Attiva a Potenza l’associazione esposti all’amianto

Se si parla di emergenze ambientali, la prima cosa che viene in mente è l’aria che respiriamo perché è quella più inquinata e meno «visibile». Ci sono, però, molte altre emergenze, grandi e piccole, più o meno nascoste, che costituiscono minacce gravi per la salute e per l’ambiente. Tra queste, l’amianto è il killer più subdolo perché è causa di moltissime vittime, il cui effetto si manifesta con tempi lunghissimi di latenza. La cronaca degli ultimi giorni ha portato alla luce il degrado ambientale dell’area comunemente nota come ex-Cip zoo, sita nella zona industriale di Rossellino a Potenza, dove un comitato di cittadini insieme ad attivisti del Movimento 5 Stelle ha manifestato e protestato per le condizioni allarmanti dei prefrabricati ancora abitati e dei capannoni dismessi le cui coperture sono realizzate in eternit, manufatto con un contenuto in amianto crisotilo del 12÷18 %.
In Regione esistono molti siti contaminati, accanto ad aziende nelle quali giovani lavoratori continuano ad operare; esistono «siti di interesse nazionale», vere bombe ecologiche, spesso all’interno di centri urbani, che aspettano, di essere disinnescate (si pensi all’area dell’ex Liquichimica Meridionale S.p.A.). L’amianto è presente nei tetti delle case, delle scuole, negli ospedali, nel terreno, nell’acqua.
Esistono le “morti dimenticate” le cui vedove inconsapevoli della causa di morte dei propri coniugi non hanno saputo o potuto far valere i propri diritti, impegnate a crescere figli piccoli prive del più elementare sostentamento.

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Erano tossici i cavolfiori che abbiamo mangiato a Natale

30 marzo 2013

Livelli elevatissimi di stagno, ferro, zinco e PCB. La causa? Più che i roghi tossici, va puntato il dito contro i traffici di rifiuti tossici degli ultimi decenni.

Anche la analisi confermano quello che si temeva: i cavolfiori colorati delle campagne di Caivano sono tossici e fanno male alla salute.

Le ha fatte eseguire l'associazione "Voce per tutti" dopo il sequestro dell'area. I dati vengono ufficializzati in un'intervista a Parallelo41 da Mauro Pagnano, il fotografo che ha scattato quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo.

Nel cavolo rinsecchito che vedete nella foto c'erano livelli elevatissimi di metalli pesanti: stagno (208,50 mg/kg mentre il limite è di 0,20 mg/kg), ferro (53,1 mg/kg mentre il limite è di 0,20 mg/kg) e zinco (36,24 invece di 0,20). Addirittura 700 volte superiori al limite massimo i dati relativi ai policlorobifenili, analisi fatta dalle forze dell’ordine.

Ma valori ben più alti sono stati registrati nel terreno: zinco 989 mg/kg, ferro 25272 mg/kg.

Pagnano racconta che quando hanno portato i campioni nei laboratori non hanno potuto avere subito i risultati: "Le strumentazioni a disposizione non erano tarate per quei valori e sono impazzite. I tecnici hanno dovuto resettare le macchine e fare nuove analisi. Gli strumenti non erano abituati a registrare livelli così alti”.

Le associazioni di cittadini puntano il dito soprattutto contro i roghi tossici, che negli ultimi mesi sono diventati il vero allarme ambientale delle province di Napoli e Caserta. Possibile.

Ma appare più plausibile che livelli così alti di sostanze tossiche nei terreni siano dovuti agli scarichi tossici delle aziende: rifiuti seppelliti nei terreni o sversati, sotto forma di liquami, nei canali di scolo e nelle falde.

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Liberi dall’amianto. Quali strumenti, quali prospettive

Giovedì 14 febbraio 2013, si terrà a Torino la prima udienza del processo di Appello per disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche contro i proprietari e amministratori dell’Eternit, condannati in primo grado il 13 febbraio 2012 a 16 anni di carcere.

Nonostante la condanna – non rispettata, perché i responsabili dell’Eternit, Jean Louis de Cartier e Stephan Schmidheiny, sono stati giudicati in contumacia – in tutti i luoghi infestati dalle fibre d’amianto ci si continua ad ammalare e si muore, perché lo Stato dopo aver promesso risorse per la bonifica non le ha erogate, perché non ci sono progressi sostanziali nel progetto di Centro Regionale che dovrebbe coordinare la ricerca per le cure del mal d’amianto, perché nel mondo chi si impegna fattivamente perché non vuole rassegnarsi a questo stato di cose viene isolato, delegittimato e denigrato, perché ogni anno in una città di 35.000 anime come Casale Monferrato si hanno 60 nuovi casi di mesotelioma pleurico, vissuti come qualcosa di ineluttabile.

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Uranio: Visita Della Commissione D'inchiesta Del Senato Al Poligono Di Nettuno

Uranio: Visita Della Commissione D'inchiesta Del Senato Al Poligono Di Nettuno

 

In relazione alla visita programmata della Commissione presso il poligono d'uso internazionale di

Nettuno, si allegano due articoli tratti dal settimanale locale "Il caffè" del 2 marzo 2004 e 15 aprile

2004. In questi articoli si segnala l'alto tasso di tumori registrato nella zona e si segnala anche la possibilità

della presenza di (ilio tempore) di un lotto di armi di produzione israeliana calibro 105/51. Questo

calibro è stato in dotazione ad esempio dei nostri mezzi blindati Centauro. Tali mezzi che hanno

operato tra l'altro in Somalia, potrebbero aver impiegato proiettili all'uranio impoverito (originariamente

di produzione tedesca e venduti a Israele e da Israele a noi). In merito si allega un articolo del

quotidiano Il Tempo del13 febbraio 2001. E' bene tener presente che la Germania è il paese che per primo (1942)

ha approntato proiettili all'uranio. Si trattava però di uranio  naturale e non di uranio  impoverito.

Le prime armi all'uranio impoverito sono state prodotte in Usa con il materiale di scarto delle centrali nucleari.

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La risposta di Falco Accame a Vittoria Iacovella

Roma, 10/10/2012 

Gentile dottoressa Iacovella,

ho letto il Suo scritto “Vaccinazioni sbagliate e fatte male dietro i tumori dei soldati italiani”. Mi riferisco in particolare alla frase “per anni si è parlato di uranio come causa di tumori che hanno colpito i militari italiani. Adesso però la Commissione d’Inchiesta del Senato ha individuato un altro possibile motivo: le vaccinazioni fatte con tempi e controlli sbagliati”.

Non credo si tratti di una SCOPERTA della Commissione per il semplice fatto che si tratta di una problematica che si è posta in Italia circa una decina di anni fa e all’estero circa una ventina di anni fa.

Per quanto riguarda l’Italia cito il seguente comunicato AGI del 24 febbraio 2002.

“OSSERVATORIO: MILITARI MORTI PER VACCINI NON PER URANO – (AGI) – Roma, 5 feb. – I decessi per leucemia dei soldati italiani impiegati nei Balcani sarebbero stati provocati da “vaccinazioni selvagge” e non da uranio come si è sempre pensato. Sostanze tossiche presenti nelle fiale di vaccino, “interagendo con un ambiente fortemente tossico e contaminato quale quello in cui operavano i militari” possono aver agito da attivatori di malattie. E’ verso questa direzione che si sta indirizzando l’attività di indagine dell’Osservatorio militare permanente coordinato dal maresciallo Domenico Leggero.

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