L'Iran e la "carta dei diritti umani" dell'Occidente
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- Scritto da Sam Muhho
In un articolo recentemente pubblicato da Fox News Benjamin Weinthal, un membro della Federazione per la Difesa della Democrazia (FDD) residente a Berlino, ha criticato la situazione dei diritti umani in Iran. I suoi argomenti hanno lo scopo di dimostrare l'impossibilità di negoziati con l'Iran, che sarebbe un regime "indegno" di negoziati. Tutto ciò consiste nel trasformare le notizie sulle violazioni dei diritti umani delle minoranze religiose (cristiane in particolare) in una leva geopolitica per ostacolare i negoziati resi possibili dalle aperture diplomatiche dell'Iran, ed i protagonisti di questa operazione sono interessi legati alle grandi compagnie della finanza, specialmente se essi si accompagnano alla diretta collaborazione degli Stati Uniti e dei loro alleati, tra i quali si annovera uno dei più oppressivi regimi del Medio Oriente (e del mondo), ovvero l'Arabia Saudita.
Per quanto l'Iran sia spesso rimproverato per i suoi difetti, questi difetti impallidiscono in confronto con le atrocità perpetuate dai Sauditi. In Arabia Saudita non è consentito il culto ebraico e cristiano e il possesso della Bibbia può essere punito brutalmente. L'Arabia Saudita è nota per le sue severe campagne contro il possesso della Bibbia e di simboli religiosi, specialmente nelle perquisizioni agli aeroporti, che prevedono la distruzione di ogni Bibbia rinvenuta, il che in un caso ha portato a importunare una suora che era arrivata a Jeddah per un volo di concidenza.
L'Arabia Saudita sta attualmente promuovendo, in collaborazione con gli Stati Uniti, una guerra estremistica e settaria in Siria, il cui prodotto è una incubo per le popolazioni che vivono in corrispondenza delle linne di demarcazione religiose; questa guerra può essere descritta come un autentico genocidio, dal momento che l'ex-agente della CIA Robert Baer ha predetto ulteriori ostilità contro i cristiani in Siria e Libano durante un'intervista con Seymour Hersh per il suo eccellente articolo del 2007, “The Redirection.”.
Ciò che è paradossale se si pensa all'attenzione che l'Occidente dedica all'Iran è che i piani dell'alleanza USA-Arabia Saudita hanno creato gruppi di islamisti radicali, cosa che renderà necessaria la protezione dei Cristiani da parte del partito Hezbollah di Hassan Nasrallah e degli Sciiti che si oppongono agli USA e alla Francia. L'Iran è in gran parte Sciita e, benchè l'Islam conservatore sia predominante, questo conservatorismo è diverso dalle atrocità del Wahabismo radicale in Arabia Saudita, che funziona da covo per l'attività globale di Al Qaeda.
Non va dimenticato che l'Arabia Saudita è il principale finanziatore dell'espansione di Al Qaida in Eurasia, in linea con il piano imperialista occidentale di isolare l'Iran e di utilizzarla come strumento geopolitico. E' noto che i Talebani e i fondamentalisti wahabiti che ingrossano le fila degli estremisti dalla Nigeria alle Filippine non esisterebbero senza i finanziamenti sauditi, che servono appositamente per creare un Islam parallelo e un "coltellino svizzero" multiuso da impiegare contro gli avversari della politica estera dell'occidente, come accade oggi in Siria e come è già accaduto in Afganistan negli anni Ottanta; questa è stata fino ad adesso la base della finta "guerra al terrore" guidata dagli interessi neo-imperialisti. La più consistente consegna di armi statunitensi della storia è stata portata a termine con l'Arabia Saudita.
