Notizie cubane - 10/2013

Due interessanti articoli: uno circa la “dissidenza cubana”, su un premio dato in Grecia alle "dame in bianco", altrimenti ribattezzate dame in verde (il colore dei dollari) e l’altro sulla medicina a Cuba, visto che, in questo periodo in Italia si fa un gran parlare delle cure con staminali bloccate dal governo italiano.

(Enrica Mendo)

“ Premio alle Dame bianche”

13 ottobre 2013

Un chiarimento per la Washington Oxi Day Foundation: Creta non ha niente a che vedere con Berta Soler. Casualmente, il premio della Battaglia di Creta viene consegnato a Berta Soler poco dopo il suo ritorno da un giro negli Stati Uniti dove ha frequentato il fior fiore della mafia terrorista anticubana. Di  M. H. Lagarde.

Uno degli ultimi cliché della permanente campagna mediatica contro Cuba è quello di referirsi a Yoani Sánchez come alla cubana che è diventata famosa a livello internazionale per aver pubblicato un blog. Ma la realtà è ben diversa. Se Yoani Sánchez è diventata famosa – forse come mercenaria degli USA?- è  solo dovuto all’immeritata quantità di premi che ha ricevuto, nel giro di pochissimo tempo, da parte di varie organizzazioni evidentemente "accecate" dai meriti inesistenti dei suoi post. Per chi ancora non lo sapesse, la consegna dei premi è una sorta di strategia progettata per ingannare gli ingenui o la gente male informata, quelli che di solito capiscono fischi per fiaschi; oltre a concedere una certa notorietà alla persona premiata, soprattutto grazie ad una stampa che si copre gli occhi di fronte a certe farse, si cerca di occultare in questo modo la provenienza dei soldi con cui il governo degli Stati Uniti appoggia i cosiddetti oppositori cubani. E’ così che negli ultimi decenni sono stati pagati o, come si suol dire mediaticamente, “premiati”, vari presunti dissidenti cubani. Il prossimo di questi riconoscimenti sarà quello per la leader delle cosiddette “Dame in bianco”, Berta Soler, il 24 ottobre, quando riceverà il premio Battle of Crete (Battaglia di Creta) da parte della The Washington Oxi Day Foundation. Come risulta dai siti internet della controrivoluzione cubana, il premio viene consegnato ogni anno a donne che si siano distinte per il loro coraggio nel compiere azioni volte a "proteggere, promuovere e perseguire la libertà e la democrazia" e si ispira alle donne greche di Creta, "che dimostrarono un gran coraggio unendosi alla lotta contro le forze degli invasori nazisti nella battaglia di Creta", a maggio del 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando ne morirono circa un migliaio. Sappiamo bene quanto siano ignoranti alcuni nordamericani in fatto di geografia, e ci sarebbe da chiedersi  se qualche  tonto della Oxi Day Foundation no avrà pensato che Berta Soler fosse una donna irachena o una leader di quelle donne afgane che ogni tanto muoiono assassinate dai droni. L’ ignoranza di Berta, tuttavia, non lascia spazio alla speculazione. Il suo commento politico più famoso, che, a quanto pare, il Nuovo Herald  ha dovuto per forza pubblicare in mancanza di meglio, è l’affermazione: “A mi que me quiten lo bailao”. Qualcuno sa se la premiata leader abbia una vaga idea di cosa sia stata la Battaglia di Creta o, per lo meno, il nazifascismo? Bisognerebbe avere una grande capacità di astrazione, o di cinismo, per credere che l’attività mercenaria delle passeggiate domenicali delle cosiddette Dame abbia qualcosa a che fare con il promuovere la democrazia, soprattutto se pensiamo che quel lavoro viene sostenuto da una potenza straniera. In ogni caso ha senz’altro a che fare con l’arricchimento dei suoi  membri, che guadagnano 30 dollari a camminata, sempre che la  leader non si rubi i soldi, e soprattutto ha a che fare con l’arricchimento di una mafia a Miami che giustifica gli investimenti milionari del governo in una presunta lotta contro la repressione della dittatura castrista, per mezzo della USAID o di altre agenzie. Casualmente, il premio della Battaglia di Creta viene consegnato a Berta Soler poco dopo il suo ritorno da un giro negli Stati Uniti dove ha frequentato il fior fiore della mafia terrorista anticubana  mostrando a tutti quanto si possa essere stupidi quando si difende una causa inventata. E non è dunque solo per piacere, che alla cerimonia di premiazione del prossimo 24 ottobre è prevista la partecipazione dei senatori cubanoamericani  Marco Rubio, repubblicano, per la Florida, e Bob Menéndez, democratico, per il New Jersey. Anche se Creta non ha niente a che vedere con la parola  “cretina”, e quindi neppure con Berta Soler, Rubio e Menéndez, tuttavia hanno molto a che vedere con l’organizzazione terrorista conosciuta come Fundación Nacional Cubano Americana e dunque anche con la cosiddetta industria anticastrista. Ci rimane solo da aspettare per vedere quale sarà  il “lavoretto” che realizzerà, per questi giorni, la leader del gruppo conosciuto anche con il nome di Dame in verde, per contraccambiare la gentilezza monetaria dei suoi promotori della The Washington Oxi Day Foundation. 

