Le perdite dell'esercito di Poroshenko nel Donbass hanno raggiunto la cifra di oltre 43.000 persone al 2 settembre 2014

Le perdite totali della spedizione punitiva di Poroshenko nel Donbass (dal 2 maggio al 31 agosto 2014) arrivano a 43.027 persone, di cui 27.888 persone tra uccisi e feriti), 1649 catturati e 13.500 disertori e dispersi.                       

 

Contestazioni a Poroshenko

 

Queste le perdite delle forze di repressione: 27.888 persone (tra uccisi e feriti), 1.649 catturati; così suddivise:

- 7221 estremisti di "Settore Destro", che in generale facevano parte della Guardia Nazionale e altre perdite tra i militari della guardia nazionale Ucraina.

Il 29 maggio il responsabile dell’addestramento al combattimento della Guardia Nazionale, maggiore generale Sergey Kulchitsky, è stato ucciso nei pressi di Slavyansk;

il 21 luglio a Lisichansk il comandante del battaglione della Guardia Nazionale "Chernigov", colonnello Radiyevsky, viene ucciso e il 23 luglio in Lisichansk è stato ucciso il tenente colonnello Snitsar del comando Kirovogradskogo della Guardia Nazionale.

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Dejan Berić: abbiamo nel sangue la lotta contro l'ingiustizia

14 novembre 2014

Un volontario serbo in Novorossija è un tipo di persona che sembra già scomparso in Serbia. Un uomo che non scende a compromessi e non fa patti con gli empi, un uomo per il quale è un onore morire combattendo contro l'ingiustizia. Una persona che rende coraggiosa una nazione e ha mantenuto la caratteristica secolare serba di non deporre la spada nei canti epici e sul campo di battaglia. Dejan Berić, volontario serbo in Novorossija, probabilmente a causa di questo, non ha mai pensato che la sua lotta spinge a combattere tutti noi, ed egli è proprio una di quelle persone.

Nella sua intervista con il giornalista Ivan Maksimović, Dejan “Deki” Berić spiega le sue motivazioni e l'atmosfera politica della sua patria. Da secoli i serbi e i russi hanno combattuto gli uni a fianco degli altri, e il viaggio di Berić e di altri serbi può essere visto come continuazione di questo legame fraterno.

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Donbass: Chiamata di aiuto dai Padri ortodossi

Cari fratelli, sorelle e Padri !

Viviamo sul fronte dei combattimenti nella regione di confine di Yasinovataya, vicino a Donetsk. Un terzo della città è distrutta del tutto,  i bombardamenti  nella periferia della città continuano ad aumentare,  il numero di edifici e case devastate e la perdita di vite umane. I pensionati  non ricevono da 4 mesi le loro pensioni , solo  una piccola percentuale della popolazione riceve lo stipendio .  Briciole di aiuti umanitari, che si danno una sola volta sola, a persone sopra i 65 anni, sono sufficienti solo per un paio di giorni. Grazie all'aiuto della confraternita di Giovanni Battista di Trezvenie , negli ultimi 4 mesi  abbiamo aiutato più di 4.000 persone con cibo e medicamenti, siamo stati in grado di fare le riparazioni ordinarie della chiesa e della Scuola attigua, che erano crivellate dalle bombe. Con l'inizio della stagione fredda aumenta il numero di persone  in cerca di aiuto. Da novembre trasformano  il Donbass nella Leningrado assediata. Saremmo grati se qualcuno riuscirà ad  organizzare  spedizioni con cibo e medicine. I prodotti più necessari sono i cereali e conserve. Elenchi di farmaci necessari possono essere scaricati da internet.

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Palestina: una storia di quotidiana violenza

E’ una notizia che rappresenta la quotidiana violenza alla quale siamo ormai assuefatti, però se alle persone, alle vittime, si dà un nome, si guarda ai loro affetti, alle loro famiglie, alla loro storia, forse un po’ di umanità ci può ancora aiutare ad indignarci e a gridare  per queste ingiustizie che insanguinano la vita di persone/famiglie molto simili a noi. Abbiamo tradotto e sottotitolato il telegiornale palestinese che racconta questa storia che difficilmente se ne parlerà sui nostri canali televisivi… 

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La Primavera Siriana : dai prodromi al Califfato

Relazione di Mons. Giuseppe Nazzaro, ex-Visitatore Apostolico di Aleppo ed ex-Custode di Terrasanta, al Convegno  di  Impegno  Civico  "Siria, ascoltiamo la gente ", all'Istituto Veritatis  Splender di Bologna, il 31 ottobre  2014.

Mi sia concesso iniziare questa mia presentazione affermando che, prima del 15 marzo 2011 non erano tantissime le persone al mondo che conoscevano dove trovare la Siria sulla carta geografica. Era un problema di pochi addetti ai lavori. Interessava piuttosto certi ambienti colti che si interessavano di archeologia, dei popoli legati alle antiche civiltà assiro -babilonese o di storia del cristianesimo .

Il mondo intero, oggi, parla della Siria e si interessa di questo paese di circa 185.180kmq, che si estende sulla costa del Mediterraneo Orienta le per circa 80 Kilometri.

 

I prodromi di una situazione

La data del 15 marzo 2011, ufficialmente, coincide con quella che possiamo definire: l'inizio di una rivoluzione nata quasi per gioco al confine con la Giordania, sui muri della città di Dera'a, ad opera di dodicenni che s'erano divertiti a scrivere dei graffiti del seguente tenore: "abbasso il regime".

Ciò che all'inizio, poteva sembrare un gioco o, meglio, una ragazzata, in realtà, non era altro che l'inizio di una richiesta di maggiore apertura al Governo centrale del paese che, per i non addetti ai lavori o per chi non aveva conosciuto la Siria prima dell'anno 2000, avrebbe potuto anche essere una richiesta legittima. Chi invece vi è vissuto ha visto e costatato con i propri occhi e con tutto il suo essere, non solo l'apertura del Governo verso le riforme sociali, ma soprattutto ha visto il benessere che le riforme avevano già portato e continuavano a portare a l popolo siriano.

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