Seminario virtuale sulle buone pratiche mutualistiche

 

 

Mercoledì 11 Novembre 2020 il CIVG ha ospitato un seminario in remoto di approfondimento incentrato sulle nuove e vecchie pratiche mutualistiche, un prezioso bagaglio di esperienze per combattere una ideologia della competizione e dell’individualismo sempre più pervasiva.

Il primo intervento, a cura di Dario Romeo, ha ripercorso la parabole delle Società Operaie di Mutuo Soccorso, esaminando in maniera attenta le loro caratteristiche, le loro metamorfosi nel corso del tempo e le lezioni che si possono trarre per il presente.

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Seminario sul capitalismo della sorveglianza

 

 

Lunedì 29 Giugno 2020 il CIVG ha ospitato un seminario in remoto di approfondimento su un tema attuale ma ancora poco presente nel dibattito pubblico: il cosiddetto “capitalismo della sorveglianza”, ovvero la nascita di grandi oligopoli digitali (Google, Facebook, ecc) che sfruttano le tecniche di profilazione per realizzare profitti senza paragoni, e per plasmare la società a propria immagine.

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Non vogliamo tornare alla normalità, perché la normalità è il problema

Segnaliamo una nuova iniziativa nata con la collaborazione di alcuni membri del Gruppo CIVG sui “Mondi del lavoro”.

 

 

Oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremo diventare.

M. Foucault

 

Il problema da affrontare non è solo il capitalismo in sé, ma anche il capitalismo in me.

  1. L. Lara

C’era della speranza in loro. Erano tranquilli e lavoravano; ma nel fondo della loro mente era fissa la convinzione che presto o tardi sarebbero sfuggiti al sistema che odiavano.

J. Steinbeck

 

 

1.         In virus veritas.

La crisi innescata dal Covid-19 è solo all’inizio, ma già si delinea l’estensione e l’intensità che raggiugerà nei prossimi mesi.

Questa crisi non è una crisi ‘esogena’, cioè qualcosa che proviene da un elemento esterno (un virus) e investe la sfera economica. È piuttosto una crisi ‘semi-esogena’, legata a doppio filo all’organizzazione capitalistica della produzione, della circolazione delle merci, della distribuzione e dei modi di vita.

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Da Venosa a Torino: intervista a Saverio Perrotta

Questa intervista fa parte di un ciclo dedicato alle tematiche lavorative. Il gruppo di approfondimento del CIVG intervisterà studiosi e lavoratori per tracciare un quadro dei mondi del lavoro.

 

Saverio, tu sei originario di Venosa, in Basilicata. Puoi descriverci le condizioni sociali del tuo paese d’origine quando eri ragazzo?

C’era molta miseria, sia le donne sia gli uomini facevano fatica a trovare lavoro, principalmente come contadini. I pochi ricchi che c’erano avevano un pò di operai a disposizione e li facevano lavorare per 150-200 lire al giorno. La mattina ci si alzava alle 4 e si andava a lavorare per i campi, a piedi.

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La fine della classe media: intervista a un bancario.

Questa intervista fa parte di un ciclo dedicato alle tematiche lavorative. Il gruppo di approfondimento del CIVG intervisterà studiosi e lavoratori per tracciare un quadro dei mondi del lavoro.

 

Risultati immagini per work stress

 

 

Indagini di varia provenienza dicono che su 100 ammalati di stress, 20 lavorano in banca e il 28% fra loro fa uso di psicofarmaci; gli ispettorati e le ASL prendono provvedimenti? Inoltre l’84% dei bancari vive una condizione di disagio, l’82% soffre di ansia, il 59% non riesce ad adattarsi ai cambiamenti continui, l’84% è a disagio ogni volta che deve consigliare un prodotto ad un cliente. Il tutto nonostante sia uno dei settori più sindacalizzati. Come ti spiega questa totale assenza di reazione? Può pesare l’età media alta? Oppure il fatto che i colleghi più anziani godano ancora di condizioni economiche ereditate dal passato come stipendi decisamente più alti rispetto ai giovani, dati da scatti automatici fino al livello di quadro, mentre i “nuovi” vengono spesso assunti con partita IVA?

