Uranio: Visita Della Commissione D'inchiesta Del Senato Al Poligono Di Nettuno

Uranio: Visita Della Commissione D'inchiesta Del Senato Al Poligono Di Nettuno

 

In relazione alla visita programmata della Commissione presso il poligono d'uso internazionale di

Nettuno, si allegano due articoli tratti dal settimanale locale "Il caffè" del 2 marzo 2004 e 15 aprile

2004. In questi articoli si segnala l'alto tasso di tumori registrato nella zona e si segnala anche la possibilità

della presenza di (ilio tempore) di un lotto di armi di produzione israeliana calibro 105/51. Questo

calibro è stato in dotazione ad esempio dei nostri mezzi blindati Centauro. Tali mezzi che hanno

operato tra l'altro in Somalia, potrebbero aver impiegato proiettili all'uranio impoverito (originariamente

di produzione tedesca e venduti a Israele e da Israele a noi). In merito si allega un articolo del

quotidiano Il Tempo del13 febbraio 2001. E' bene tener presente che la Germania è il paese che per primo (1942)

ha approntato proiettili all'uranio. Si trattava però di uranio  naturale e non di uranio  impoverito.

Le prime armi all'uranio impoverito sono state prodotte in Usa con il materiale di scarto delle centrali nucleari.

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La risposta di Falco Accame a Vittoria Iacovella

Roma, 10/10/2012 

Gentile dottoressa Iacovella,

ho letto il Suo scritto “Vaccinazioni sbagliate e fatte male dietro i tumori dei soldati italiani”. Mi riferisco in particolare alla frase “per anni si è parlato di uranio come causa di tumori che hanno colpito i militari italiani. Adesso però la Commissione d’Inchiesta del Senato ha individuato un altro possibile motivo: le vaccinazioni fatte con tempi e controlli sbagliati”.

Non credo si tratti di una SCOPERTA della Commissione per il semplice fatto che si tratta di una problematica che si è posta in Italia circa una decina di anni fa e all’estero circa una ventina di anni fa.

Per quanto riguarda l’Italia cito il seguente comunicato AGI del 24 febbraio 2002.

“OSSERVATORIO: MILITARI MORTI PER VACCINI NON PER URANO – (AGI) – Roma, 5 feb. – I decessi per leucemia dei soldati italiani impiegati nei Balcani sarebbero stati provocati da “vaccinazioni selvagge” e non da uranio come si è sempre pensato. Sostanze tossiche presenti nelle fiale di vaccino, “interagendo con un ambiente fortemente tossico e contaminato quale quello in cui operavano i militari” possono aver agito da attivatori di malattie. E’ verso questa direzione che si sta indirizzando l’attività di indagine dell’Osservatorio militare permanente coordinato dal maresciallo Domenico Leggero.

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Ripartire dall'ambiente

 

RIPARTIRE DALL'AMBIENTE

 

Non vi nascondo che andare in giro per le strade della Calabria mi provoca sempre una pena indicibile. Il territorio disseminato di ecomostri è la prova tangibile, la testimonianza più vergognosa dello sfruttamento selvaggio del territorio. E dietro tutto questo c’è invariabilmente la Calabria dei piccoli abusi edilizi tollerati da sempre, che, nell’assenza totale di interventi, ha finito per sfregiare irreparabilmente coste e montagne, colline e aree, cosiddette, protette. E’ stato calcolato che ogni 150 metri una cicatrice segna il territorio. Il paesaggio devastato è l’immagine emblematica della Calabria e non è certo la creatività di Oliviero Toscani che servirà alla Calabria per recuperare i danni di immagine che ne derivano. La favoletta della “vocazione turistica” è rimasta solo lo stanco leit-motiv di politici a corto di argomenti ed in mala fede; la Calabria, e le sue coste soprattutto, sono sempre state terra di nessuno.

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