Ortaggi al tuolene e grano all’amianto a Caivano. Il commento di Antonio Marfella

di Giorgio Amico,   26 Maggio 2013  

È ancora Caivano lo scenario dello scempio di una malavita senza scrupoli, che avvelena terreni agricoli destinati alla coltivazione di ortaggi, nascondendo nel suolo rifiuti pericolosissimi per la salute.

Si tratta dell’ennesimo ritrovamento delle prove dello sversamento illecito di rifiuti tossici. Dopo il caso del campo di cavolfiori avvelenato, di qualche mese fa, adesso è la volta di un campo coltivato a broccoli, che è stato sequestrato ieri dalla Guardia Forestale a Caivano, a nord di Napoli.

La forestale ha messo sotto sequestro un’area di circa 20 mila metri quadrati, in cui c’è stato il ritrovamento shock di un pozzo usato per l’irrigazione, inquinato con sostanze cancerogene come il manganese, floruri e addirittura un idrocarburo della classe degli alchilbenzeni, il toluene.

Questa sostanza, usata come solvente nelle lavorazioni industriali, è altamente corrosivo e viene conservato in recipienti di vetro in quanto è in grado di sciogliere anche la plastica. Da una rapida ricerca su Internet, leggiamo: “Il toluene danneggia i nervi, i reni e probabilmente anche il fegato. L’inalazione dei suoi vapori produce sintomi di stanchezza, nausea, confusione, disturbi alla coordinazione dei movimenti e può portare alla perdita di coscienza. Un contatto regolare può produrre un’intossicazione dagli effetti euforizzanti. I vapori di toluene hanno un effetto narcotico a carico degli organi respiratori”.

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Giornata Mondiale contro l’amianto

In ricordo di tutti i lavoratori assassinati in nome del profitto

 

contro lo sfruttamento degli esseri umani e la distruzione della natura

 

Sabato 27 aprile 2013           

Il 28 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’amianto.

Ogni 5 minuti, una persona nel mondo muore a causa dell’amianto: 120.000 persone ogni anno nel mondo ne sono vittime. I danni provocati all’ambiente e agli esseri umani sono giganteschi. Questa strage avrà il suo picco massimo attorno al 2020 – 2030. In Italia ci sono circa 4.000 morti all'anno.

  La strage provocata dall’amianto è uno dei più grandi “crimini di pace” del XX° secolo e in Italia sono ancora molte le questioni aperte. Le bonifiche delle coperture in cemento-amianto (si stima in circa 32 milioni di tonnellate), la bonifica delle reti degli acquedotti con migliaia di km. di tubazioni in cemento/amianto per l'acqua "potabile", delle scuole, degli edifici pubblici e dei siti industriali dismessi è un problema non più rinviabile e una vera emergenza.

  Una società civile non può accettare che l’unico diritto riconosciuto sia quello di fare profitti a scapito di tutti gli altri “diritti umani”. Contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali si deve alzare forte la voce di tutti i lavoratori e dei cittadini, perché la salute viene prima del profitto.

  Sono centinaia le vittime dell’amianto che hanno lavorato nei cantieri e in fabbrica, alla Breda, alla Falck, alla Pirelli, all’Ansaldo e alla Marelli. Per ricordare i lavoratori morti e impedire che altri continuino a morire dobbiamo alzare forte la nostra voce. Basta morti sul lavoro e di lavoro!

Le fibre d’amianto non guardano in faccia nessuno. Manifestare insieme alle vittime e alle loro famiglie per onorare tutti i morti d’amianto e dello sfruttamento è difendere la propria salute e la propria vita.

 

Da Comitato Difesa Salute, Sesto S. Giovanni (MI)

 

                                   

 

 

 

 

