Amianto: sentenza di Monfalcone

Condanne per un totale di 55 anni e 8 mesi a 13 dei 35 imputati di omicidio colposo per le morti di 85 operai del cantiere di Monfalcone a causa dell'eposizione all'amianto.

ll nostro Comitato e il Coordinamento delle Associazioni (CNA) si associano alla soddisfazione dei famigliari delle vittime e dell’Associazione Esposti amianto di Monfalcone al seguito della sentenza odierna del Tribunale che ha visto la condanna degli imputati dei cantieri di Monfalcone con pene da due a sette anni di reclusione.

Come sempre la partecipazione dei cittadini e dei famigliari delle vittime organizzate in Associazioni e Comitati è fra i fattori determinanti per ottenere una po' di giustizia, per quanto tardiva.

Inviamo per conoscenza il comunicato stampa inviato ai giornali, precisando che sulle discariche e sull'uso di miniere per smaltire amianto il nostro Comitato esprime un disaccordo.

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MST - Movimento dos Trabalhadores Sem Terra

L'affermazione che l'agrobusiness [Agronegócio] è un modello “responsabile” per l'alimentazione del paese e l’impiego di forza lavoro contadina va a pezzi quando si guardano i dati della zona rurale brasiliana.

Secondo il censimento delle zone rurali dell’IBGE [Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica], la maggior parte della produzione alimentare (70%) della popolazione brasiliana e l'occupazione dei lavoratori (74%) è dovuta all’agricoltura familiare [Agricoltura Camponesa = Agricoltura Contadina], pur avendo meno credito (14%) e poca terra (24%).

L’industria agro-alimentare, a sua volta, concentra terra (76%), riceve più crediti (86%) e produce solo il 30% di ciò che viene consumato dalla popolazione. Il resto della produzione, per lo più “commodity” [produzione considerata “merce”], viene esportata.

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Censimento amianto porta-a-porta

Dopo circa tre mesi di preparazione burocratica, tecnica, organizzativa e logistica, l’Associazione Regionale ex-Esposti Amianto comunica che ha avuto inizio il 3 giugno 2013 il progetto “Censimento edifici pubblici e privati con presenza di amianto nel territorio di Oristano, ex frazioni e borgate”.

Preme ricordare che il territorio di Oristano ha il primato negativo di inquinamento da amianto causato dalla presenza dei centri di produzione di fibro-cemento (amianto) in Sardegna.Fino al 1992, anno di dismissione della produzione e commercializzazione dei prodotti, si è fatto grande uso non solo nelle strutture industriali, commerciali e zootecniche, ma anche soprattutto nelle civili abitazioni e nelle strutture pubbliche quali asili, scuole, palestre, tribunali, ospedali e condutture idriche ad uso agricolo e potabile.

Negli anni è stata accertata la pericolosità della fibra in amianto, che se inalata, provoca malattie cancerogene come asbestosi e mesotelioma pleurico ed altre. In considerazione di quanto premesso, si rende necessario intervenire con urgenza per conoscere la reale consistenza dei materiali in amianto e la loro dislocazione nella città di Oristano, ex-frazioni e borgate. Pertanto l’Associazione Regionale ex-Esposti Amianto di Oristano, essendo stata accreditata dall’ Assessorato Lavoro e Formazione della Regione Sardegna per il progetto sopra citato, ha la possibilità di avvalersi dell’operato di giovani inseriti nell’elenco regionale “Bando Giovani” per le politiche del lavoro e l’occupazione anno 2011/2014.

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Ortaggi al tuolene e grano all’amianto a Caivano. Il commento di Antonio Marfella

di Giorgio Amico,   26 Maggio 2013  

È ancora Caivano lo scenario dello scempio di una malavita senza scrupoli, che avvelena terreni agricoli destinati alla coltivazione di ortaggi, nascondendo nel suolo rifiuti pericolosissimi per la salute.

Si tratta dell’ennesimo ritrovamento delle prove dello sversamento illecito di rifiuti tossici. Dopo il caso del campo di cavolfiori avvelenato, di qualche mese fa, adesso è la volta di un campo coltivato a broccoli, che è stato sequestrato ieri dalla Guardia Forestale a Caivano, a nord di Napoli.

La forestale ha messo sotto sequestro un’area di circa 20 mila metri quadrati, in cui c’è stato il ritrovamento shock di un pozzo usato per l’irrigazione, inquinato con sostanze cancerogene come il manganese, floruri e addirittura un idrocarburo della classe degli alchilbenzeni, il toluene.

Questa sostanza, usata come solvente nelle lavorazioni industriali, è altamente corrosivo e viene conservato in recipienti di vetro in quanto è in grado di sciogliere anche la plastica. Da una rapida ricerca su Internet, leggiamo: “Il toluene danneggia i nervi, i reni e probabilmente anche il fegato. L’inalazione dei suoi vapori produce sintomi di stanchezza, nausea, confusione, disturbi alla coordinazione dei movimenti e può portare alla perdita di coscienza. Un contatto regolare può produrre un’intossicazione dagli effetti euforizzanti. I vapori di toluene hanno un effetto narcotico a carico degli organi respiratori”.

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Giornata Mondiale contro l’amianto

In ricordo di tutti i lavoratori assassinati in nome del profitto

 

contro lo sfruttamento degli esseri umani e la distruzione della natura

 

Sabato 27 aprile 2013           

Il 28 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’amianto.

Ogni 5 minuti, una persona nel mondo muore a causa dell’amianto: 120.000 persone ogni anno nel mondo ne sono vittime. I danni provocati all’ambiente e agli esseri umani sono giganteschi. Questa strage avrà il suo picco massimo attorno al 2020 – 2030. In Italia ci sono circa 4.000 morti all'anno.

  La strage provocata dall’amianto è uno dei più grandi “crimini di pace” del XX° secolo e in Italia sono ancora molte le questioni aperte. Le bonifiche delle coperture in cemento-amianto (si stima in circa 32 milioni di tonnellate), la bonifica delle reti degli acquedotti con migliaia di km. di tubazioni in cemento/amianto per l'acqua "potabile", delle scuole, degli edifici pubblici e dei siti industriali dismessi è un problema non più rinviabile e una vera emergenza.

  Una società civile non può accettare che l’unico diritto riconosciuto sia quello di fare profitti a scapito di tutti gli altri “diritti umani”. Contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali si deve alzare forte la voce di tutti i lavoratori e dei cittadini, perché la salute viene prima del profitto.

  Sono centinaia le vittime dell’amianto che hanno lavorato nei cantieri e in fabbrica, alla Breda, alla Falck, alla Pirelli, all’Ansaldo e alla Marelli. Per ricordare i lavoratori morti e impedire che altri continuino a morire dobbiamo alzare forte la nostra voce. Basta morti sul lavoro e di lavoro!

Le fibre d’amianto non guardano in faccia nessuno. Manifestare insieme alle vittime e alle loro famiglie per onorare tutti i morti d’amianto e dello sfruttamento è difendere la propria salute e la propria vita.

 

Da Comitato Difesa Salute, Sesto S. Giovanni (MI)