Desmond Tutu: la mia preghiera al popolo di Israele: liberatevi liberando la Palestina

24 agosto 2014

  

Nelle ultime settimane, membri della società civile del mondo intero hanno lanciato azioni senza precedenti contro le risposte brutali e sproporzionate di Israele al lancio di razzi dalla Palestina. Se sommiamo tutti i partecipanti alle manifestazioni dell’ultimo weekend per chiedere giustizia in Israele e Palestina – a Cape Town, Washington, New York, Nuova Delhi, Londra, Dublino, Sydney, e in tutte le altre città – troviamo senza alcun dubbio la rappresentazione della più importante mobilitazione dell’opinione pubblica per un’unica causa mai vista nella storia dell’umanità. Un quarto di secolo fa, ho preso parte a manifestazioni contro l’apartheid, che avevano raccolto moltissime persone.

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Progetto Novorossiya

 

Centro Informazione e Solidarietà con la

NovoRossIya e l’Ucraina resistente

 

  

 

Noi non intendiamo restare inerti e silenti,

di fronte a quanto sta avvenendo in questi mesi contro la popolazione del Donbass e della Novorossiya: una aggressione militare feroce e brutale, con veri e propri crimini di guerra, in particolar modo contro i civili, che ha provocato un tragico disastro umanitario, come ormai documentato. Con centinaia di migliaia di civili dell’Ucraina orientale che sono bersaglio da mesi del fuoco dell’esercito della giunta golpista di Kiev, e dove le formazioni neonaziste di EuroMaidan, trasformatesi in Guardia Nazionale, compiono crimini efferati e disumani, contro bambini, donne e anziani.

La colpa delle popolazioni russofone e antifasciste dell'Ucraina sud orientale è stata quella di non accettare un governo golpista, con ministri ed esponenti dichiaratamente neonazisti e banderisti ( eredi del criminale di guerra e collaborazionista del nazismo hitleriano, Stepan Bandera), per la prima volta in Europa dopo la II Guerra Mondiale; un governo completamente asservito agli interessi economici occidentali e militari della NATO, sordo alle esigenze del proprio popolo.

Avevano solo richiesto semplicemente la difesa dei propri diritti, una federalizzazione che garantisse a tutti la possibilità di esprimersi e votare propri rappresentanti locali, il rispetto delle garanzie insite nella Costituzione ucraina; quindi una scelta di difesa della libertà e dell'autodeterminazione, oltrechè della memoria storica antinazista, per cui il popolo di quelle regioni ha pagato un prezzo altissimo e su cui fu costituito lo stato ucraino; così come il rispetto e la salvaguardia della fede ortodossa, parte secolare e popolare dell'identità slava.

Di fronte alla negazione ed alla reazione militare e violenta delle bande neonaziste, bracci armati della giunta di Kiev ( mai bisogna dimenticare cosa hanno fatto ad Odessa, un crimine contro l'umanità tuttora impunito: centinaia di cittadini civili assassinati uno per uno in un orgia bestiale e inumana, come documentato). Di fronte a tutto questo l'unica possibilità di difesa delle proprie libertà e della propria sopravvivenza materiale è stata la creazione di Milizie Popolari di autodifesa, che nell'escalation degli eventi di guerra è diventato un esercito.

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Intervista dell' 11 settembre a Igor Strelkov

Video molto importante per capire i giochi di potere interni alla Russia, tra i liberali che rialzano la cresta e i patrioti che resistono, questa conferenza stampa tenuta da Igor Strelkov, già comandante delle milizie popolari del Donbass e la situazione vera, non quella desiderata da molti in quell'area:

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La confessione di due soldati dell’esercito ucraino

6 agosto 2014

Donec’k, 4 agosto 2014. Intervista a due membri dell’esercito ucraino fatti prigionieri dai miliziani del Donbass. Uno di loro e’ il comandante del lanciarazzi “Grad” della 93esima brigata delle forze armate dell’Ucraina.

 

“Presentati, per favore” :  “Pabs Sergej Ivanovich

“Di dove sei?”:

Dell’Oblast’ di Kirovograd”  “

Come sei finito nell’esercito?”

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Kiev, commissione parlamentare scagiona i “Berkut”: non spararono contro i dimostranti pro-Europa a Maidan

 

Durante gli eventi di Kiev dello scorso febbraio, le forze speciali di polizia "Berkut" non spararono contro i dimostranti pro-Europa.

E' la conclusione a cui è giunta la commissione temporanea d'inchiesta della Verchovna Rada (Parlamento ucraino).

Gli esperti sono giunti a questa conclusione grazie all'analisi balistica dei proiettili utilizzati dai cecchini. Gli investigatori ritengono che ad aver sparato contro i manifestanti siano stati presumibilmente uomini non degli organi dello Stato.

In centro a Kiev le proteste di massa antigovernative scoppiarono il 21 novembre scorso: oltre 100 persone hanno perso la vita, più della metà delle quali sono rimaste uccise il 20 febbraio.

Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_05_13/Kiev-commissione-parlamentare-scagiona-i-Berkut-non-spararono-contro-i-dimostranti-pro-Europa-a-Maidan-0973/

 

Da La Voce della Russia - 13 maggio