 

M. H. Lagarde è nato all'Avana nel 1963  ed è laureato in giornalismo. E’ stato anche caporedattore della rivista  El Caimán Barbuto e ha pubblicato i libri Al pie de la leyenda (1995), e  La fuerza del destino (2000).

 

Da cambiosencuba 


 

Medicina

(12 ottobre 2013)

Cellule staminali per la cura della malattia di Duchenne

di ORFILIO PELÁEZ

Alcuni mesi fa nelle pagine del Granma si parlava dei miglioramenti sperimentati dal bimbo di nome Enzo Barriga Hernández, primo caso di malato di Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD), trattato a Cuba con cellule staminali in modo sperimentale.

( DA SINISTRA A DESTRA APPAIONO IN ORDINE: IL DOTTOR OMAR LÓPEZ MEDINA E IL PROFESSOR PORFIRIO HERNÁNDEZ, VICINO A UN GRUPPO DI BAMBINI GIA’ TRATTATI E AD ALTRI IN ATTESA DEL PERMESSO A PROCEDERE CON LE CURE SPERIMENTALI )

Si tratta di una malattia degenerativa ereditaria causata da una mutazione genetica che colpisce esclusivamente i maschi  e che impedisce all’organismo di  produrre la distrofina, una proteina presente all’interno della membrana cellulare dei muscoli, la cui mancanza porta ad una invalidità motoria totale; con il tempo provoca mancanze respiratorie e problemi ad altri organi vitali, al punto di  mettere a rischio la stessa vita. A prognosi evolutiva riservata, per questa malattia non esisteva nessuna terapia efficace, e non c’erano nemmeno dei resoconti nella bibliografia medica internazionale sull’uso di cellule staminali come trattamento alternativo. Sotto la guida di una équipe multidisciplinare di specialisti dell’ospedale William Soler, diretto dal dottor Omar López Medina, direttore del Gruppo di Malattie Rare, e dell’Istituto di Ematologia e Immunologia, diretto dal professore e scienziato Porfirio Hernández, ad aprile del 2012 Enzo ha ricevuto la prima iniezione di cellule staminali estratte dal suo stesso corpo, seguita da altre due fino al momento della pubblicazione del suddetto lavoro nel maggio scorso.

DOPO LA TERAPIA CON LE CELLULE STAMINALI, QUESTI BAMBINI MOSTRANO UN APPREZZABILE RECUPERO DELLE LORO FUNZIONI MOTORIE. 