Attiva a Potenza l’associazione esposti all’amianto

Se si parla di emergenze ambientali, la prima cosa che viene in mente è l’aria che respiriamo perché è quella più inquinata e meno «visibile». Ci sono, però, molte altre emergenze, grandi e piccole, più o meno nascoste, che costituiscono minacce gravi per la salute e per l’ambiente. Tra queste, l’amianto è il killer più subdolo perché è causa di moltissime vittime, il cui effetto si manifesta con tempi lunghissimi di latenza. La cronaca degli ultimi giorni ha portato alla luce il degrado ambientale dell’area comunemente nota come ex-Cip zoo, sita nella zona industriale di Rossellino a Potenza, dove un comitato di cittadini insieme ad attivisti del Movimento 5 Stelle ha manifestato e protestato per le condizioni allarmanti dei prefrabricati ancora abitati e dei capannoni dismessi le cui coperture sono realizzate in eternit, manufatto con un contenuto in amianto crisotilo del 12÷18 %.
In Regione esistono molti siti contaminati, accanto ad aziende nelle quali giovani lavoratori continuano ad operare; esistono «siti di interesse nazionale», vere bombe ecologiche, spesso all’interno di centri urbani, che aspettano, di essere disinnescate (si pensi all’area dell’ex Liquichimica Meridionale S.p.A.). L’amianto è presente nei tetti delle case, delle scuole, negli ospedali, nel terreno, nell’acqua.
Esistono le “morti dimenticate” le cui vedove inconsapevoli della causa di morte dei propri coniugi non hanno saputo o potuto far valere i propri diritti, impegnate a crescere figli piccoli prive del più elementare sostentamento.

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Erano tossici i cavolfiori che abbiamo mangiato a Natale

30 marzo 2013

Livelli elevatissimi di stagno, ferro, zinco e PCB. La causa? Più che i roghi tossici, va puntato il dito contro i traffici di rifiuti tossici degli ultimi decenni.

Anche la analisi confermano quello che si temeva: i cavolfiori colorati delle campagne di Caivano sono tossici e fanno male alla salute.

Le ha fatte eseguire l'associazione "Voce per tutti" dopo il sequestro dell'area. I dati vengono ufficializzati in un'intervista a Parallelo41 da Mauro Pagnano, il fotografo che ha scattato quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo.

Nel cavolo rinsecchito che vedete nella foto c'erano livelli elevatissimi di metalli pesanti: stagno (208,50 mg/kg mentre il limite è di 0,20 mg/kg), ferro (53,1 mg/kg mentre il limite è di 0,20 mg/kg) e zinco (36,24 invece di 0,20). Addirittura 700 volte superiori al limite massimo i dati relativi ai policlorobifenili, analisi fatta dalle forze dell’ordine.

Ma valori ben più alti sono stati registrati nel terreno: zinco 989 mg/kg, ferro 25272 mg/kg.

Pagnano racconta che quando hanno portato i campioni nei laboratori non hanno potuto avere subito i risultati: "Le strumentazioni a disposizione non erano tarate per quei valori e sono impazzite. I tecnici hanno dovuto resettare le macchine e fare nuove analisi. Gli strumenti non erano abituati a registrare livelli così alti”.

Le associazioni di cittadini puntano il dito soprattutto contro i roghi tossici, che negli ultimi mesi sono diventati il vero allarme ambientale delle province di Napoli e Caserta. Possibile.

Ma appare più plausibile che livelli così alti di sostanze tossiche nei terreni siano dovuti agli scarichi tossici delle aziende: rifiuti seppelliti nei terreni o sversati, sotto forma di liquami, nei canali di scolo e nelle falde.

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Liberi dall’amianto. Quali strumenti, quali prospettive

Giovedì 14 febbraio 2013, si terrà a Torino la prima udienza del processo di Appello per disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche contro i proprietari e amministratori dell’Eternit, condannati in primo grado il 13 febbraio 2012 a 16 anni di carcere.

Nonostante la condanna – non rispettata, perché i responsabili dell’Eternit, Jean Louis de Cartier e Stephan Schmidheiny, sono stati giudicati in contumacia – in tutti i luoghi infestati dalle fibre d’amianto ci si continua ad ammalare e si muore, perché lo Stato dopo aver promesso risorse per la bonifica non le ha erogate, perché non ci sono progressi sostanziali nel progetto di Centro Regionale che dovrebbe coordinare la ricerca per le cure del mal d’amianto, perché nel mondo chi si impegna fattivamente perché non vuole rassegnarsi a questo stato di cose viene isolato, delegittimato e denigrato, perché ogni anno in una città di 35.000 anime come Casale Monferrato si hanno 60 nuovi casi di mesotelioma pleurico, vissuti come qualcosa di ineluttabile.

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