Il Mali rompe la sua dipendenza dalla Francia e annulla 11 accordi coloniali imposti ai paesi africano dal 1960
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- Scritto da Paul Essonne
18 agosto 2023
Per comprendere appieno la questionedel Mali contro la Francia, è necessario risalire all'indipendenza. Dopo l'indipendenza, 14 Paesi francofoni hanno firmato con la Francia 11 accordi, qui di seguito esposti.
ACCORDO n.1
Debito coloniale per rimborsare i benefici della colonizzazione
Vale a dire, i nuovi Stati indipendenti devono rimborsare il costo delle infrastrutture costruite dalla Francia durante la colonizzazione. Stiamo ancora cercando il dettaglio dei costi, la valutazione dei benefici e le condizioni di pagamento imposte dalla Francia ai Paesi africani.
ACCORDO n.2
Confisca automatica delle riserve finanziarie nazionali
Vale a dire, i Paesi africani devono depositare le loro riserve finanziarie presso la Banque de France. In questo modo la Francia ha "custodito" le riserve finanziarie di quattordici Stati africani dal 1961: Benin, Burkina Faso, Guinea Bissau, Costa d'Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e Gabon. Pertanto, la gestione delle politiche monetarie rimane asincrona e incompleta a causa del fatto che è pilotata direttamente dal governo francese, senza alcun legame con le autorità finanziarie degli Stati, quali sono la CEDEAO (Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale, ECOWAS in inglese) o la CEMAC (Comunità economica e monetaria dell'Africa centrale). A causa delle condizioni che vincolano le banche dei 14 Paesi delle zone economiche e finanziarie CFA, esse sono obbligate a mantenere il 65% delle loro riserve valutarie in un conto operativo detenuto dal Tesoro francese, unitamente ad un 20% supplementare al fine di coprire i “rischi finanziari”.
Inoltre, le banche nelle zone CFA impongono un limite di credito a ciascun Paese membro, pari al 20% delle entrate statali dell'anno finanziario in corso, sebbene la BEAC (Banca degli Stati dell’Africa Centrale) o la BCEAO (Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale) abbiano maggiori possibilità di prelievo presso il Tesoro francese. Questi prelievi devono prima ottenere il beneplacito del Tesoro francese.
La decisione finale spetta quindi al Tesoro francese, che a sua volta ha investito le riserve degli Stati africani nella Borsa di Parigi. In altre parole, l'85% delle riserve finanziarie africane è depositato in un conto operativo controllato dall'amministrazione francese.
Le due banche nella zona CFA sono africane di nome, ma non decidono da sole alcuna politica monetaria. La cosa peggiore è che i Paesi stessi non sanno nemmeno quale sia la quota di riserve finanziarie di loro spettanza.
ACCORDO n.3
Diritto di prelazione su qualsiasi materia prima o risorsa naturale scoperta nel paese
Vale a dire che la Francia ha per prima il diritto di acquistare le risorse naturali della terra delle sue ex colonie. È solo dopo che la Francia ha detto: "Non m’interessa", che gli Stati africani possono cercare altri interlocutori.
ACCORDO n.4
Priorità agli interessi e alle imprese francesi sui mercati pubblici e nelle gare d’appalto pubbliche
Nell'aggiudicazione degli appalti pubblici, le imprese francesi hanno la priorità in tali gare d'appalto quand’anche i Paesi africani potessero ottenere un miglior rapporto qualità-prezzo altrove. Di conseguenza, nella maggior parte delle ex colonie francesi, tutte le leve economiche nazionali sono nelle mani dei Francesi espatriati. In Costa d'Avorio, ad esempio, le compagnie francesi possiedono e controllano tutti i principali servizi pubblici tra cui acqua, elettricità, telefono, trasporto aereo, porti e le principali banche. È lo stesso nel commercio, nell'edilizia e nell'agricoltura.
