Ecco chi sono i gruppi d’assalto della rivolta di Kiev

 

Documento inedito per l’Italia

 

Come gli ultra nazionalisti ucraini sono stati preparati, da un istruttore della base militare NATO in Estonia, alla lotta per la democrazia. Ecco chi sono i gruppi d’assalto della rivolta di Kiev, vezzeggiati dai media e dai politici occidentali, da quali radici storiche provengono e quali valori li animano.                                          

A cura di Enrico Vigna

 

Ecco la foto del gruppo della Gioventù Nazionalista Ucraina, che ha partecipato ad un corso di addestramento di “terrorismo diversivo”, sotto la guida di istruttori NATO, in un campo militare della base militare atlantica in Estonia, nell’estate del 2006. Alcuni di loro sono stati arrestati proprio in queste settimane per gli scontri a Kiev.

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Libia : La liberazione del popolo libico è in marcia

19/01/2014  

Libia: il 13 Febbraio 2013 , la Dichiarazione delle tribù libiche aveva annunciato l'impegno di rivalsa e di preparare la liberazione del popolo libico affrancato.

Questo appello al mondo, dall’est all’ovest, spiegava e difendeva la legittimità dell'assunzione da parte del popolo libico libero, di liberare la sua terra dai criminali  satanici al servizio della NATO ed dal regime oppressore e dimostrare che hanno mentito sin dall'inizio della loro presunta "ribellione " e sono stati guidati soltanto  dalla voglia di rubare e rapinare il territorio africano .

Il 17 gennaio 2014, meno di un anno dopo la dichiarazione delle tribù , il Movimento di Resistenza Giovanile di Tripoli ….VIDEO…. ha annunciato in un video pubblicato su Internet le prime rivincite. Nella dichiarazione , la Resistenza invita la gente a sollevarsi e combattere per liberare la loro terra e applicare le leggi della Jamahiyra.

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La neutralità è la migliore opzione per la Serbia

Intervista di «Junge Welt», Berlino a Zivadin Jovanovic, Presidente del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali

 

Jovanovic  Zivadin. è nato nel 1938 ad Oparic, Serbia. Laurea in Giurisprudenza, Università di Belgrado, 1961. Corpo diplomatico jugoslavo: 1964-2000, ministro degli Esteri della Repubblica federale di Jugoslavia (RFJ) 1998-2000, deputato nei parlamenti serbo e jugoslavo, vicepresidente del Partito socialista serbo (Sps), 1997-2002; autore di “Abolire lo Stato”, “Kosovo Specchio”, “Ponti”; presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali.

 

D: L'anno 2014 ricorda tre anniversari importanti: l'inizio della Prima Guerra Mondiale, con la dichiarazione austro-tedesca di guerra contro la Serbia, la liberazione di Belgrado dai nazifascisti hitleriani nel 1944 ed il 15° anniversario dell'aggressione Nato contro la Jugoslavia. Come si potrebbe spiegare la connessione tra queste date?

ZJ: Tutte e tre le guerre del XX secolo, la Prima Guerra Mondiale, la Seconda Guerra Mondiale e l'aggressione della Nato contro la Jugoslavia nel 1999, sono state guerre imperiali, tutto è cominciato su falsi pretesti, tutte hanno provocato enormi conseguenze economiche, umanitarie e politiche proseguite fino al XXI secolo. Ricordando questi anniversari, nel 2014, la Serbia rende omaggio a milioni di connazionali caduti, a tutte le vittime cadute per la libertà e la dignità umana, ovunque. Abbiamo tutti bisogno di rafforzare la nostra memoria ed inviare il messaggio che tali catastrofi umane non si ripetano mai più.

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Lo status del Kosovo e Metohija solo dentro la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU 1244

Il globale interventismo della NATO può condurre a un confronto globale

 di Zivadin Jovanovic Presidente del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali

Questi sono alcuni dei punti dell' intervento introduttivo di Zivadin Jovanović, Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali, all'Assemblea annuale dell'Associazione svoltasi il 14 dicembre 2013, a Belgrado.

Il problema dello status della provincia serba del Kosovo e Metohija rimane irrisolto, indipendentemente dai cosiddetti negoziati di Bruxelles. Una soluzione pacifica e duratura sarà possibile solo fornendo il pieno rispetto e l'attuazione della risoluzione Onu 1244 e della Costituzione della Serbia,  garantendo entrambi questi atti la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia. Il ruolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel garantire una soluzione giusta e duratura, non può essere sostituito dal ruolo di qualsvoglia organizzazione regionale, che si tratti di UE, NATO, o qualsiasi altro. Solo le Nazioni Unite e la comunità internazionale hanno una legittimità, mentre il resto sono auto proclamazioni.

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Quanto è distorta l'informazione sulla Siria. Intervista a Mons. Nazzaro

25-10-2013

C’è sempre il rischio di appassionarsi ad una grande tragedia del mondo e poi relegarla nel dimenticatoio. E’ il pericolo che sta correndo adesso la Siria. Ci può essere ancora un altro rischio, ovvero quello di farsi idee errate di episodi veri, o indignarsi per fatti mai esistiti nella realtà. La Siria può essere uno di questi casi e allora abbiamo chiesto a Monsignor Giuseppe Nazzaro, Vicario Apostolico di Aleppo dal 2002 fino alla scorsa primavera, di aiutarci a capire meglio cosa sia la Siria e cosa stia realmente avvenendo.

Monsignor Nazzaro, ci descrive la vita del popolo siriano e dei cristiani prima e dopo la rivolta?
Prima della rivolta si viveva in pace, vi erano delle differenze culturali e di religione ma c’era rispetto reciproco. Tenga presente che i cristiani si trovano in Siria da più di duemila anni, infatti dopo la predicazione del Vangelo di Gesù, iniziarono le persecuzioni e molti si rifugiarono in Siria. Il sinedrio mandò poi Saulo di Tarso (Paolo) a catturare i seguaci della dottrina cristiana per imprigionarli e portarli a Gerusalemme. Poi Paolo a Damasco si convertirà e diverrà uno di loro. Gli islamici arrivano in Siria nell’ottavo secolo e da subito hanno convissuto con i cristiani in maniera pacifica tanto che le famiglie cristiane sono rimaste come factotum della nuova amministrazione pubblica islamica. Il caso più eclatante è la famiglia dei Mansour, da cui discese anche San Giovanni Damasceno. Tale famiglia ha collaborato per molti anni con l’amministrazione musulmana. Ancora oggi si convive, tanto che gli oppositori del regime, che non sono i cosiddetti “ribelli”, non hanno nulla contro i cristiani.

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