SPECIALE PFAS
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È stato stimato che ogni anno i PFAS gravano sui sistemi sanitari europei tra i 52 e gli 84 miliardi di euro .
In Italia, nella passata legislatura, è stato presentato dall’ex senatore Mattia Crucioli un Disegno di Legge che mette al bando i Pfas.
Basta Pfas in Comunità Europea.
Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia hanno formalizzato a ECHA (European Chemical Agency) una proposta per restringere a livello UE l’impiego di circa 10 mila sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). E così salvaguardare la One Health (salute pubblica, sanità e benessere animale, ambiente) dai forever chemicals. Clicca qui l’analisi in quindici punti.
“The Forever Pollution Project”.
I giornalisti del Forever Pollution Project hanno costruito una mappa unica nel suo genere della contaminazione da PFAS in Europa, mappa che misura l’entità dell’avvelenamento di queste sostanze chimiche estremamente tossiche e cancerogene, molto mobili e praticamente indistruttibili, utilizzate in una vasta gamma di oggetti, dalle padelle antiaderenti agli impianti medici, nonché destinate a costi di bonifica per decine e decine di miliardi di euro che le aziende non intendono spendere. Questo lavoro senza precedenti ha permesso un risultato spaventoso… continua cliccando sul titolo.
La mappa dei siti italiani contaminati da Pfas elaborata da Le Monde.
Per quasi un anno, il giornale francese “Le Monde” ha lavorato con i giornalisti di 18 media partner per misurare l’entità della contaminazione in Europa di Pfas, le sostanze chimiche tossiche e cancerogene praticamente indistruttibili utilizzate in una vasta gamma di oggetti, dalle padelle antiaderenti agli impianti medici. Emerge la mappa dei siti italiani, al cui vertice spiccano i disastri ecosanitari della Miteni di Trissino in Veneto e la Solvay di Spinetta Marengo il Piemonte. Clicca sul titolo.
Carta igienica con Pfas favorisce il cancro.
Conferma un team di scienziati dell’Università della Florida negli Usa, tramite una ricerca pubblicata su Environmental Science & Technology Letters. Ulteriore preoccupazione perché gli effluenti delle acque reflue e i fanghi sono comunemente riutilizzati per l’irrigazione e/o l’applicazione sul terreno. Clicca sul titolo.
Pfas, il veleno nell’acqua e nel sangue. Ma i controlli sono una beffa.
L’inerzia della Regione Veneto è sotto accusa da quando l’azienda Miteni di Trissino per anni cha contaminato la seconda falda più grande d’Europa, colpendo la salute di 350 mila cittadini tra Verona, Vicenza e Padova. Clicca sul titolo.
Pfas in discariche: unico sospettato Solvay. E i complici?
I Pfas C6O4 e ADV, che solo Solvay di Spinetta Marengo produce, ritrovati dall’ARPA nelle discariche piemontesi. Domande imbarazzanti ai complici: Arpa, Comune, Provincia e Regione. Clicca sul titolo.
ARPA: i Pfas C6O4 e ADV in atmosfera ricadono sul Spinetta Marengo.
Il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) aveva evidenziato la presenza di Pfas nelle uova degli uccelli: i risultati odierni costituiscono un dato oggettivo che unisce la sorgente dell’inquinamento -Solvay- e i suoi effetti su Spinetta Marengo, ovvero su tutti i possibili anelli della catena alimentare. Va da sé che C6O4 e ADV sono respirati dagli abitanti: disciolti nella nebbia, nella pioggia, nel pulviscolo atmosferico, nelle famigerate polveri sottili. Il sindaco Giorgio Abonante lo sa ma fa finta di niente. Clicca sul titolo.
Pfas nei pozzi della rete idrica: ecco dove.
I risultati in provincia di Alessandria dei campionamenti dell’acqua potabile ordinati da Asl ed eseguiti da Arpa evidenziano un inquinamento costante lungo l’asse del torrente Scrivia. Ma anche in prossimità del Tanaro. Clicca sul titolo.
Il Comune di Alessandria se ne lava le mani.
Alla lettera del Comitato Stop Solvay, che ha nella sua genesi la “chiusura subito” dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo, ha replicato a muso duro il sindaco Giorgio Abonante: per quanto sta nelle mie attribuzioni, non ho alcuna intenzione di emettere una ordinanza per la chiusura delle produzioni inquinanti della Solvay di Spinetta Marengo. Per quanto riguarda il resto, i biomonitoraggi, tutto è in mano all’Asl e alla Regione, il Comune non decide nulla. Clicca sul titolo.
Nasce il coordinamento ecologista per la lotta alla contaminazione da Pfas.
Si è svolto a Padova, nella sede dei Beati costruttori di pace, un incontro di varie componenti del Movimento ecologista veneto cui hanno partecipato anche sindacalisti della CGIL della provincia di Vicenza e della direzione regionale. Il punto focale è stato quello della contaminazione da PFAS del territorio regionale. E’ stato messo a punto un manifesto “Per una vertenza regionale No Pfas” sulla base del quale è stato costituito il coordinamento ecologista regionale. Clicca qui. E’ auspicabile che questo tipo di coordinamento funzioni anche ad Alessandria.
Da reteambientalista