Gli Stati Uniti sono il più grande violatore dei diritti umani.

Non potrei mai più alzare la voce contro la violenza degli oppressi, senza prima aver parlato chiaramente del più grande produttore di violenza nel mondo oggi: il mio stesso governo”.
Martin Luther King

 

 

Pace è una parola dell' uomo bianco – Liberazione è la nostra

 

Queste parole risuonano in tutto il mondo mentre assistiamo alle atrocità commesse da Israele nella sua campagna genocida contro Gaza e il popolo palestinese. Più di 20.000 persone, quasi la metà dei quali bambini, giacciono morti tra le macerie delle loro case e dei loro rifugi. Altri milioni sono sfollati, feriti e muoiono di fame. L’unico modo in cui lo stato fascista e di apartheid di Israele può farla franca con crimini di guerra così atroci, nonostante la forte opposizione e la condanna di altre nazioni e popoli, è grazie al pieno sostegno materiale e politico degli Stati Uniti a Israele e alle sue azioni. Mentre gli Stati Uniti inviano miliardi a Israele per acquistare armi, continuano anche a impedire, da soli, che le risoluzioni sul cessate il fuoco vengano approvate dalle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti non vogliono la pace. Né all'estero né in patria.

 

Mentre il movimento di solidarietà con la Palestina cresce in tutto il paese, il governo degli Stati Uniti sta effettuando una pesante ondata di repressione statale per mettere a tacere e intimidire chiunque lotti per un cessate il fuoco, per aiuti umanitari o per una Palestina libera. Dall’inizio delle proteste filo-palestinesi lo scorso ottobre, la polizia di molte città ha effettuato oltre duemila arresti e continua a brutalizzare i manifestanti pacifici con una forza non necessaria. Che fine ha fatto la libertà di parola?
Sappiamo tutti che questo tipo di repressione non è una novità. Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di repressione di giornalisti, accademici e attivisti che sostengono la liberazione della Palestina. La differenza ora è che il movimento è più grande che mai e cresce di giorno in giorno mentre il mondo intero sta dalla parte della Palestina. Gli Stati Uniti e Israele sono consapevoli che stanno rapidamente perdendo il controllo della narrativa che descrive la guerra.

 

Le università, che hanno assistito a un’ondata di attivismo studentesco in difesa dei diritti dei palestinesi e contro il genocidio, hanno assistito a una diffusa repressione sia degli studenti che dei professori. Mentre i funzionari governativi promuovono una retorica pericolosa che mette sullo stesso piano gli attivisti filo-palestinesi che sostengono la pace ai terroristi e all’antisemitismo, gruppi e individui di estrema destra filo-israeliani stanno organizzando campagne di molestie, pubblicando on line i dati personali degli studenti e terrorizzandoli con la violenza – come è avvenuto nel Vermont dove tre studenti, solo perchè indossavano la kefiah, sono stati bersaglio in una sparatoria.

 

 

Nel rendere conto delle evidenti violazioni dei diritti umani che accadono quotidianamente all’interno del movimento per una Palestina libera e contro la guerra, dobbiamo collegare queste violenze con le violazioni dei diritti umani che accadono quotidianamente nella “Terra dei Liberi” per la sola ragione che viviamo in una società ingiusta e oppressiva che in realtà non si preoccupa del benessere della sua gente. Mentre il nostro governo invia miliardi per la guerra, non riesce a nutrire e ad ospitare i poveri all’interno dei propri confini, nega l’accesso a servizi sanitari e all'istruzione a prezzi accessibili, criminalizza la povertà, brutalizza le persone che esercitano la loro libertà di parola proteggendo al tempo stesso la proprietà privata, e ancora molto di più.
Sebbene la strada per porre fine all’oppressivo sistema capitalista che ci governa sembri lunga e difficile, sebbene la classe dominante usi tutto ciò che è in suo potere per impedire alle persone di resistere e spingere per il cambiamento, oggi non sta avendo successo. L’attuale ondata di repressione è solo un segno che le nostre tattiche stanno funzionando. Continuano le proteste, le manifestazioni, le azioni dirette, le dimostrazioni, le marce e gli eventi culturali in solidarietà con la Palestina. Sempre più persone si uniscono alla lotta e condannano gli Stati Uniti e Israele come i veri terroristi. Le persone continueranno ad agitarsi, educarsi e organizzarsi fino a quando non avremo raggiunto la liberazione della Palestina e la fine delle spese militari statunitensi a sostegno dell’oppressione, indipendentemente dalle tattiche di intimidazione imposte su di noi. Mentre Biden approva la più grande spesa militare nella storia degli Stati Uniti, pari a 866 miliardi di dollari, le parole di Martin Luther King risuonano forte: “Una nazione che continua anno dopo anno a spendere più soldi per la difesa militare che per programmi di elevazione sociale si sta avvicinando alla morte spirituale”.
L’abitudine degli Stati Uniti di presentarsi come difensori dei diritti umani, usata come scusa per intervenire in altri paesi per i propri interessi imperialisti, sta diminuendo. Poiché la maggior parte di noi che vive nel ventre della bestia cade vittima di queste violazioni in quanto popolo operaio e colonizzato, dobbiamo sviluppare i nostri sistemi per difendere i diritti umani da una prospettiva politica che collega capitalismo, patriarcato e supremazia bianca, una prospettiva che è  radice e causa di queste ingiustizie. Solo se comprendiamo la natura della nostra oppressione e dei nostri oppressori e solo se riusciamo ad avere un’educazione collegata alla liberazione, possiamo trovare giustizia per il popolo palestinese e per tutte le persone oppresse e colonizzate nel mondo, e così iniziare il processo di costruzione di un mondo migliore, dove i diritti di tutti sono tutelati e dove i bisogni fondamentali di tutti sono soddisfatti.

 

Da HRS – USA

Traduzione di Giorgio F. per CIVG