Terremoto dell’Aquila: per il tribunale civile è “colpa anche dei morti
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- Scritto da Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
COMUNICATO
Terremoto dell’Aquila: per il tribunale civile è “colpa anche dei morti … hanno continuato a dormire nei loro letti”
Questa è l’aberrante conclusione del tribunale civile dell’Aquila, che ha riconosciuto una “corresponsabilità del 30%“ in capo alle 24 vittime del crollo di via Fossa seguito al terremoto che il 6 aprile 2009 (giorno della scossa principale) fece 309 morti e 1.600 feriti.
Per i giudici dell’Aquila “ E' fondata l'eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile”. Quindi i risarcimenti dovuti ai parenti delle vittime devono essere ridotti del 30%.
Ricordiamo che nel 2014 erano stati processati e condannati in 1° grado i componenti della Commissione Grandi Rischi (che faceva capo alla presidenza del Consiglio dei ministri), compresi i vertici della Protezione Civile, per aver “rassicurato” la popolazione in merito alla gravità degli eventi sismici che si stavano verificando sul territorio. La sentenza fu poi ribaltata in appello e in Corte di Cassazione, che riconobbero colpevole il solo vice-capo della Protezione Civile De Bernardinis, braccio destro di Guido Bertolaso, per aver affermato in una intervista parole che i giudici definirono “negligenti e imprudenti”: egli venne condannato a 2 anni. Bertolaso venne invece assolto.
In numerosissime occasioni abbiamo detto quanto qui ribadiamo: la legge NON è uguale per tutti, la ‘giustizia’ è di classe, difende i padroni e chi rappresenta i loro interessi, gli organi dello Stato e chi ne fa parte.
Valga per tutti l’esempio di Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie, condannato – per ora – per la strage di Viareggio ma liquidato con 9 milioni di euro e promosso a guidare la Leonardo S.p.A., di cui il Ministero dell’Economia detiene il 30% delle azioni, e poi passato alla presidenza della sua Fondazione.
Se le migliaia di morti sul lavoro hanno già vissuto l’ingiustizia sulla loro pelle nei processi penali , dove ben raramente i padroni vengono condannati, in genere a pene irrisorie, con questa sentenza ci lanciano un altro messaggio: anche in sede civile vale lo stesso principio.
Ma questo non ci deve scoraggiare, in questa barbara società capitalista fondata sul profitto e sul sangue di lavoratori e cittadini il nostro terreno più importante non sono i tribunali ma la lotta, e continueremo a lottare senza delegare a nessuno – tanto meno ai giudici - la difesa dei nostri interessi: la salute, la vita umana e un futuro degno di essere vissuto, senza più morti di lavoro e stragi di civili.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Sesto S.Giovanni, 12.10.2022