Con stupore dei medici ed allegria da parte dei suoi genitori, la qualità della vita del bimbo di 12 anni è migliorata notevolmente. Sono scomparse le frequenti cadute, ha potuto di nuovo sollevare le gambe per vestirsi, ha recuperato forza nelle braccia, e ha ripreso a camminare con l’aiuto di qualcuno. Si aprirebbe così un varco di speranza per altri pazienti cubani che soffrono della stessa malattia. CAUTO OTTIMISMO. Como riferisce al Granma il dottor Omar López, dopo l’esito favorevole riscontrato su Enzo e dopo una completa ed esaustiva valutazione di ogni candidato, durante i mesi di luglio e agosto 8 bambini di età compresa tra i 6 e i 9 anni sono stati sottoposti allo stesso tipo di trattamento; pertanto oggi Cuba è il paese con il maggior numero di casi di Distrofia Muscolare di Duchenne sottoposti a questo tipo di terapia che fa parte della medicina rigenerativa. E’ stato gratificante per i reporter vedere Rainol, Angero, Michael, José Orlando e Manuel Alejandro giocare e scorrazzare per i cortili interni del William Soler, mentre aspettavano l’inizio di un’attività culturale in cui avrebbero ricevuto in dono dei libri da parte di Prime Gutiérrez, un’espositrice abituale della Feria Internacional del Libro dell’Avana. Secondo quanto affermano i loro familiari, il miglioramento dei piccoli è stato notevole, dato che prima del trattamento con le cellule staminali potevano a stento sollevarsi da terra, non salivano le scale e non potevano assolutamente saltare o correre dietro a un pallone. Anche dal punto di vista psicologico, il cambiamento è stato molto positivo in quanto i bambini si sono rivelati molto più comunicativi e disinibiti. Per esempio Rainol è stato capace di salire sulla pedana dell’anfiteatro del William Soler e di mettersi a ballare e suonare le maracas, nel bel mezzo del toccante incontro organizzato dall’Istituto del Libro per consegnare loro i doni. Secondo  il dottor López Medina e il professor Porfirio Hernández, la cosa più evidente consiste nel recupero rapido delle funzioni motorie che erano già abbastanza deteriorate nella maggior parte di questi otto pazienti, che nel giro di poco tempo erano destinati alla sedia a rotelle. Entrambi gli specialisti hanno asserito che "possedendo la capacità di rigenerare i tessuti danneggiati da malattie, traumi o invecchiamento, sembra che le cellule staminali riescano a mantenere stabile per un certo tempo la forza muscolare che si era persa. Questo spiegherebbe i promettenti risultati ottenuti". Tuttavia, hanno poi chiarito, la DMD continua ad essere per il momento una malattia incurabile e manteniamo una grande prudenza nel fare previsioni evolutive a lungo termine, poiché non sarebbe etico e creerebbe false aspettative, mentre c’è ancora molto da lavorare nella ricerca e nella verifica. "Quello che possiamo esprimere con assoluta certezza è che abbiamo delle prove scientifiche che ci spingono a proseguire nell’uso delle cellule staminali nella terapia di questa malattia così complessa, visto il netto miglioramento osservato nei nove bambini trattati, e l’assenza di effetti negativi". Attualmente, ha detto il dottor Omar, abbiamo altri dieci bambini in fase di preparazione per possibili impianti, mentre sono oltre cento i casi provenienti da tutto il paese che sono stati esaminati qui dall’équipe di medici e laureati del nostro ospedale, del Centro Cardiologico William Soler e dell’Istituto di Ematologia. Per quanto riguarda la presenza dei casi di DMD, cioè il numero di malati rispetto alla popolazione totale, il dottor Porfirio Hernández ha detto che nella letteratura medica si presuppone una percentuale di 38 casi ogni milione di abitanti, e che quindi a Cuba, pur non tenendo una statistica definitiva, la cifra dei pazienti potrebbe stimarsi sui 400/450 casi.

