Intervista a Falco Accame, Presidente del CIVG
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- Scritto da Andrea B. e Andrea C.
Lei tenta da anni di fare un po' di luce sui retroscena della storia recente del nostro Paese, in particolare sulla cosiddetta strategia della tensione, che nel nostro Paese viene interpretata soprattutto come la convergenza tra estremismo politico e “servizi segreti deviati”. Lei al contrario ha cercato di spiegare l’importanza degli interessi stranieri. Come si può inquadrare il ruolo degli apparati statunitensi e della Nato in quegli anni?
Bollettino n. 81– febbraio 2018
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- Scritto da Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Bollettino n. 81– febbraio 2018
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Sabato 3 marzo 2018 - ore 15,30 - ASSEMBLEA
presso il CENTRO DI INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI”
Via Magenta 88 Sesto San Giovanni
SILK ROAD NOTIZIE – DICEMBRE 2017
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- Scritto da Osservatorio Italiano sulla Nuova Via della Seta - CIVG
RUBRICA “NUOVA VIA DELLA SETA” – DICEMBRE 2017
La rubrica di dicembre si apre con i messaggi inviati dal Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali e del Silk Road Connectivity Research Center, Zivadin Jovanovic, in occasione della vigilia del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese e della rielezione del Presidente Xi Jinping alla guida del Partito. A seguire, alcune analisi sul sorprendente sviluppo economico-sociale raggiunto negli ultimi anni dalla Cina. Riteniamo utili questi contributi, in quanto non si tratta di temi disgiunti dalla storica proposta di costruzione della Nuova Via della Seta: il rafforzamento politico della Cina (sia in ambito interno che sullo scacchiere internazionale) e la sua rapida ascesa economica sono stati e continuano ad essere un importante presupposto per la realizzazione della Belt and Road Initiative. Una Cina indebolita non giova certamente al rilancio economico, sociale, politico e culturale dei continenti eurasiatico e africano. Facciamo pertanto nostri gli auspici espressi dal Presidente Jovanovic.
Tre interessanti contributi sulle ricadute della Nuova Via della Seta sul nostro paese e gli equilibri europei e internazionali concludono la rubrica di questo mese.
A tutti i nostri lettori auguriamo un felice 2018, all’insegna della pace e della fraterna collaborazione fra i popoli.
SILK ROAD NOTIZIE – GENNAIO 2018
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- Scritto da Osservatorio Italiano sulla Nuova Via della Seta - CIVG
Partnership – La base del successo della Belt and Road Initiative
4 dicembre 2017
Nell’ambito delle iniziative di cooperazione fra Cina ed Europa, Francoforte ha recentemente ospitato un forum dei rappresentanti delle agenzie di stampa, media e associazioni di think tank, segnando così il lancio formale della Belt and Road Exchange of Economic and Financial Information Partnership (BREFIP). Il forum si è tenuto per iniziativa dell’Agenzia Cinese per l’Informazione Economica (Chinese Agency for Economic Information, CEIS), un’affiliazione dell’agenzia di stampa Xinhua, e oltre ai cinesi ai lavori hanno preso parte anche i rappresentanti delle maggiori agenzie stampa, media e think tank di Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Serbia, Polonia, Spagna, Belgio e Grecia. La Serbia è stata rappresentata da Živadin Jovanović, Presidente del Silk Road Connectivity Research Center (COREC) e da Nenad Babić, Direttore Esecutivo di Tanjug. Il Forum è stato aperto da Wang Shinqing, Console cinese a Francoforte.
SILK ROAD NOTIZIE – NOVEMBRE 2017
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- Scritto da Osservatorio Italiano sulla Nuova Via della Seta - CIVG
La via d’acqua del Danubio e dell’Egeo torna a far notizia
Fonte: Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
28 agosto 2017 (EIRNS) – Il progetto di una via d’acqua che colleghi il fiume Danubio al Mar Egeo torna a far notizia con un articolo del Greek Daily (Kathimerini), il quale mostra l’interesse cinese nel progetto. Questo è lo stesso piano che l’Istituto Schiller ha supportato negli ultimi sette anni.
“SILK ROAD” – La nuova via della seta
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- Scritto da Enrico Vigna e Luca Pellegrino
settembre 2017
Con questo primo dossier, il CIVG inaugura l’Osservatorio Italiano del Silk Road Connectivity Research Center. L’Osservatorio ha una funzione eminentemente informativa ed è finalizzato alla divulgazione della conoscenza di questo impressionante progetto di valore strategico per paesi e popoli, fondato su una visione innovativa, pragmatica e non ideologica delle relazioni globali fra gli stati e delle contraddizioni reali dell’umanità intera in questa complessa fase storica.
Non vi è, da parte nostra, alcuna pretesa di lettura analitica, ma semplicemente l’intenzione di ampliare la conoscenza, in Italia, di un progetto di integrazione geopolitica ed economica che si pone in antitesi rispetto agli scenari attuali di “guerre infinite”, offrendo all’umanità un’altra prospettiva e una seria, concreta possibilità: quella di poter finalmente progettare e agire per lo sviluppo sociale ed economico di vaste aree del globo in un quadro di cooperazione internazionale che presupponga la pacificazione delle tensioni e dei conflitti in atto e, assieme al riconoscimento della sovranità e dell’indipendenza nazionale, la facoltà per ogni attore statuale coinvolto di partecipare a questa storica impresa relazionandosi in modo paritario e reciprocamente vantaggioso con gli altri partner.
Va fatto notare che il nostro Paese giocherebbe un ruolo strategico in questo progetto, che vede il porto di Venezia come terminale fondamentale per il completamento della tratta marittima della Nuova Via della Seta.
