Kosovo Notizie - Corte Eulex
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- Scritto da Ennio Remondino
Su Eulex in Kosovo sono pendenti le accuse di sentenze – tassametro
L’avvocato inglese Maria Bamieh è molto decisa e le sue accuse determinate, precise. Quindi, o la donna soffre di qualche disturbo che la fa sentire vittima, o un bel pezzo di uffici giudiziari di Eulex in Kosovo dovrebbero essere trasferiti semplicemente in carcere. O clinica o galera. Quando?
L’alternativa è drammatica e seppellisce comunque la credibilità residua della missione giudiziaria europea in Kosovo: o clinica psichiatrica o prigione. Il sito inglese ‘dailymail.co.uk’ ovviamente dà attenzione e credito alla denuncia fatta dalla sua concittadina. Con un disegno kosovo di fattura anglosassone meritevole di attenzione: «Quindici anni dopo il conflitto, il Kosovo rimane una regione senza legge, con gangster, politici corrotti e criminali di guerra che minacciano l’integrità delle frontiere dell’UE». Traduzione dall’inglese, sia chiaro, pur se il Kosovo è prodotto americano.
Riassunto dei fatti: l’avvocato inglese Maria Bamieh è stata per sei anni inquirente con Eulex in Kosovo. Dava la caccia ai corrotti e se li è scoperti in casa (dice lei). Avvia un’indagine sui suoi stessi colleghi. Allontanati dal lavoro? No, loro restano inquirenti e giudici. Lei, la denunciante, è invece allontanata dall’incarico e da Eulex. Dicono sia perché ora è testimone di un eventuale crimine. Nel frattempo, in attesa dell’inchiesta ‘severissima’ promessa da Lady Pesch, il discredito sull’intera missione internazionale Ue in quella terra decisamente problematica, dilaga e seppellisce.
L’avvocata messa da parte ha tempo da vendere e qualche conto da saldare. In più sa come e dove colpire. E’ il suo mestiere. In tempi di crisi l’argomento ‘soldi’ è decisivo. «In questa missione la maggior del personale è di fatto part-time, ma ottiene uno stipendio a tempo pieno. Scompaiono il giovedì o venerdì mattina, volano a casa e riappaiono nel pomeriggio di lunedì o martedì mattina». Decisamente pelandroni i Signori Giudici Eulex. Fanno come i parlamentari in Italia. Nel frattempo l’Unione europea ha investito nella missione 750 milioni di fondi di fondi comunitaria. Tanti euro.
C’è già un’indagine ufficiale dell’Unione europea sulla vicenda, ma procede lenta. Forse perché lavorano tre giorni la settimana? Interessante come sono nati i sospetti della signora Bamieh. Un alto funzionario del ministero della salute del Kosovo finisce in carcere per corruzione. Tangenti chieste ad aziende farmaceutiche. S’è visto ben di peggio. Ad Ilir Tolaj, il detenuto, qualcuno fa arrivare in carcere un telefono: per passare il tempo. La guastafeste britannica se ne accorge e fa intercettare le telefonate del detenuto. E ne escono fuori delle belle. Anzi, delle brutte, bruttissime.
Tolaj riceveva chiamate di presunti intermediari del giudice italiano Francesco Florit e del procuratore capo, la cecoslovacca Jaroslava Novotna. Magistrati comprensivi pronti ad aiutare, dicono gli intermediari, lasciando intendere di un dovere di gratitudine concreta. Intermediari di corruzione o millantatori del nome di due integerrimi magistrati? Non lo sappiamo. Altri banditi ‘confessano’ alla avvocata british la richiesta di 300mila euro da parte dell’italiano. Prove decisive, per quanto noto ancora nessuna. Di certo soltanto la marea di fango su persone e sulle istituzioni.
C’è l’accusa, c’è la difesa dei due magistrati che negano, ma non c’è l’Ue. O almeno, non si coglie la percezione dell’urgenza di fare chiarezza sui fatti. O è mitomane l’accusatrice (chi l’ha indicata e poi mandata lì?), o sono ladri da galera un po’ di magistrati (stessa domanda, chi li ha segnalati e/o selezionati). L’impressione, per esperienza diretta di ‘Remocontro’ in quelle zone balcaniche, è di un ‘baraccone’ Ue da riformare per salvarlo. Troppi soldi, troppi incapaci, troppe lottizzazioni statali. Colpevoli o innocenti che siano a Pristina, per il solo fatto che si è creato quel pasticcio, tutti a casa.
da remocontro - 26 novembre 2014
Testimone alla Corte Eulex del Kosovo: H. Thaci, attuale Primo Ministro del Kosovo, ha ordinato l’uccisione di lealisti albanesi alla RF Jugoslava
di Petrit Collaku, Behar Mustafa - BIRN Pristina, 18 novembre 2014
Un testimone protetto, nome in codice Testimone A, ha dichiarato alla Corte Eulex di Mitrovica, che Hashim Thaci, attuale primo ministro del Kosovo, ha personalmente ordinato a Sylejman Selimi e agli altri imputati del cosiddetto processo “Gruppo Drenica”, di uccidere presunti collaboratori con le autorità serbe.
Il testimone ha inoltre affermato che Selimi gli aveva detto che erano gli Stati Uniti che li pagavano per uccidere i presunti “collaborazionisti” dei serbi.
"…Qui in questo tribunale lei ha detto che quelle persone di Likovc, le hanno detto che erano pagati dagli USA per uccidere spie dei serbi. Ha detto questo? " Ha chiesto l’avvocato Guy Smith al testimone.
"Sì, signore", il testimone ha risposto.
"Chi gliel’ha detto?". Ha continuato l'avvocato.
"…Mi è stato detto da Sylejman Selimi, Hysni Thaci, Zeqir Demaku e Jahir Demaku. Mi hanno detto che ricevevano 500 marchi tedeschi al mese per uccidere le spie ", il testimone ha aggiunto.
Sylejman Selimi oggi è l'ambasciatore del Kosovo in Albania ed era un ex comandante del Kosovo Protection Corp.
Il presidente dell’EULEX Dario Sielicki, ha poi chiesto al testimone di descrivere la stanza di detenzione in Likovc dove è stato presumibilmente maltrattato e vide i dieci imputati.
Il testimone A ha detto che conosceva queste persone da prima e non aveva difficoltà a identificarli.
I 15 uomini sono accusati di torture e maltrattamenti dei prigionieri in un centro di detenzione KLA (Esercito Liberazione Kosovo) in Likovc / Likovac nel 1998. Gli imputati negano le accuse.
Gli altri imputati sono: Agim Demaj, Bashkim Demaj, Driton Demaj, Selman Demaj, Fadil Demaku, Jahir Demaku, Nexhat Demaku, Zeqir Demaku, Sabit Geci, Ismet Haxha, Sahit Jashari, Isni Thaci e Avni Zabeli.
A cura di Enrico Vigna, Forum Belgrado Italia