Da  Gramna                                          

Traduzioni di Isabella C. per civg.it


 

La condanna del mondo al blocco imposto a Cuba dagli Stati Uniti


L’Assemblea Generale della ONU ha approvato con 188 voti dei suoi 193 membri il rapporto di Cuba sulla risoluzione che  reclama l’eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario, imposto a Cuba da più di mezzo secolo.

Da 22 anni l’Assemblea Generale della ONU riunita, esige che si ponga fine a questo assedio imposto unilateralmente da Washington, che ha provocata danni economici stimati in un bilione 157327 milioni di dollari e infiniti danni e sofferenze alla popolazione cubana.    

La Risoluzione fa riferimento ai propositi e ai principi della Carta della ONU sul rispetto della sovranità, l’uguaglianza degli Stati, la libertà di commercio e la non ingerenza nei temei interni. 

Le votazioni contro il blocco, sostenuto sino ad oggi da ben 10 presidenti degli Stati Uniti, sia democratici che repubblicani, sono iniziate 22 anni fa nel novembre del 1992, nella 47ª sessione straordinaria.

Oggi hanno votato contro l’assedio genocida imposto dall’impero contro la piccola e coraggiosa Isola 188 nazioni. I voti contrari sono stati due: Stati Uniti e Israele e 3  le astensioni: Micronesia, Isole Marshall e Palau,  minuscoli stati sottomessi dall’economia neoliberista nordamericana.

Il blocco: una politica moralmente insostenibile

Nel 2009 il recentemente eletto presidente Barack Obama annunciò un nuovo inizio con Cuba ed espresse la convinzione che si potevano sviluppare le relazioni tra gli USA e l’Isola verso una nuova direzione. Al di là di quanto detto e della bugiarda retorica poi espressa, la realtà è che negli ultimi cinque  anni il blocco  economico, commerciale e finanziario si è indurito, soprattutto nelle sue dimensioni extraterritoriali, nonostante la condanna internazionale che si ripete ogni anno.

Cuba reitera che mantenere questa politica costituisce una violazione assoluta, flagrante  e sistematica dei diritti umani di tutto un popolo; che la stessa è un’azione di genocidio, in virtù della Convenzione per la Prevenzione e la Sanzione del Delitto di Genocidio del 1948. Viola i diritti costituzionali del popolo nordamericano, perchè gli toglie la libertà di viaggiare a Cuba e trasgredisce i diritti sovrani di molti altri Stati per il suo carattere extra territoriale.  

Il blocco contro Cuba, applicato  con la fallimentare volontà di voler far arrendere tutto un popolo per fame, è una violazione del diritto internazionale, contrario ai propositi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e una trasgressione del diritto alla pace, allo sviluppo e alla sicurezza di uno Stato Sovrano.

Il danno economico, commerciale e finanziario provocato dagli Stati Uniti al popolo di Cuba è di  1.157.327.000.000 dollari, considerando la svalutazione del dollaro nel mercato internazionale.

Il blocco continua ad essere una politica assurda,  obsoleta, illegale e moralmente insostenibile, che non è riuscita nè riuscirà mai a compiere il proposito di piegare la decisione patriottica del popolo cubano di preservare la sua sovranità, la sua indipendenza e il suo diritto alla libera determinazione.

Il governo degli Stati Uniti deve eliminare il blocco in maniera immediata e senza condizioni. 

Cuba ringrazia per il crescente appoggio della comunità internazionale e sollecita il suo sostegno per riuscire a porre fine a questa ingiusta, illegale e disumana politica


 

“Il blocco è aggressivamente extraterritoriale, una violazione del Diritto Internazionale”

 

Frammento dell’Intervento del Ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, nel 68º Periodo di Sessioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

New York, 29 ottobre del 2013.

