Dichiarazione di fondazione del Movimento Nazionale Popolare Libico

 

                                            

 In Libia la situazione sta peggiorando di giorno in giorno.  Nel disinteresse dei media internazionali  in tutto il paese stanno accadendo cose orrende: tortura sistematica di prigionieri, esecuzioni extra-giudiziarie, conflitto armato fra tribù, controllo straniero in campo economico e politico, furto della ricchezza nazionale, controllo effettivo di  Al Qaeda in alcune parti del paese, invenzione e imposizione di identità frammentate, regionali e trans-frontaliere in sostituzione di una identità nazionale unitaria, politiche contro gli africani di colore da parte delle milizie armate, trasferimento forzato di intere tribù, fuga di un terzo della popolazione nei paesi vicini per paura di persecuzioni.

In questa atmosfera di orrore, milioni di Libici che sostenevano il defunto leader Muammar Gaddafi    vengono esclusi da ogni reale soluzione politica nel paese. Vivono con la paura di ritorsioni e non possono esercitare i loro diritti civili o sentirsi abbastanza sicuri da poter opporsi alle decisioni delle milizie o dalle deboli autorità centrali del paese.

Di conseguenza, ci stiamo riorganizzando al di fuori della Libia in un movimento politico inclusivo che vuole rivolgersi a tutti i Libici che comprendono la terribile realtà nel paese, affermando che solo con un cambiamento onesto e radicale i Libici potranno evitare il pericolo di un’altra guerra civile sostenuta e finanziata da agende straniere.

La seguente Dichiarazione intende fondare il “Movimento nazionale popolare Libico” ed è stata scritta e concordata dalla maggior parte dei comandi politici/militari/sociali della Libia Verde.

 

 

 

            

Secondo la prima relazione, i punti principali della agenda sono:

  • Mantenere l’integrità territoriale della Libia,  preservare la sua terra e la sicurezza del suo popolo
  • Lavorare per il  rilascio di tutti i prigionieri senza eccezioni, incluso Saif Al-Islam Gaddafi
  • Curare e risarcire tutte le vittime della guerra senza eccezioni 
  • Creare le condizioni e la sicurezza per il ritorno alle loro città e villaggi delle persone forzatamente  allontanate
  • Creare istituzioni legislative, esecutive e giudiziarie dello Stato libico fondate su una pacifica democrazia basata  sui diritti di cittadinanza, senza discriminazioni etniche, settarie, regionali o politiche  
  • Ripristinare la sovranità libica, ponendo fine alle interferenze straniere e  stabilendo una  politica estera indipendente.
  • Rifiutare politiche di esclusione ed emarginazione che creino differenze nel popolo libico  
  • Sciogliere le milizie armate, aiutandone i membri a ritornare ai precedenti lavori 
  • Lanciare un processo di ricostruzione delle proprietà pubbliche e private distrutte durante la guerra, senza discriminazioni  .
  • Investigare nei crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante la guerra, formando tribunali sotto controllo pubblico e internazionale per decidere al riguardo 
  • Assicurare la piena partecipazione dei cittadini libici, esercitando il loro diritto a partecipare al processo politico, scegliere i loro capi e il sistema politico secondo le vie democratiche, con una costituzione approvata dal popolo libico, senza alcuna tutela o esclusione.    
  • Porre il Sacro Corano e la Sunnah   come il punto di riferimento della legislazione in Libia, senza alcun estremismo o fanatismo  
  •  Far pressione  sulle organizzazioni internazionali e regionali, sui paesi membri della NATO e sui paesi che li sostengono nell’aggressione, perchè si assumano la piena responsabilità per l’attuale situazione in Libia, e per le loro violazioni della legge e delle decisioni del Consiglio di Sicurezza 

 Il MNPL si è anche impegnato ad usare esclusivamente mezzi pacifici per raggiungere i suoi scopi, ma ha fatto presente che la continua repressione, le stragi, la tortura e i trasferimenti  porteranno ad ancor maggiore violenza e odio, e che i membri del MNPL e i suoi combattenti sono pronti, se sarà necessario, ad intraprendere la jihad e la lotta armata per la difesa della Libia e dei suoi cittadini 

Il 25 marzo il gruppo ha emesso un altro comunicato per condannare la situazione post-bellica di caos della  Libia e la carcerazione di cittadini libici nelle mani delle milizie armate, denunciando queste azioni come  “ una flagrante violazione  dei principi della  Sharia  e della Legge”,  chiedendo assistenza medica, psicologica e sociale  per le vittime  dei “ sanguinosi eventi in Libia”  e aiuto per la ricerca dei corpi delle persone uccise o scomparse a cui restituire la loro dignità.  Il gruppo ha anche denunciato   il “deliberato blackout mediatico ” sulla sorte dei prigionieri e dei profughi, dichiarando che lo stato non può essere governato da “gruppi estremisti e mercanti di morte” coinvolti in “traffico di armi e di droga” e persino nel “traffico di schiave bianche  e in riciclaggio di denaro sporco“,  ed esortando a “non  fare della Libia una causa di tensione internazionale e una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali” in assenza di un’autorità centrale in grado di imporre il dominio della legge. Infine,  la dichiarazione conclude che la violenza in corso ha trasformato la Libia in uno stato fallito,  con città e regioni  che cercano la propria sicurezza, lasciando da parte l’unità nazionale, e riafferma  che la “falsità e la diffamazione”  dei canali satellitari dei  media stranieri che   attribuirono alle forze armate libiche nel febbraio e marzo 2011   bombardamenti di aree residenziali, reclutamento di mercenari, stragi di massa e stupri.     

