CIVG Informa N°42

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La disoccupazione segna nuovi record
Rassegna.it

3/06/2014

Le statistiche dell'Istat continuano a indicare l'aggravarsi della situazione. Nel primo trimestre 2014 il tasso raggiunge il 13,6%, mentre tra i giovani sale al 46,0%. In entrambi i casi si tratta di un massimo storico, mai raggiunto dal 1977

Continua la serie di record negativi nelle statistiche sul lavoro in Italia. L'ultima rilevazione Istat, riferita al primo trimestre 2014, registra infatti il nuovo massimo storico della disoccupazione dal 1977 (inizio delle serie trimestrali). Il tasso raggiunge il 13,6%, in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L'altro record è relativo al tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni che sale al 46,0% nel primo trimestre del 2014. Anche qui si tratta, in base a confronti annui, di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall'inizio delle serie trimestrali, partire nel 1977.

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Lettera aperta a Sua Eccellenza, Sig. Wladimir Putin – Presidente della Federazione Russa
Jochen Scholz

https://.com/2014/03/28/offener-brief-an-seine-exzellenz-herrn-wladimir-putin-prasident-der-russischen-foderation/

Oeconomicus

Lettera aperta a Sua Eccellenza, Sig. Wladimir Putin – Presidente della Federazione Russa

28 marzo 2014

Con il permesso dell’autore/ispiratore di questa lettera aperta, il Sig. Jochen Scholz, tenente colonnello a riposo, la lettera aperta indirizzata a Wladimir sarà pubblicata qui ed auspicabilmente su numerosi altri blog.

Lo scritto è stato inviato per posta elettronica e mediante corriere alla

Ambasciata della Federazione Russanella Repubblica Federale di Germania
Unter den Linden 63-65    10117 Berlino.

Allo stesso tempo questa lettera aperta è stata trasmessa ai membri del Parlamento tedesco ed anche alle agenzie di informazione citate in elenco.
Pertanto ogni lettore ha la possibilità di verificare autonomamente, quali mezzi di informazione riportino in merito all’iniziativa della lettera – e chi passi sotto silenzio questo fatto!
La lettera aperta è stata inoltre inserita in un clip di youtube, il che ne facilita sicuramente la conoscenza e l’ulteriore diffusione.

“Egregio Signor Presidente,

Nel Suo Discorso dinanzi alla Duma,Lei ha invocato la comprensione dei Tedeschi.

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"Partito Ikea” contro lavoratori in lotta.
Sindacato Intercategoriale Cobas

2 Giugno 2014

Discriminazione sindacale e licenziamenti politici. Questo il reale contenuto della lotta in corso al Deposito Centrale Ikea nel tentativo di muovere un affondo in grande stile a quella forza sindacale, il SI.COBAS, che in questi anni, a Piacenza come nel resto del paese, ha messo a nudo il vergognoso sistema di rapina, truffa ed evasione fiscale che permea la cosiddetta “cooperazione” ed il mondo degli appalti, soprattutto nel settore della logistica.

Su questa battaglia si è mosso il “partito IKEA”, che riunisce in un blocco sociale monolitico istituzioni, forze politiche di governo ed “opposizione” e sindacati confederali che puntualmente si esprimono e muovono iniziative tese a criminalizzare la lotta e la resistenza dei lavoratori nostri associati.

Un’iniziativa premeditata che ha utilizzato pretestuosamente e alla perfezione la decisione di un medico del lavoro che ha rifiutato le urine in provetta di un lavoratore in quanto “non abbastanza calde”, mettendone in discussione la provenienza e decidendo, conseguentemente, di non destinarlo all’utilizzo del carrello per motivi di sicurezza. Casualmente, tra i tanti lavoratori presenti nel sito, questo lavoratore è uno dei delegati sindacali più in vista nel Deposito e lo scrupoloso controllo delle urine fatto la settimana successiva è risultato negativo.

