scuole, palestre, tribunali, ospedali e condutture idriche ad uso agricolo e potabile.

Negli anni è stata accertata la pericolosità della fibra in amianto, che se inalata, provoca malattie cancerogene come asbestosi e mesotelioma pleurico ed altre. In considerazione di quanto premesso, si rende necessario intervenire con urgenza per conoscere la reale consistenza dei materiali in amianto e la loro dislocazione nella città di Oristano, ex-frazioni e borgate. Pertanto l’Associazione Regionale ex-Esposti Amianto di Oristano, essendo stata accreditata dall’ Assessorato Lavoro e Formazione della Regione Sardegna per il progetto sopra citato, ha la possibilità di avvalersi dell’operato di giovani inseriti nell’elenco regionale “Bando Giovani” per le politiche del lavoro e l’occupazione anno 2011/2014.

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Ortaggi al tuolene e grano all’amianto a Caivano. Il commento di Antonio Marfella

di Giorgio Amico,   26 Maggio 2013  

È ancora Caivano lo scenario dello scempio di una malavita senza scrupoli, che avvelena terreni agricoli destinati alla coltivazione di ortaggi, nascondendo nel suolo rifiuti pericolosissimi per la salute.

Si tratta dell’ennesimo ritrovamento delle prove dello sversamento illecito di rifiuti tossici. Dopo il caso del campo di cavolfiori avvelenato, di qualche mese fa, adesso è la volta di un campo coltivato a broccoli, che è stato sequestrato ieri dalla Guardia Forestale a Caivano, a nord di Napoli.

La forestale ha messo sotto sequestro un’area di circa 20 mila metri quadrati, in cui c’è stato il ritrovamento shock di un pozzo usato per l’irrigazione, inquinato con sostanze cancerogene come il manganese, floruri e addirittura un idrocarburo della classe degli alchilbenzeni, il toluene.

Questa sostanza, usata come solvente nelle lavorazioni industriali, è altamente corrosivo e viene conservato in recipienti di vetro in quanto è in grado di sciogliere anche la plastica. Da una rapida ricerca su Internet, leggiamo: “Il toluene danneggia i nervi, i reni e probabilmente anche il fegato. L’inalazione dei suoi vapori produce sintomi di stanchezza, nausea, confusione, disturbi alla coordinazione dei movimenti e può portare alla perdita di coscienza. Un contatto regolare può produrre un’intossicazione dagli effetti euforizzanti. I vapori di toluene hanno un effetto narcotico a carico degli organi respiratori”.

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Centro Olio Viaggiano, “Bluewater approvato al buio: firmata l’ipoteca definitiva sul Pertusillo” – Cova Contro: nuova “marchetta elettorale” che rafforza l’unione tra Bardi ed Eni

20 marzo 2024

 

Rilanciamo la nota di Giorgio Santoriello (Cova Contro) pubblicata su basilicata24.it

Nonostante i ricorsi pendenti al Tar sul primo giudizio favorevole di compatibilità ambientale, al quale noi ed altri ci siamo opposti, in attesa di sentenza, la giunta Bardi prima del voto ha firmato l’ipoteca definitiva sul Pertusillo, approvando il Bluewater. Si conferma la visione neocolonialista della giunta regionale che stende tappeti rossi alle compagnie petrolifere ed impedisce ai cittadini di comprendere e partecipare ai processi decisionali, nonostante la storia ad oggi abbia dato ragione alle paure ed alle denunce di questi ultimi.

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Attiva a Potenza l’associazione esposti all’amianto

Se si parla di emergenze ambientali, la prima cosa che viene in mente è l’aria che respiriamo perché è quella più inquinata e meno «visibile». Ci sono, però, molte altre emergenze, grandi e piccole, più o meno nascoste, che costituiscono minacce gravi per la salute e per l’ambiente. Tra queste, l’amianto è il killer più subdolo perché è causa di moltissime vittime, il cui effetto si manifesta con tempi lunghissimi di latenza. La cronaca degli ultimi giorni ha portato alla luce il degrado ambientale dell’area comunemente nota come ex-Cip zoo, sita nella zona industriale di Rossellino a Potenza, dove un comitato di cittadini insieme ad attivisti del Movimento 5 Stelle ha manifestato e protestato per le condizioni allarmanti dei prefrabricati ancora abitati e dei capannoni dismessi le cui coperture sono realizzate in eternit, manufatto con un contenuto in amianto crisotilo del 12÷18 %.
In Regione esistono molti siti contaminati, accanto ad aziende nelle quali giovani lavoratori continuano ad operare; esistono «siti di interesse nazionale», vere bombe ecologiche, spesso all’interno di centri urbani, che aspettano, di essere disinnescate (si pensi all’area dell’ex Liquichimica Meridionale S.p.A.). L’amianto è presente nei tetti delle case, delle scuole, negli ospedali, nel terreno, nell’acqua.
Esistono le “morti dimenticate” le cui vedove inconsapevoli della causa di morte dei propri coniugi non hanno saputo o potuto far valere i propri diritti, impegnate a crescere figli piccoli prive del più elementare sostentamento.

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