Intimidazione e minacce al Monastero di Decani in Kosovo Methoija

Scritte dell’UCK sulla porta del Monastero di Decani , 24 aprile 2014     

Nella notte della festa di Pasqua, elementi della banda terrorista UCK, hanno compiuti un atto grave non per l’aspetto materiale in sé, ma perché dimostra da un lato qual è il clima nell’area e dall’altro la potenzialità di cui dispongono le forze terroriste e violente. In perfetto stile mafioso, questo atto vuole far sapere che in qualsiasi momento, nonostante il Monastero sia,… dopo 15 anni dalla fine della guerra, tuttora circondato e protetto da check point e presidi armati, è nella condizione di venire attaccato. Oggi una scritta e se la prossima volta sarà una bomba? Il messaggio è chiaro per chi conosce ed è a contatto con la realtà della provincia serba: c’è posto solo per gli albanesi, la provincia deve essere etnicamente pulita, anche dagli edifici della identità religiosa e culturale serba.

Questa è la realtà del Kosovo Metohija oggi…a quindici anni dai bombardamenti e dell'aggressione alla Repubblica Federale di Jugoslavia/ Serbia…motivata dalla necessità di fermare una “pulizia etnica”, un “genocidio” e ripristinare i “diritti umani” nella provincia. Perché queste furono le tre basi fondanti su cui la cosiddetta Comunità Internazionale: cioè gli otto paesi più ricchi della Terra, cioè il loro braccio armato, la NATO (in quanto i governi dei 2/3 dell'umanità tra voti contrari e astensioni, erano contrari alla guerra) hanno decretato l'aggressione alla Jugoslavia il 24 Marzo 1999. Questa è oggi la realtà del Kosovo dopo 78 giorni di bombardamenti e dopo 15 anni di “ristabilita” democrazia, di “ristabiliti” diritti umani, “ristabilita” multietnicità,,, di “ritrovata” libertà.

La realtà sul campo è esattamente il contrario delle verità ufficiali raccontate dalla NATO, dall’UNMIK, dall’OSCE o dalla cosiddetta Comunità Internazionale.

Dopo 15 anni dove sono la cosiddetta “pulizia etnica”, il “genocidio”, “le fosse comuni” con le decine di migliaia di albanesi kosovari dentro? Quando, secondo i documenti CIA, FBI, OSCE, Unmik, NATO….a tutt’oggi: sono stati ritrovati 2108 corpi di tutte le etnie; secondo l’UNCHR i primi profughi sono stati registrati il 27 marzo 1999, cioè 3 giorni dopo l’inizio dei bombardamenti; sono stati uccisi dal giugno ’99 ad oggi 3.000 serbi, rom, albanesi jugoslavisti, e di altre minoranze; sono stati rapiti 1300 serbi; oggi si sa (tramite le memorie della ex procuratrice del tribunale dell’Aja per la Yugoslavia, Carla Del Ponte) che loro sapevano dei 300 serbi rapiti dalle forze terroriste dell’UCK portati in Albania per estirpare loro gli organi ad uno ad uno.   

– Cos’è la democrazia quando per motivi etnici, le persone (serbi e le altre minoranze) non possono lavorare, studiare, avere l’assistenza sanitaria, camminare fuori dalle enclavi (campi di concentramento a cielo aperto) con il rischio di essere assassinati?  

- Che significato ha il termine “diritti umani”, quando per motivi etnici un uomo, un giovane, un bambino in ogni momento può essere ucciso? Quando oggi nel 2009, tutti i “diritti umani” fondamentali sanciti nella Carta Universale dei Diritti Umani fondante l’ONU…sono ogni giorno negati per tutti i non albanesi ed anche per migliaia di kosovari albanesi?

- Cosa significa la parola multietnicità, quando oggi il Kosovo è una provincia etnicamente pulita, mentre fino al 1999 vivevano lì 14 minoranze diverse, con gli stessi diritti sanciti nella Costituzione jugoslava? Quando 148 monasteri e luoghi sacri ortodossi sono stati distrutti dalle forze terroriste dell’UCK?   

