APPELLO DI Safia Farkash, vedova di Muammar Gheddafi, sulle torture di suo figlio Saadi Gheddafi

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Io sono la madre di Al Saadi Gheddafi, mio terzo figlio. Tre dei suoi giovani fratelli sono stati uccisi durante la guerra del 2011. Uno di loro, Mutassim, fu brutalmente trucidato dopo la sua cattura da parte delle milizie di Misurata, che erano impegnate per la distruzione della Libia.  

      

Dal giorno in cui seppi che Al Saadi era nelle mani di quelle milizie, io prego che egli non avrebbe sofferto lo stesso destino toccato a suo fratello.                        

Io ho ripetutamente chiesto alle Nazioni Unite, ad esponenti delle nuove autorità, ad associazioni umanitarie sul posto, di fare qualcosa per proteggerlo da maltrattamenti e soprusi.                                                                

Ma alla mia richiesta non ho mai avuto nessuna risposta. Dopo diciassette lunghi mesi di silenzio, dolore e incertezza, io ho rivisto Al Saadi. Io l’ho rivisto mentre veniva ripetutamente torturato e maltrattato da suoi carcerieri, in tre video provenienti furtivamente dalla prigione di Al Hadba dove è rinchiuso. Ogni abuso è spregevole, ed è contrario ad ogni diritto umano di un individuo, di essere trattato umanamente e con dignità.

Nessuna madre vorrebbe vedere un suo figlio trattato in questo modo.  Nessuna detenzione dovrebbe permettere abusare e maltrattare, da parte di coloro che dovrebbero essere preposti alla       sua custodia, e che dovrebbero essere i sopposti rappresentanti della legge e dell’ordine in questa nuova Libia.                                                                                                                                               Quello che si vede in questi video è un crimine contro qualsiasi concezione di umanità, io ho chiesto giustizia per l’assassinio di mio marito e mio figlio, ma nessuno ha risposto, e le milizie che hanno commesso questi crimini continuano a commettere indisturbate altri crimini.                                     

Io non posso accettare l’idea che queste milizie continueranno a torturare e uccidere così Al Saadi.  Io domando che le Nazioni Unite o il nuovo governo libico prendano immediate misure per far rispettare la protezione di Al Saadi e di tutti gli altri figli di madri libiche che sono imprigionati insieme a lui. Io infine chiedo che la milizia responsabile questi crimini sia chiamata a rispondere di questi misfatti.

E’ giunto il tempo che il regno del terrore instaurato in Libia venga rimpiazzato dal ruolo della legge e della civiltà.    

Da vivalybia

 

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I video diffusi in rete da un sito di informazione della Resistenza verde libica, mostrano Saadi Gheddafi, figlio del defunto Colonnello Muammar, mentre viene torturato in un carcere delle milizie islamiste di Tripoli. Le immagini mostrano Saadi, ex calciatore, vestito con una tuta verde mentre bendato in una stanza del carcere di Al Hadba ascolta spaventato le urla di alcuni detenuti provenire da un’altra stanza. Poi viene schiaffeggiato e torturato con colpi sulle piante dei piedi.

Nel video si vede che i piedi di Saadi Gheddafi vengono infilati in una sorta di cavalletto ed un uomo barbuto inizia a picchiarli con un bastone, mentre si ascoltano le grida del figlio di Gheddafi. Saadi Gheddafi è detenuto in una prigione di Tripoli, dove si trovano anche altre figure di spicco del precedente governo. Saadi Gheddafi era fuggito dalla Libia nel 2011, è stato poi catturato ed estradato dal Niger. In Italia Saadi ha un trascorso nei campionati di calcio di serie A e B.