 Pochi giorni dopo il MNPL  ha fatto un ‘altra dichiarazione in cui condannava il bombardamento aereo di Sabha  compiuto dalle milizie NTC,  che  “non fanno differenze tra   civili e non civili”, e criticava  il silenzio  del mondo,  paragonandolo alla reazione alle affermazioni che Gaddafi  aveva bombardato i civili,  affermazioni che erano “ un’invenzione presa dall’Occidente   come pretesto  per l’ intervento”.  Ha denunciato anche la marginalizzazione delle tribù libiche  dalla pelle scura,  che dal febbraio 2011 erano state presentate come mercenari stranieri. Il MNPL  ha dichiarato di essere dalla parte di tutte le tribù libiche senza eccezione, inclusi i Toubou e i Tuareg  e ha concluso chiedendo a quelli che   “cooperarono con la NATO  nell’ occupazione della loro patria di ritornare al loro “granaio”.   

Da Libyan Popular National Movement

Traduzione a cura di Claudia B. per CIVG.it

 

FOUNDING DECLARATION OF THE

LIBYAN POPULAR NATIONAL MOVEMENT

The situation in Libya is becoming worse every day. With very little interest from international media many horrors have taken place in all parts of the country: systematic torture of prisoners, extra-judicial killings, armed tribal conflict, economic and political foreign domination, robbing of national wealth, the reality of Al-Qaeda’s control of parts of the country, the invention and establishing of fragmented regional and cross-border identities to replace the national unifying identity, anti-black politics amongst the armed militias, the enforced displacements of whole tribes, the flight of a third of the population to neighbouring countries for fear of persecution.

In this atmosphere of horror, millions of Libyans who supported the late leader Muammar Gaddafi are being excluded from any real political solution in the country. They live under fear of retaliation and cannot exercise their civil rights or feel safe enough to oppose any decision taken by the militias or the weak central authorities in the country.

As a result, we are re-organising ourselves outside Libya in an inclusive political movement that would encompass all Libyans who understand the terrible reality of Libya and insist that only through a genuine and radical change can Libyans avoid the danger of another civil war funded and maintained by foreign agendas.

The following Declaration is concerned with the founding of the “Libyan Popular National Movement” and has been written and agreed-upon by most of the political/social/military leaderships of Green Libya.

According to their first statement, their main achievements are:

  • Maintain the territorial integrity of Libya, safety of its land and security of its people.
  • Working on the release of all prisoners without exceptions, including Saif al-Islam Gaddafi.
  • Treatment and compensation to all victims of war without exception.
  • Create conditions and safeguard for the return of forcibly displaced people to their towns and villages.
  • Building legislative, executive and judiciary institutions of the Libyan state, on the basis of peaceful democracy based on citizenship, without discrimination of ethnic or sectarian, regional or political belief.
  • Restoring Libyan sovereignty, ending foreign interference and establishing an independent foreign policy.
  • Rejecting policies of exclusion and marginalization, that differentiate between the components of the Libyan people.
  • Dissolving armed militias, aiding former members to return to their previous jobs.
  • Launching a reconstruction process of public and private properties destroyed during the war, without discrimination.
  • Investigation of war crimes and crimes against humanity committed during the war, forming courts with public and international control standards to decide on those issues.
  • Ensure the full participation of the Libyan citizens, exercising their right to political decision-making, to choose its leaders and the political system in the ways of democracy, under a constitution approved by the Libyan people, without any tutelage or exclusion.
  • Put the Holy Quran and the Sunnah as the reference of legislation in Libya, away from extremism and fanaticism.
  • Urging the international and regional organizations, NATO members and countries supporting them in the aggression to take full responsibility for the situation in Libya now, and for their legal violations and breaches of the Security Council decisions.

The LPNM declared also their exclusive use of peaceful ways to accomplish their goals, but warned that the continuing repression, killings, torture and forced displacement will lead to more violence and hatred, and that the LPNM components and its fighters are ready to engage in jihad and armed struggle for the defense of Libya and its citizens if necessary.[2]

The group released another communique on 25 March, condemning the post-war “state of chaos” situation of Libya, the conviction of Libyan citizens in the hands of armed militias, considering their actions as “a flagrant violation of the principles of Sharia and Law”, asking for medical, psychological and social assistance for victims of the “bloody events in Libya” and the search of bodies of those killed or disappeared, restoring their dignity. They also denounced a “deliberate media blackout” on the fate of prisoners and displaced people, declaring that the state could not be governed by “extremists groups and merchants of war”, involved in “weapons and drug smuggling, rather, and even the white slave trade and money laundering“, urging “not to turn Libya into the cause of international tension, and a threat for security and international peace…in the absence of a central authority capable of imposing the rule of law”. Finally, the statement concludes that the ongoing violence had converted Libya into a failed state, with towns and regions looking for their own security, leaving national unity apart, and reaffirmed the “falsehood and slander” of foreign media satellite channels that claimed bombing of residential areas by planes, recruitment of mercenaries, and mass killings and rapes by Libyan Army forces in February and March 2011.[3]

A few days later, the LPNM released another statement in which condemned the aerial bombardment of Sabha by NTC militias, which does “does not differentiate between civil and non civil”, criticizing the silence of the world, compared with the reaction on the claims of Gaddafi bombing civilians, which were defined as “a pure fabrication taken by the West as a pretext for intervention”. They denounced the marginalization of Libyan tribes with dark skin, who had been widely presented since the February 2011 events as foreign mercenaries. The LPNM declared their stand with all Libyan tribes without exception, including Toubou and Tuaregs, and ended asking those who “cooperated with NATO to the occupation of their homeland…to return to the barn home”[4]                                 

       LPNM WEBSITE                    Libyan Popular National Movement
الحركة الوطنية الشعبية الليبية