- Che significato ha la parola “libertà”, quando ad un popolo per motivi etnici è negata la possibilità di lavorare, studiare, essere curato, privato dei diritti politici, civili o religiosi? Quando in uno stato fantoccio creato dalla forza militare della NATO, la sua leadership è formata da criminali, terroristi, da trafficanti di droga, di armi, di donne, di organi umani, come indicato e documentato da svariati organismi giuridici internazionali e dalla stessa DEA (Agenzia antidroga statunitense), che ha definito il Kosovo un narcostato nel cuore dell’Europa? Un lavoratore e le persone oneste di qualsiasi etnia, sono libere in una realtà simile?  

Chi risponde a tutto questo?!

La nostra Associazione, da 15 anni al fianco del popolo serbo kosovaro e delle minoranze perseguitate,  sul terreno concreto della solidarietà e dell’informazione, con un progetto specifico proprio con i valorosi e coraggiosi Padri di Decani, nell’esprimere solidarietà, ribadisce la ferma determinazione a proseguire il nostro modesto ma coerente impegno al loro fianco, non a parole ma con l’impegno concreto.

 

Il Direttivo di SOS Yugoslavia-SOS Kosovo Methoija -  aprile 2014

Ora basta

Nel corso della celebrazione della Santa Pasqua di tutti i Cristiani, ancora una volta, la vile mano della violenza e della sopraffazione si è armata contro un luogo sacro.

Ignoti senza coraggio e senza volto, hanno segnato con lo spray il portone del Monastero di Decani, inneggiando al criminale esercito clandestino e terrorista dell’etnia albanese, il famigerato UCK.
Tutto questo è accaduto, mentre l’Igumeno del Monastero, Padre Sava Janjic, aveva chiesto una maggiore protezione all’Esercito Italiano che da quindici anni sorveglia quest’area.
Tutto questo è accaduto mentre il Col. Sgobba, che comanda la base della Kfor Villaggio Italia, aveva assicurato la massima protezione al Monastero.
Tutto questo è accaduto nonostante i check point e gli allarmi preventivi.
Tutto questo è accaduto, mentre le autorità kosovare provvedevano a sbandierare al mondo, “il rinnovato clima di pacificazione nel paese e l’intenzione di convocare un’ennesima conferenza interreligiosa”.

Le persone civili sono stanche e dicono: BASTA! Quale tragedia ci deve piombare sulle spalle per comprendere l’essenzialità dei fatti?

Può un Monastero, simbolo di pace, compassione e amore, vivere con l’incubo di chi si presenti alla porta? Ieri armato di un bazooka, oggi di una bomboletta spray, domani di non sappiamo di cosa?

La nostra associazione si augura, che questo ennesimo episodio d’intolleranza e violenza, serva da monito a una comunità internazionale, intenta esclusivamente a fornire alla gente, una versione dei fatti non rispondente alla realtà, ma funzionale alle politica.

Il Kosovo NON E’ un paese pacificato; NON GARANTISCE serenità e libertà nel culto; CALPESTA i diritti elementari delle persone;

E’ INAUDITO, IRRESPONSABILE e CRIMINALE, anche il solo pensare, che la missione di pace sia giunta ad una legittima conclusione.

Per quanto dolorosa, a quindici anni dall’intervento armato della Nato, questa è la reale condizione.

Ci stringiamo con sincera comprensione alla Comunità monastica, che mai come oggi, sente il bisogno dell’affetto e della solidarietà di chi ha conosciuto l’alto magistero che la fratellanza svolge in questa terra martoriata.

Associazione Amici di Decani


 

 

 La Nostra Solidarieta’concreta

 

S.O.S. KOSOVO METOHIJA 

S.O.S. Yugoslavia – ONLUS  -  Via Reggio 14 10153  Torino, Italia

Progetto – Decani Enclavi Metohija

All'interno delle attività di solidarietà della nostra Associazione, in particolare del Progetto SOS Kosovo Metohija, comunichiamo che abbiamo dato avvio ad un nuovo Progetto che riguarderà le enclavi e le famiglie isolate di Metohija. Questo nuovo impegno si è reso possibile facendo seguito alla richiesta giuntaci dai Padri ortodossi di Decani che da alcuni mesi hanno iniziato un lavoro di assistenza alle enclavi ed a famiglie isolate del Metohija. Questo consiste in una visita settimanale fissa alle enclavi ed a queste famiglie serbe isolate, per  ricevere le loro richieste di emergenza primaria e portare aiuti, sostegni e solidarietà morale.