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Non è la Russia che ha spinto l'Ucraina sull'orlo della guerra
The Guardian

Il tentativo di sospingere Kiev nel campo occidentale, spodestando un leader eletto, ha reso certo il conflitto.Potrebbe essere una minaccia per tutti noi

Illustrazione: Matt Kenyon

 

'La realtà è che dopo due decenni di espansione della Nato, questa crisi è stata innescata dal tentativo dell’Ovest di attirare l'Ucraina con decisione nella sua orbita ...'

La minaccia della guerra in Ucraina è in crescita. Mentre il governo non eletto di Kiev si dichiara incapace di controllare la ribellione nell'est del paese, John Kerry marchia la Russia come uno Stato canaglia. Gli Stati Uniti e l'Unione europea inaspriscono le sanzioni contro il Cremlino, accusandolo di destabilizzare l'Ucraina. La Casa Bianca si segnala pronta per una nuova politica di guerra fredda con l'obiettivo di trasformare la Russia in uno "stato paria".

Tutto ciò potrebbe essere comprensibile se quanto sta avvenendo in Ucraina orientale oggi non fosse l'immagine speculare di ciò che avvenne a Kiev un paio di mesi fa. Allora erano manifestanti armati in Piazza Maidan che si impadronivano di edifici governativi e che richiedevano un cambio di governo e di costituzione. Leader statunitensi ed europei hanno difeso i "militanti mascherati" e hanno denunciato il governo eletto per la sua repressione, nello stesso modo in cui ora supportano l'utilizzo della forza da parte del governo non eletto contro i ribelli che occupano stazioni di polizia e municipi in città come Slavyansk e Donetsk.

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La peste del ventunesimo secolo e le due medicine
Sonia Savioli

 

Uno dei grandi tabù del nostro tempo è la medicina “industriale”. Possiamo chiamarla così? Dato che è nelle mani di poche grandi industrie multinazionali, le quali condizionano le politiche sanitarie dei governi, le informazioni (e le menzogne) dei media ufficiali, le ricerche pubblicate (o non pubblicate) sulle riviste scientifiche ufficiali, i corsi universitari e l’ascesa o la caduta di carriere mediche, direi che possiamo chiamarla così.

La medicina industriale sta alla medicina naturale come l’agricoltura industriale sta all’agricoltura biologica. D’altra parte, ambedue si occupano di creature viventi: l’agricoltura e la medicina industriale unicamente per trarne profitto economico e, in ambedue i casi, il profitto principalmente della grande industria. L’agricoltura e la medicina naturale, escludono la grande industria (tutto ciò che è naturale pare essere incompatibile con la grande industria) e, benché chi ci lavora debba cercare di portarsi a casa la pagnotta, ambedue le attività hanno come presupposto filosofico, ideologico e morale, la necessità di mantenere o ripristinare la salute e la forza, l’equilibrio e il benessere delle creature a loro affidate.

La medicina e l’agricoltura industriale hanno presupposti e obiettivi completamente differenti: vogliono sterminare i nemici degli organismi di cui si occupano; organismi che considerano imperfetti, deboli e inetti; nemici che vedono nella natura che ci circonda e nella nostra stessa natura: virus, batteri e predisposizioni genetiche. Natura di cui facciamo parte, della cui sostanza siamo composti e ci nutriamo.

Virus e batteri che ricerca avidamente e combatte indefessamente (a furia di antibiotici somministrati anche per una sbucciatura al ginocchio, noi si diventa immunodeficienti e i batteri antibiotico resistenti).

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La verità sulla strage di Odessa
Franco Fracassi

Uccisi come animali, uno per uno. Una vera e propria esecuzione di massa premeditata. In parte confermata dai reporter presenti. Un crimine contro l'umanità.

8 maggio 2014

 

La mappa degli scontri del 2 maggio. Come si vede, la casa dei sindacati si trova in centro e non lontano dalle strade in cui sono avvenuti gli scontri tra nazisti, ultrà e separatisti.



