Amianto ETERNIT: alla fine in cella ci andranno solo i morti
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- Scritto da Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio
... sono le parole che l’attore Bebo Storti ha scritto sabato scorso su La Stampa a intitolare un suo lungo articolo.
Il motivo: dopo la sentenza della Corte d’Assise di Novara che ha stabilito che le morti da amianto di Casale Monferrato (dove ogni famiglia conta almeno una vittima e dove si continua ad ammalarsi e morire ancor oggi) si dovevano considerare omicidio colposo e non più omicidio volontario, la Corte di Appello di Torino – pur confermando la colpevolezza di Stephan Schdheiny, il miliardario padrone svizzero della Eternit ritenuto responsabile della morte “certificata” di 392 persone, 62 operai della fabbrica di Casale e 330 residenti dei dintorni della fabbrica (decine e decine di altri non sono “certificati” e quindi sono stati cancellati), ha abbassato la pena a 9 anni e 6 mesi.
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Le emissioni invisibili di ENI in Basilicata
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- Scritto da Recommon
12 Marzo 2025
ENI ha una parte non trascurabile del suo business nel nostro Paese. In particolare in Basilicata, dove è impegnata a sfruttare da una trentina d’anni il più grande giacimento su terra ferma dell’Europa Occidentale. Le licenze concesse a ENI autorizzano l’estrazione di 104mila barili di petrolio al giorno – sebbene negli ultimi anni la produzione non superi le 40mila unità. Il fulcro delle attività è l’impianto di lavorazione del petrolio estratto in quasi 30 pozzi, il Centro Olio in Val d’Agri (COVA)
Vigili del fuoco morti a causa dei Pfas
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- Scritto da ReteAmbientalista
7 marzo 2025
L’allarme a livello internazionale era stato più volte evidenziato sul nostro Sito. Ora il caso dei pompieri morti per glioblastoma, tumore cerebrale, sta mobilitando le istituzionei con indagini in corso e campionamenti sulle acque e sull’aria nelle caserme italiane. La tragedia del decesso di Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli, della caserma di Arezzo, ha messo in moto l’amministrazione centrale dei vigili del fuoco anche con un programma di ricerca, condiviso con l’Università di Bologna.
A fronte di un siffatto disastro sanitario ed ecologico, quanti ad Alessandria hanno la coscienza a posto?
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- Scritto da ReteAmbientalista
I Sindacati? I sindacati, nei primi cinquanta anni di esistenza del polo chimico di Spinetta Marengo hanno fatto quello che hanno potuto in quella che venne subito soprannominata “la fabbrica della morte” ma che sfamava centinaia di famiglie per metà contadine. Solo dopo il Sessantotto, fino alla sconfitta sindacale degli anni ’80, la tutela della salute è al primo posto in fabbrica e finanche fuori. E’ dal “Consiglio di fabbrica” che viene elaborata la rivendicazione dell’”Osservatorio ambientale della Fraschetta”. Dopo, invece, il ricatto occupazionale, vero o presunto, spinge il sindacato in un patto di subordinazione politica e culturale con Montedison e Solvay, pur nella consapevolezza della tragica nocività: è emblematico il volantino aziendale della CGIL del 2002 che per prima denuncia il cancerogeno PFOA, e poi tace per sempre pur conoscendo le analisi del sangue (PFAS) dei lavoratori. E’ emblematico il fatto che, in decine di anni, né all’Inail né in tribunale sia mai stata avviata causa di risarcimento per malattie e morti operaie. Neppure sostenuto nei due processi penali contro Solvay [*] .
CINA: 600.000 lavoratori coinvolti nel gigantesco progetto cinese. Il deserto del Taklamakan è stato fermato
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- Scritto da Luca Conti
La Cina ha realizzato un’impresa straordinaria, costruendo una ceinture verte di oltre 3.000 chilometri che circonda il deserto del Taklamakan, uno dei deserti più vasti e inospitali del mondo. Questo ambizioso progetto ha utilizzato tecnologie di controllo del sabbia alimentate a energia solare per fermare le tempeste di sabbia devastanti, proteggere infrastrutture vitali e stimolare nuove opportunità economiche nella regione del Xinjiang, abitata principalmente dalla popolazione uigura.
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- (Esselunga): pagheranno (forse) gli ultimi della fila e intanto .... (porto di Genova ) si continua a morire.
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