La vedova di Gheddafi chiede un'indagine approfondita sul suo assassinio

21 ottobre 2013

" Nella memoria dell’aggressione della NATO contro il mio paese, che ha portato la Libia nel caos,  e nel ricordo di mio marito, che io ritengo essere un martire, del mio caro figlio e delle persone che erano con loro, il 20 ottobre 2011, quando le forze aeree della NATO bombardarono il convoglio del leader libico; e poi i loro corpi feriti furono massacrati da un gruppo di persone che non posso chiamare in nessun altro modo, se non criminali….

 

Cio’ che questa gente ha fatto a mio marito e mio figlio non può essere giustificato dal punto di vista di qualsiasi religione. Ritengo però anche che sia un crimine non da meno, che i resti di questi martiri siano ancora nascosti ai loro parenti, che è qualcosa senza precedenti in tutta la storia

Chiedo che tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'Unione europea e tutti coloro che hanno una connessione diretta o indiretta con questo omicidio, devono dire dove sono le spoglie di questi martiri e permettere ai loro parenti di seppellirli in modo giusto .

Chiedo anche che l' Unione Africana, di cui Muammar Gheddafi è stato un fondatore, deve indagare sul suo omicidio e di tutte le persone che erano con lui quel giorno.

Chiedo anche che la comunità internazionale mi aiuti a venire in contatto con mio figlio Saif al-Islam, che è isolato da tutti i membri della nostra famiglia dal momento del suo arresto. L’unico "crimine" di Saif è che egli ha ammonito che questa rivoluzione non può che portare la Libia al caos - che è cio’ a cui stiamo assistendo oggi .

Saif al-Islam si è sempre preoccupato per la situazione dei diritti umani in Libia. Ha preso molti ex radicali islamici dalle carceri americane ed europee e li persuase a diventare cittadini rispettosi della legge. Molti di loro promisero che non avrebbero mai piu’ fatto attività terroristiche. Ma ora, alcune di quelle persone che Saif  aveva salvato dal carcere, chiedono che egli dovrebbe essere giustiziato.

 

Due anni dopo il barbaro assassinio di mio marito,di  mio figlio e dei loro compagni, sto chiedendo che la mia voce, la voce di una vedova in esilio, del leader di un paese e di una madre, sia ascoltata”.

 

21  Ottobre 2013

Da Voice of Russia – Traduzione di Libia Notizie per CIVG.it