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Niente di nuovo sul fronte digitale? Intervista a Marco Guastavigna / Parte 2

 

Questa intervista fa parte di un ciclo dedicato alle tematiche lavorative. Il gruppo di approfondimento del CIVG intervisterà studiosi e lavoratori per tracciare un quadro dei mondi del lavoro.

 

 

Le nuove tecnologie premiano sempre di più l’apprendimento di “procedure” e sempre di meno quello di conoscenze o abilità.

Se si deve raggiungere una determinata località, è ormai automatico affidarsi a una App, che magari ci proporrà (leggi: imporrà) dei percorsi elaborati in base al nostro profilo digitale, ovvero alle nostre abitudini e ai nostri gusti di consumatore. Di questa strada, del percorso che abbiamo percorso per arrivarci, non conosceremo pressoché nulla. Il sapere procedurale non è infatti conseguimento di una conoscenza, ma esclusivamente di una procedura con cui ci si può procurare una conoscenza.

Tu hai dedicato molte energie allo studio e analisi delle “mappe concettuali”; quali impatto hanno a tuo avviso le nuove tecnologie sul nostro modo di orientarci (anche in senso letterale) nella realtà? Fino a che punto esse sono legate al continuo tracking delle attività degli utenti per ricavarne profitto?

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Niente di nuovo sul fronte digitale? Intervista a Marco Guastavigna / Parte 1

Questa intervista fa parte di un ciclo dedicato alle tematiche lavorative. Il gruppo di approfondimento del CIVG intervisterà studiosi e lavoratori per tracciare un quadro dei mondi del lavoro.

 

 

 

Le nuove tecnologie digitali stanno accelerando un passaggio interno al modo di produzione capitalistico, un cambiamento sociale profondissimo che si riverbera sui modi di consumo, sulla costituzione e conduzione delle mappe culturali, e che produrrà i suoi maggiori effetti soprattutto nel mondo del lavoro. Con le nuove tecnologie il lavoro si trasforma e (forse) si arricchisce, ma – a differenza di quanto raccontano molti “tecnoentusiasti” – la connessione perenne e l’accessibilità estesa non sono immediatamente sinonimo di libertà.

 

È vero: l’approccio al digitale più diffuso è tendenzialmente unilaterale, centrato sugli aspetti tecnico-comunicativi e portatore di un’idea deterministica del progresso, processo univoco ed inarrestabile, a cui - in nome dell’innovazione concepita come fine anziché come strumento- va concessa piena irresponsabilità a proposito di conseguenze occupazionali, ecologiche, culturali… umane, insomma.

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Mal di lavoro: salute, sfruttamento e diritti dei lavoratori. Intervista all’ Avvocato Sergio Bonetto

Questa intervista fa parte di un ciclo dedicato alle tematiche lavorative. Il gruppo di approfondimento del CIVG intervisterà studiosi e lavoratori per tracciare un quadro dei mondi del lavoro.

 

 

 

In altra sede hai spiegato che il capitalismo produce non solo una grande massa di merci, ma anche di patologie. Oggi la scienza ci permette di sapere esattamente quali condizioni lavorative possono provocare malattie professionali, ma nonostante ciò le malattie professionali continuano ad essere trattate come un problema statistico e non criminale, come se il progresso economico portasse inevitabilmente con sé qualche morto. Per anni tu sei stato promotore di iniziative per criminalizzare questi fenomeni. Quale è lo stato dell’arte di questo dibattito a livello internazionale?

 

Direi che se oggi, si può riscontrare una tendenza, sia a livello nazionale che internazionale, è quella di una crescita della distanza tra conoscenze scientifiche disponibili e prassi delle imprese capitalistiche.

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