L'Arabia Saudita porta regolarmente a termine sanguinose esecuzioni per mezzo di boia incappucciati - le accuse comprendono quella di "stregoneria e magia" - nella piazza dal cupo nome di "Chop-Chop" Le donne non possono guidare in Arabia Saudita e le donne straniere non possono visitare il paese senza essere accompagnate da un tutore di sesso maschile. Oltre a conformarsi alle strategie geopolitiche della finanza occidetale in collaborazione con Israele, come in Siria, il governo saudita è strettamente legato a questi interessi, come indica Tony Cartalucci ai punti "6" e "7" dell'articolo "Presentazione dei despoti degli Stati del Golfo".
L'Iran, che può avere i sui difetti, ha uno standard di diritti umani senza precedenti rispetto all'Arabia Saudita. Agli ebrei iraniani, ai cristiani e agli zoroastriani sono garantiti dei seggi nel parlamento iraniano, in proporzione alla consistenza numerica delle loro comunità. Gli ebrei iraniani, circa 30.000, godono di una vita relativamente tranquilla in Iran, con un ospedale ebraico, due ristoranti kosher a Teheran, 11 sinagoghe, molti con dotati di scuole ebraiche, e una biblioteca ebraica che comprende 20.000 titoli. L'Ayatollah Khomeini ha emesso un editto nel 1980 affermando che le comunità ebraiche e cristiane iraniane devono essere cosiderate "protette". Molti di questi punti sono affrontati nell'articolo di Benjamin Schett "Ridimensionare la propaganda anti-iraniana" e sono in conflitto con l'immagine gravemente severa dipinta dai media occidentali. Questo breve documentario di Pictures Journeyman dà un'immagine positiva della vita degli ebrei in Iran.
Spesso si afferma che l'Iran promuove in modo istituzionalizzato l'antisemitismo e la negazione dell'Olocausto, ma Benjamin Schett spiega perché questo non è vero. Ahmadinejad ha fatto accuse circa la storicità della Shoah, ma questo non rappresenta la posizione dello Stato iraniano o delle persone comuni, la cui televisione di Stato ha perfino mandato in onda un popolare film di Hollywood di qualità, per commemorare le sofferenze degli ebrei e per rappresentare la storia di Abdol Hossein Sardari , un diplomatico iraniano che ha contribuito a salvare gli ebrei dalla Shoah, fornendo loro passaporti falsi per fuggire dalla Francia occupata dai nazisti. Un ex deputato ebreo iraniano del Parlamento, Moris Motamed, ha criticato Ahmadinejad per le sue dichiarazioni sull'Olocausto e anche tenuto una conferenza stampa per denunciare tali dichiarazioni. Tuttavia, tali sentimenti non devono essere visti come propri della totalità della società iraniana.
Le critiche contro Israele sono predomanti e normali, ma non a causa di alcuna animosità religiosa nei confronti degli ebrei, come lo stesso Ahmadinejad ha affermato in un discorso a Esfahan citato da Schett, ma piuttosto a causa delle complesse questioni politiche che circondano la difficile situazione palestinese.
Benjamin Schett osserva che è impossibile indagare a fondo la vita di una minoranza religiosa in un paese religiosamente conservatore, senza farne parte, ma a differenza dell Arabia Saudita, almeno esistono apertamente delle minoranze. Naturalmente, tali minoranze non devono accontentarsi del minimo indispensabile e, come un occidentale, io credo nell'uguaglianza per tutti. Se e dove esistono casi violazioni dei diritti, come quelli notati nell'articolo di Fox News di Benjamin Weinthal, devono essere apertamente affrontati, ma con uno scopo differente rispetto a quello dei media occidentali, che è di evidenziare alcuni fatti, nascondendone degli altri, e utilizzare qualsiasi incidente come propaganda pin favore degli obiettivi geopolitici occidentali, che sono volti a soffocare la pace e la diplomazia, sostituendole con l'apologia della guerra, e "coprendo" l'Occidente ed i suoi crimini contro l'umanità ....
Sam Muhho, da Land Destroyer
Traduzione di Andrea B. per civg.it