Attraverso il nostro modesto impegno, come sezione italiana del Forum di Belgrado da sempre impegnata a sostenerne la progettualità internazionale, cercheremo di diffondere, con puntualità e costanza, elementi utili alla conoscenza dell’evoluzione concreta di questo progetto, coinvolgendo esperti, accademici, giornalisti e politici sensibili al tema.
Chiunque intenda interloquire con l’Osservatorio o contribuire alle sue iniziative potrà contattarne direttamente il responsabile, Luca Pellegrino, all’indirizzoinfo@civg.it
Nostro coordinatore/referente internazionale è Zivadin Jovanovic, responsabile del Silk Road Connectivity Center di Belgrado epresidente del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali.
Luca Pellegrino - Referente dell’Osservatorio Italiano Silk Road Connectivity Research Center
Enrico Vigna – Coordinatore e portavoce del Forum di Belgrado per l’Italia
GAZA, Palestina: nuovi possibili scenari in prospettiva
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- Scritto da Angelo Travaglini
settembre 2017
“Nessuna apertura diplomatica in vista. Divisioni di cui non scorgiamo la fine
Si è in un periodo di inquietante attesa. Nessuno può sapere dove ci condurrà”
Premessa
La Palestina è tornata a occupare un posto di rilevanza nel quadro tragicamente convulso del Medio Oriente. La crisi esplosa nei luoghi di preghiera di Al-Aqsa ha restituito alla crisi arabo-israeliana un ruolo di assoluto rilievo, da diverso tempo assunto dalle guerre in corso in Iraq e Siria e in misura inferiore dall’infame guerra di aggressione contro il più povero Paese della regione, lo Yemen.
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Un processo di trasformazione poco notato
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- Scritto da Angelo Travaglini
aprile 2017
L’Arabia Saudita è una delle realtà più discusse e controverse, ed al tempo stesso più influenti, in un universo arabo sconvolto da eventi tragici, destinati, inter alia, a mutare la mappa della regione così com’era stata configurata dai colonizzatori europei nel secondo decennio del secolo scorso. Un Paese di strategica rilevanza, sede dei due luoghi santi dell’Islam, Mecca e Medina, dove convergono milioni di fedeli ogni anno, oltre che punto d’incontro di tre continenti, Asia, Africa ed Europa.
Il contrasto della monarchia wahabita con l’Iran sciita rimane immutato e implacabile, destinato a costituire uno dei fattori più gravi d’instabilità nella devastata regione. Per taluni commentatori l’avvelenato rapporto con il potente vicino rappresenterebbe la principale minaccia per il Regno, poggiante la propria legittimità su basi che restano, a distanza di quasi un secolo dalla sua creazione, piuttosto vulnerabili. Le “proxy wars” (guerre per procura) che insanguinano da anni alcune realtà arabe, in primis Siria, Yemen e Iraq, costituiscono le aree dove la contrapposizione tra Teheran e Riyadh appare stridente.
Il jihadismo e i collegamenti con le dinamiche nella regione
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- Scritto da Angelo Travaglini
30 novembre 2015
Il terrorismo è l’ultimo stadio della
Violenza. La povertà ne è il primo.
La mancanza di cultura porta alla
Lettura deviata dei testi religiosi.
Su questi detonatori prospera il
proselitismo dell’ ISIL. ( Rachid Ghannouchi )
Premessa
Nella mia precedente riflessione ho attirato l’attenzione sull’espansione territoriale dell’idra jihadista e su come i jihadisti dell’ISIL continuino, a distanza di più di un anno, a occupare vasti spazi della Siria nord-orientale e dell’Iraq nord-occidentale, mantenendovi un sistema oppressivo di governo, del quale le donne sono le principali vittime, basato sulla versione più severa ed intrattabile della legge coranica o sharia.
Abbiamo altresì visto come la risposta militare dell’Occidente non si sia fatta attendere ma come essa non abbia interamente sortito gli effetti sperati[i], anche per i pesanti condizionamenti diplomatici di cui gli Stati Uniti sono tributari nell’area medio-orientale da parte di Potenze regionali, in primis l’Arabia saudita e la Turchia, che perseguono obiettivi non propriamente collimanti con quelli perseguiti da Washington e dai suoi alleati europei; condizionamenti, tuttora persistenti, che spiegano le incongruenze della posizione americana nonché in larga misura certe apparenti esitazioni.
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Una chiave di lettura dell'estremismo jihadista
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- Scritto da Angelo Travaglini
Quadro generale
Quel che è avvenuto all’inizio dell’estate del 2014 è un qualcosa che ha stupefatto il mondo intero. Lo “Stato islamico in Iraq e nel Levante”, nato dallo scempio perpetrato in Iraq dall’esercito di occupazione USA nel periodo 2006/2008, gli anni di sangue della repressione anti-jihadista, storicamente equiparata dagli iracheni al Sacco di Baghdad da parte dei Mongoli nel 1258, è riuscito nell’arco di poche settimane a infliggere umilianti sconfitte all’esercito iracheno, dando vita in tal modo al Califfato dello Stato islamico, che, a distanza di quasi due anni, continua ad occupare ampi spazi della Siria nord-orientale e dell’Iraq nord-occidentale; uno spazio che travalica la frontiera tra i due Paesi, lascito della presenza coloniale europea in quell’area, e che ripristina forme istituzionali proprie del mondo islamico brutalmente cancellate agli inizi del secolo scorso dagli accordi franco-britannici all’indomani del crollo dell’Impero ottomano.
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