Comunicato stampa: sentenza Montedison Mantova e dispositivo della sentenza
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- Scritto da Fulvio Aurora – Alberto Alberti
ottobre 14, 2014
In data odierna si è svolta l’ultima udienza del Processo contro i 13 imputati del processo Montedison.
Alle ore 19 il Tribunale ha pronunciato la sentenza. La sentenza arriva dopo 4 anni dall’inizio del processo e 15 alle prime denunce si è giunti a questo processo per la caparbietà di alcuni cittadini, esperti, lavoratori e familiari di lavoratori. Ciò sulla scia del processo contro la Montedison di Marghera che ha segnato lo spartiacque dei procedimenti giudiziari sulla salute e sicurezza sul lavoro.
La sentenza arriva dopo 4 anni dall’inizio del processo e 15 alle prime denunce si è giunti a questo processo per la caparbietà di alcuni cittadini, esperti, lavoratori e familiari di lavoratori. Ciò sulla scia del processo contro la Montedison di Marghera che ha segnato lo spartiacque dei procedimenti giudiziari sulla salute e sicurezza sul lavoro.
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Con i Comuni contro le nuove istanze di ricerca idrocarburi “Muro Lucano” e “La Bicocca”
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- Scritto da olambientalista
Le due istanze di ricerca Muro Lucano e la Bicocca
La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, esprime il proprio “no” alle nuove istanze di permesso idrocarburi “Muro Lucano” (comuni di Muro Lucano, Balvano, Baragiano, Bella, Castelgrande, Laviano, Pescopagano, San Fele) e “La Bicocca” (Melfi, Rapolla e Barile) per le quali la Regione, nonostante i pareri contrari dei comuni già espressi nella fase di screening, ha deciso di attivare la Valutazione di Impatto Ambientale. Oggi pomeriggio, infatti, sono stati convocati d’urgenza due consigli comunali aperti, indetti dai primi cittadini di Muro Lucano (ore 18,00) e Melfi (ore 15,00) e che vedranno la partecipazione dei sindaci interessati dalle due istanze di permesso di ricerca, presentate rispettivamente dalla Italmin Exploration e dalla Delta Energy.
Ebola: un'analisi alternativa
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- Scritto da Massimo Mazzucco
In vista di un aggravarsi dell'epidemia di Ebola, che minaccia ora di estendersi anche in Europa, risegnaliamo questo articolo del 2010, un documento della Rockefeller Foundation.
Il Nuovo Ordine Mondiale scopre le carte
La Rockefeller Foundation ha pubblicato un interessante documento, intitolato “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale”, nel quale ipotizza quattro possibili situazioni in cui potrebbe venire a trovarsi il mondo intorno al 2025.
Naturalmente, in questo gioco “ad indovinare il futuro”, la linea fra quello che potrebbe accadere e quello che si vorrebbe veder accadere è sempre molto sottile, ed è questo che rende il documento particolarmente interessante.
L’elemento su cui si focalizza la ricerca è il progresso tecnologico, e la domanda centrale che si pone è la seguente: “Che effetto potrà avere la tecnologia nel superare gli ostacoli verso la stabilità e la giusta crescita nel mondo dei prossimi 15-20 anni?”
Per rispondere alla domanda gli autori hanno identificato due elementi variabili, che ritengono di fondamentale importanza nel determinare il futuro assetto del mondo. Queste variabili sono l’”allineamento politico-economico” delle varie nazioni, che potrà risultare “debole” o “forte”, e la “capacità adattiva” dei popoli che ne fanno parte, che potrà risultare “alta” o “bassa”.
La lunga marcia contro il biocidio: la campagna d'autunno
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- Scritto da Coalizione Stop Biocidio
18 / 10 / 2014
Si è tenuta ieri sera presso il Laboratorio Occupato Insurgencia la partecipata assemblea pubblica di Stop Biocidio. L’obiettivo dell‘appuntamento pubblico era quello di stabilire un’agenda comune per l’autunno, una campagna fatta di marce, iniziative, approfondimenti, ed appuntamenti di lotta che attraversino la Terra dei Fuochi e che siano preludio alla convocazione di una manifestazione nazionale contro il biocidio a Napoli alla fine dell’autunno. Si sono confrontati comitati di diversi territori. La bocciatura del decreto terra dei fuochi; la rivendicazione del diritto alla salute ed alla prevenzione in una regione dove la spesa sanitaria e le strutture ospedaliere si dismettono; la necessità di intervenire per fermare i roghi attraverso un’opera strutturale di controllo che inizi dal mercato della merce falsa che sfrutta inoltre i lavoratori sottopagandoli e sfruttandoli; la necessità di un investimento pubblico nelle bonifiche sotto il controllo dei comitati; la definizione precisa dei terreni inquinati e la protezione e valorizzazione dei prodotti agricoli campani di qualità. Questi in estrema sintesi i temi principali che sono stati trattati. Da tutti è venuto chiaro un segnale: bisogna tornare a riempire le piazze per imporre al governo Renzi il tema della Terra dei Fuochi. Per riempire le piazze c’e’ bisogno di una costante attività sui territori ed una grande connessione delle lotte territoriali tra loro. Così come è necessario collegare le battaglie dei nostri territori ad un piano generale. Per questo la manifestazione del prossimo 7 novembre a Bagnoli contro il decreto Sblocca Italia, rappresenta un appuntamento centrale per tutti. Lo Sblocca Italia è un modello di governance che agevola petrolieri, inceneritoristi e costruttori e devasta i territori sospendendo la prassi democratica attraverso i commissari straordinari. L’assemblea ha assunto la mobilitazione del 7 novembre e contestualmente la partecipazione all’assemblea preparatoria del 21 ottobre come punto di partenza della campagna d’autunno di Stop Biocidio.
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Salviamo Taranto dal Petrolio
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- Scritto da CIVG
Perché è importante
Ai Ministeri italiani dell' Ambiente e dello Sviluppo Economico.
Salviamo Taranto dal petrolio. No al progetto Tempa Rossa!
Tempa Rossa è un giacimento petrolifero situato in Basilicata. Il petrolio estratto sarà trasferito a Taranto e smistato su navi petroliere. Per questo progetto saranno costruiti 2 serbatoi da 180 mila metri cubi ed è previsto l'allungamento in mare del pontile Eni per oltre 324 metri.
Secondo il Progetto Tempa Rossa 2,7 milioni di tonnellate di petrolio transiteranno nel Mar Grande di Taranto ogni anno, con un aumento del traffico di 140 petroliere che metteranno in serio pericolo di inquinamento le nostre risorse marine. Uno studio ufficiale dell'ISPRA ha evidenziato che i porti più trafficati da petroliere sono quelli più inquinati da idrocarburi derivanti da petrolio.
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