E se non fosse andata così? Se le quarantasei persone morte nel rogo della casa dei sindacati di Odessa non fossero state assassinate dal fuoco, come le apparenze illustrano? E se fossero più di quarantasei? «Abbiamo fatto fuori la mamma! Gloria all'Ucraina!». Tra i miliziani nazisti di Maidan non c'è il minimo segno di pentimento, né di compassione. Su Facebook e Twitter impazzano frasi di giubilo per «gli scarafaggi bruciati come merita la loro condizione». Ma sui social network girano (spesso involontariamente) anche foto e filmati molto utili a ricostruire quello che è avvenuto nelle ore della strage, di nascosto all'interno delle mura del palazzo.

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Maggio 2014 - Comunicato del Direttivo di SOS Yugoslavia
S.O.S. Yugoslavia

S.O.S. Yugoslavia 

Associazione di  Solidarietà - Onlus

Via Reggio 14 - 10153 Torino  -    339 – 5982381   sosyugoslavia@libero.it

C/c n. IT56K0306909217100000160153 SANPAOLO INTESA – c/c PT 78730587

 

Di fronte al disastro avvenuto nelle regioni della Bosnia, Serbia e Croazia, la nostra Associazione è consapevole di non disporre di risorse adeguate a sostenere in modo significativo le popolazioni colpite da quello che è stato definito un evento di proporzioni bibliche, senza  precedenti negli ultimi 120 anni. Avendo contattato e consultato, come nostra prassi, i nostri referenti  in quelle aree, volendo evitare  dichiarazioni di intenti impraticabili nel concreto, frutto di slanci emozionali ma poco sostenibili,  coscienti delle difficoltà oggettive della solidarietà concreta in questi tempi,  abbiamo comunque deciso di attivarci, nella misura delle nostre modeste forze per quanto  possibile.

Le indicazioni ricevute dalle regioni colpite  ci hanno indirizzato   verso tre tipi di  iniziative concrete praticabili:

- Raccolta di materiali di ogni tipo, dal vestiario, medicinali, alimentari sigillati, prodotti igienici, che verranno inviati a piccole realtà con cui siamo in contatto e con referenti di fiducia, che verranno indicate precisamente dopo la avvenuta consegna.

- Sostegno economico con raccolta fondi per l’Associazione madri di bambini disabili della città di Derventa, insieme all’Associazione Arcobaleno di Pinerolo, da anni e con serietà massima, operante sul campo, che si fa garante del Progetto  indicato.

- Sostegno alle Associazioni Srecna Porodica, IDP KiM, Associazione Rapiti e Scomparsi del Kosovo Methoija in Nis nei loro sforzi solidali con le popolazioni colpite.

Su questi Progetti ci impegniamo e chiediamo ai nostri soci, collaboratori, aderenti e amici che da sempre ci sono stati al fianco di aiutarci, nelle forme che ritengono  possibili. Vi chiediamo, in caso di contributi economici di indicarci eventuale vostre preferenze di destinazioni.

Certi che ciascuno farà la sua parte, in coscienza, come finora è stato, grazie.

Le immagini sotto pensiamo che non hanno bisogno di commenti circa la realtà.

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Bild: Nazi ucraini coordinati da Fbi e Cia
Franco Fracassi

La Casa Bianca conferma. Frankfurter Allgemeine: miliziani di Pravy Sektor di Odessa stipendiati dalla Nato, da mille a tremila euro.