ACCORDO n.5
Diritto esclusivo di fornire equipaggiamento militare e addestrare ufficiali militari coloniali
Grazie a un sofisticato sistema di borse di studio, sussidi e agli “accordi di difesa” inclusi nel patto coloniale, gli Africani devono inviare i loro alti ufficiali per la formazione in Francia e sono obbligati a rifornirsi di equipaggiamento militare dalla Francia.
ACCORDO n.6
Diritto per la Francia di stanziare e d’intervenire militarmente nei paesi per difendere i propri interessi
In base ai cosiddetti "accordi di difesa" acclusi al patto coloniale, la Francia ha il diritto d’intervenire militarmente negli Stati africani, e anche di dispiegare truppe in modo permanente in basi e installazioni militari, sotto totale gestione francese.
ACCORDO n.7
Obbligo di fare del francese la lingua ufficiale nazionale e d’istruzione
È stata persino creata un'organizzazione per la lingua francese e la diffusione della cultura francese. Si chiama "Francofonia" e ha diverse organizzazioni satellite. Queste organizzazioni sono affiliate e controllate dal Ministro degli Affari Esteri francese.
ACCORDO n.8
Obbligo di utilizzare in Africa il franco CFA (Franco delle colonie francesi)
Sebbene questo sistema non sia condiviso dall'Unione Europea, le colonie francesi sono costrette ad utilizzare esclusivamente il FCFA.
ACCORDO n.9
Obbligo di inviare in Francia un bilancio annuale e una relazione sullo stato delle riseerve. Niente rapporto, niente soldi.
Vale a dire che il direttore delle banche centrali delle ex colonie presenta il suddetto resoconto durante le riunioni annuali dei ministri delle Finanze riguardanti le ex colonie. Il rapporto viene in seguito redatto dalla Banque de France e dal Tesoro francese.
ACCORDO n.10
Rinuncia a qualsiasi alleanza militare con altre nazioni, salvo autorizzazione della Francia
La maggior parte di questi Paesi ha alleanze militari soltanto coi propri ex colonizzatori, semplicemente perché la Francia ha proibito loro qualsiasi altra alleanza militare.
ACCORDO n.11
Obbligo di allearsi con la Francia in caso di guerra o di crisi mondiale
Oltre un milione di soldati africani ha combattuto per la sconfitta del nazismo e del fascismo nel corso della seconda guerra mondiale. Ora che la Francia è militarmente legata all'Unione Europea, alla NATO e agli Stati Uniti, l'Africa sarà de facto impegnata al fianco della Francia in caso di terza guerra mondiale.
Cari compagni Africani, undici (11) accordi sono ancora in vigore tra la Francia e i 14 Paesi della zona CFA, e nessun media francese o i loro cosiddetti specialisti africanisti parleranno mai di questi sinistri accordi che sono stati imposti agli Stati africani della zona CFA.
Cari compatrioti, per questo continuiamo a denunciare tale colonizzazione, praticata ormai fin dal 1960, da intermediari, vale a dire da governanti di loro scelta, sostenuti e protetti perimporre la dittaturanei confronti dei propri stessi popoli.
Quello che c’interessa oggi tra questi undici punti è il decimo (n.10), che afferma che i 14 Paesi della zona CFA, stante l'accordo, non sono autorizzati a stringere un'alleanza militare con altre nazioni e non sono nemmeno autorizzati ad acquistare attrezzature militari da un altro Paese europeo senza l'autorizzazione della Francia, ecco perché il Mali è stato bloccato fino ad oggi. Ma essendo stata sbloccata la situazione, il Mali può ormai cooperare liberamente con tutti i Paesi del pianeta senza chiedere il permesso alla Francia.
Di fronte a tutte queste truffe morali, fisiche e psicologiche, la nuova generazione africana deve fare la sua parte nel ripristino delle conquiste nazionali del nostro continente per lasciare un’eredità degna alle generazioni future.
Fonte:7joursinfo (Gabon)
https://7joursinfo.com/actualites/le-mali-rompt-sa-dependance-avec-la-france-en-annulant-11-accords-coloniaux-imposes-aux-pays-africains-depuis-1960/