Il Progetto definito in un incontro specifico avvenuto con alcuni Padri a Torino, non potrà certo risolvere i problemi drammatici e sempre più difficili delle minoranze serbe e non albanesi di quell'area, rinchiuse ed isolate nelle enclavi, ma sarà un ulteriore piccolo sostegno al nostro impegno per la solidarietà, la verità e la giustizia in quella terra vessata e oppressa da violenza ed ingiustizia.

L'accordo preso è di impegnarci ad una collaborazione definita su questi obiettivi iniziali :

- Sostegno economico a figli di rapiti o scomparsi di quell'area

- Sostegno materiale legato ad emergenze specifiche, da loro richieste (contributi economici particolari, medicine, aiuti alimentari)

- Limitati progetti specifici per piccole enclavi, da loro richiesti come di primaria necessità

- Acquisto di produzioni realizzate a Decani e dalle famiglie (dal vino alla cera, a produzioni della terra, a lavori artigianali in legno o lana fatti dalle donne, ed altro)

- La divulgazione di materiale informativo circa la situazione della vita della gente e le loro richieste ed esigenze

Il primo passo è stato una piccola donazione economica simbolica, che ha sancito  l'avvio della collaborazione stabilita.

I nostri referenti in loco del Progetto è Padre Andrej e Padre Pietro che è colui che settimanalmente, sotto scorta internazionale, si reca presso le enclavi a portare e a raccogliere le richieste di aiuto e solidarietà, per l'Italia è Enrico Vigna.

Con soddisfazione, ma anche consapevolezza delle difficoltà, invitiamo tutti i nostri soci, amici, sostenitori dell'impegno di solidarietà concreta e consapevole, che dura ormai da oltre dieci anni con il popolo serbo e le altre minoranze, angariate dalle violenze criminali e terroriste, nella ex Jugoslavia e nel Kosmet, a continuare a darci una mano e riaffermare così concretamente i valori della solidarietà, dell'amicizia e della pace tra i popoli. Questo, insieme alla battaglia per la verità e la giustizia, sono le basi fondanti del nostro impegno e lavoro.

La nostra Associazione, che in questi dieci anni si è fondata e caratterizzata su basi laiche e apartitiche, indirizzando e sostenendo fino all'ultimo centesimo esclusivamente realtà formate dalla gente e dal popolo, quindi non istituzionali, ha scelto un impegno con i Padri di Decani, e ciò è un riconoscimento al fatto che questi Padri, che ogni giorno rischiano la vita per riaffermare il diritto a restare in quella terra insieme al proprio popolo, rappresentano un avamposto di giustizia e diritti dei popoli a vivere, esistere e lavorare nella propria terra e dei propri avi.  Come testimonianza di questo, ricordiamo il DVD «Kosovo nove anni dopo» di R. Iacona per RAI TRE ed il reportage DVD: «Kosovo 2005, viaggio nell'apartheid» di R. Veljovic ed E. Vigna, disponibili a chi ne facesse richiesta, come documentazione.

Su queste basi il cammino e l'impegno sono in comune e condivisi.

“… il sole non sa che i miei occhi sono felici come tutta la natura, ma il mio cuore è triste a causa di tutto ciò che accade intorno a me. Saltellerei anch’io allegramente e canticchierei per i tanti boschi e radure, ma non posso. Non posso per le persone, non posso per le mine e non posso per le tante cose che stanno in agguato ad ogni mio passo. Nelle mie vicinanze, non tanto lontano da me, solo una decina di metri, si sentono il rumore allegro dei bambini, i colpi del pallone, canzoni che si svolgono dietro allegre altalene, e io posso solo osservare tutto ciò e pensare: perché non posso anche io giocare, cantare e rallegrarmi della primavera con i miei coetanei? Che colpa abbiamo commesso, per cui da dieci anni aspettiamo la primavera con il cuore di ghiaccio?….”        (Milica S., Kosmet, dal libro “Dalla guerra all’assedio, lettere di bambini serbi del Kosovo Metohija, di E. Vigna )

Il Direttivo di SOS Yugoslavia – SOS Kosovo Metohija           Associazione di  Solidarietà - Onlus

Via Reggio 14 - 10153 Torino  -  339 – 5982381   sosyugoslavia@libero.it

c/c bancario: SOS Yugoslavia IT56K0306909217100000160153 Banca Intesa - San Paolo

  

Una delegazione SOS Kosovo Methoija al Monastero di Decani