Processo di appello contro la Scala di Milano per le morti di amianto: un altro puntello all’impunità dei padroni
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- Scritto da Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
21 Dicembre 2022
Ieri, 20 dicembre 2022, per l’ennesima volta la 5° sezione del Tribunale di Appello di Milano ha riconferma-to la linea tenuta dalla magistratura milanese riguardo ai processi per le morti da amianto: nessuno è col-pevole per la morte di 10 lavoratori uccici, nel tempio della lirica, dall’amianto. Il fatto non sussiste.
Il ragionamento del Tribunale è il seguente: poiché non è possibile stabilire con esattezza quale fibra (!!) ha dato il via al tumore (il mesotelioma pleurico) – la teoria della “trigger dose”, la dose grilletto - non è neanche possibile individuare i colpevoli. E’ come chiedere ad un fumatore di dimostrare quale delle migliaia di sigarette che ha fumato ha causato il suo tumore ai polmoni. Il fatto che l’esposizione continuata fa sì che dalle prime cellule cancerose si arrivi al mesotelioma (tuttora incurabile) è del tutto trascurata dai giudici di una magistratura che ha dimostrato negli anni che la sua principale preoccupazione è di non nuocere a datori di lavoro e dirigenti che, pur sapendo della pericolosità del killer amianto, hanno tranquillamente continuato a far lavorare gli operai senza informarli dei rischi (conosciuti fin dall’inizio del secolo scorso) e non hanno mai fornito protezioni adeguate.
Lo spiegava bene l’avvocata Laura Mara – che in questi anni ha difesa il nostro Comitato e Medicina Democratica nei processi per amianto - in un’intervista del 2021:
“Gli studi e le ricerche internazionali, come quelle condotte dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), hanno mostrato che il processo di formazione del cancro è un’evoluzione a più stadi e la sua progressione è favorita dalle successive esposizioni al fattore cancerogeno: quindi l’aumento delle dose di amianto inalata (dove la dose dipende dalla durata e dall’intensità dell’esposizione che a sua volta dipende dalla concentrazione di fibre nell’aria) è in grado di accorciare la latenza della malattia e di aggravarla.
“Oggi la magistratura impone che venga data la prova del momento esatto in cui la cellula da benigna diventa maligna ……. Questa prova non può essere fornita e il processo di trasformazione della cellula, come accade per qualsiasi altra formazione tumorale, non può essere misurato con strumenti fenomenici”.
Oggi, poi, pesa ancor di più una delle prime dichiarazioni della “presidente” del Consiglio: “Non disturbere-mo chi vuole fare”. Del resto, il Tribunale di Milano è da anni che “non disturba” padroni e managers che, per risparmiare qualche soldo, hanno mandato a morte centinaia e centinaia di lavoratori.
Breda Fucine, Breda Termomeccanica, Ansaldo, Pirelli, Enel di Turbigo, Alfa Romeo, Franco Tosi, Fibronit di Broni …. sono solo alcuni di questi processi dove, a fronte di centinaia di vittime operaie, nessuno ha pagato né pagherà.
In questo paese se rubi una mela per fame vai in galera; se rubi migliaia di vite umane “il fatto non sussiste”.
Da quasi trent’anni il nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, insieme con numerose altre Associazioni, si batte perché i morti di amianto abbiano giustizia.
Non sarà questa ennesima e vergognosa sentenza che ci fermerà. Solo con la lotta e la mobilitazione dei lavoratori e dei cittadini sarà possibile che i nostri morti abbiano giustizia.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio. Sesto S.G.