5 maggio 2014

 
 
«In Ucraina agiscono sul campo alcune centinaia di agenti segreti statunitensi. Il loro compito ufficiale è "combattere il crimine organizzato". In realtà, coordinano il lavoro delle squadre militari ucraine e dei gruppi di miliziani di estrema destra». Dopo il rogo di Odessa finalmente i media occidentali iniziano a occuparsi dell'estrema destra in Ucraina. E così "Bild", il più diffuso quotidiano tedesco, rivela, citando fonti interne al governo di Berlino, come Cia ed Fbi giochino un ruolo di primo piano nella partita ucraina.Leggi tutto

Goran Jelisic - Uomini e non uomini
Goran Jelisic

La guerra in Bosnia Erzegovina nella testimonianza

di un ufficiale jugoslavo

A cura di Jean Toschi Marazzani Visconti

Prefazione di Aldo Bernardini, docente di Diritto Internazionale, Università di Teramo

Postfazione dell’Avv. Ugo Giannangeli

 

Eroismi, viltà, atrocità, doppigiochi e connivenze della NATO in Bosnia Erzegovina nel racconto di un tenente dell’esercito jugoslavo.

La parzialità e la colpevole incompetenza dei giudici del preteso tribunale internazionale dell’Aja, finanziato dagli USA, dai Paesi Arabi, dalla Fondazione Soros e sostenuto dai Paesi occidentali e dalla NATO, che ne hanno stabilito le regole di funzionamento e le competenze (il tribunale non è autorizzato a giudicare cittadini degli Stati Uniti).

L‘autore, nato in Bosnia, è una giovane recluta dell‘esercito jugoslavo, nel 1991 partecipa in prima persona alla resistenza contro gli eccidi effettuati dagli eredi degli ustascia in Slavonia ed a quelli di Al Qaida in Bosnia e assiste al disfacimento dell‘esercito federale. Viene arruolato nella polizia della sua città e in seguito nell‘esercito della Republika Srpska. Si distingue per le capacità organizzative e per la sua profonda umanità. Più volte rifiuta di eseguire le rappresaglie ordinate da alcuni comandanti serbi che hanno deciso di rispondere agli eccidî della controparte con analoga e indiscriminata brutalità.

Ignorando in modo scandaloso i numerosi testimoni croati e musulmani che depongono a suo favore, il tribunale dell‘Aja lo condanna a 40 anni di detenzione. Si trova attualmente detenuto in Italia.                 

Formato: 130x210 Pagg. 300 ca.  prezzo 15,00 €  -  brossura  -  ISBN 978-88-87826-91-3

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L’UCRAINA tra golpe, neonazismi e futuro L’assalto dell’occidente tra neonazisti e propaganda
CIVG

Il C.I.V.G.

Centro di iniziative per la Verità e la Giustizia

 

organizza il dibattito

 

L’UCRAINA tra golpe, neonazismi e futuro

L’assalto dell’occidente tra neonazisti e propaganda

 

Martedì 27 Maggio 2014 – ore 21

Asti, Centro Culturale San Secondo

via Carducci, 22/24

Sala Ruscalla


Per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, esponenti di gruppi dichiaratamente nazisti ricoprono ruoli di governo in un Paese europeo: l’Ucraina. Tra tante rivoluzioni colorate, legittime rivendicazioni popolari, ingerenza esterna dei governi UE – USA, squadre paramilitari naziste, addestrate dalla NATO, devastazione e abbattimento dei monumenti antifascisti, intervento della Russia al fianco della Crimea, propaganda mediatica occidentale, vogliamo capire che cosa davvero sta succedendo in Ucraina e in Europa.

 

Intervengono:

Enrico Vigna - (Centro Iniziative Verità Giustizia)

Paolo Borgognone - (Centro Iniziative Verità Giustizia)

Vladimir Krasovskj   (Cittadino di Odessa in Torino)

 

Nel corso della serata verranno presentati video e documenti inediti in Italia e il libro di Enrico Vigna:“ l’Ucraina tra golpe, neonazisti, riforme e futuro.

 

La nostra proposta risiede nella Costituzione nata dalla Resistenza:

NO al nazifascismo, NO alla guerra, NO all’imperialismo,

NO al revisionismo