Signor Presidente:

I danni economici accumulati in mezzo secolo, provocati  dal blocco, sono di un Bilione 157.000 milioni di dollari, più di un milione di milioni. Abbiamo raggiunto risultati innegabili nell’eliminazione della povertà e della fame, negli indici di salute e d’educazione che sono un riferimento mondiale, nella promozione dell’ uguaglianza di genere, nella libertà e nel benessere equo, nel consenso sociale, nella partecipazione democratica dei cittadini alle decisioni del governo, nel recupero del deterioramento ambientale e nello sviluppo della cooperazione internazionale con un centinaio di paesi del Terzo Mondo: quanto avremmo potuto fare senza questo immenso ostacolo al nostro sviluppo e gli enormi costi umanai e finanziari che ci hanno imposto?

Durante il governo del presidente Obama, il blocco è stato rinforzato, in particolare nel settore finanziario.

Storicamente gli Stati Uniti hanno usato la persecuzione e la vigilanza delle nostre transazioni finanziarie e delle nostre relazioni economiche, con l’enorme potere tecnologico del loro sistema capillare di spionaggio, recentemente denunciato.

Dal gennaio del 2009 e sino  a settembre del 2013, sono state imposte multe a 30 entità nordafricane e straniere, il cui ammontare è di 2.446 milioni di dollari per aver avuto relazioni con Cuba e altri paesi.  Nel dicembre del 2012 la banca britannica HSBC, è stata multata per la stessa ragione per 375 milioni di USD e la banca giapponese  Tokio-Mitsubishi UFJ per 8,6 milioni. Nel marzo de 2013, l’agenzia Reuters ha sospeso i servizi d’informazione bancarie e finanziarie.

L’assedio economico si è acuito e il suo impatto ed è presente nelle carenze e nelle difficoltà che le famiglia cubana soffre in tutti gli aspetti della sua vita.

Gli Stati Uniti non sono un socio commerciale di Cuba come vergognosamente affermano i loro rappresentanti, perchè non lo può essere uno Stato dove non si può esportare nè comprare prodotti o servizi, nè usare i dollari nelle nostre transazioni, dalle cui sussidiarie in terzi paesi non è permesso acquistare medicinali e alimenti per via della Legge Torricelli che proibisce anche di entrare nei suoi porti per 180 giorni alle navi di tutto il mondo che attraccano nell’Isola, che impedisce alle altre nazioni di venderci tutto quello che ha più del 10% di componenti statunitensi o di esportare qui qualsiasi prodotto che contenga materie prime cubane.  Non lo è lo Stato in cui è vigente la  Legge Helms-Burton, che ha ampliato in forma inedita le dimensioni extraterritoriali  del blocco ed ha  codificato  integralmente il "cambio di regime" con l’ulteriore intervento in Cuba, nè lo Stato che invoca la Legge di Commercio con il Nemico del1917, applicabile a situazioni di guerra e vigente unicamente  per Cuba.

La nostra piccola Isola non è una minaccia per la sicurezza nazionale della superpotenza. Allora perchè in nordamerica  non possono comprare prodotti cubani di prime qualità, o i nostri medicinali dell’ultima generazione? Perchè lì i suoi imprenditori perdono opportunità? Perchè non si sviluppano affari che creerebbero posti di lavoro in tempo di crisi? Perchè le compagnie statunitensi non possono accedere alla nuova Zona Speciale di Sviluppo di Mariel?

Le sanzioni restano intatte e si applicano con tutto il rigore. Non è un tema bilaterale.

Il blocco è aggressivamente extraterritoriale,  una violazione del diritto internazionale che lacera la sovranità di tutti gli Stati; è una trasgressione delle norme internazionali di commercio e della libertà di navigazione.  La crudele inclusione dei medicinali e degli alimenti infrange il diritto internazionale umanitario. È un’azione ostile e unilaterale che deve finire unilateralmente.

Il bloqueo economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba è una misura crudele ed anacronistica, iscritta nell’epoca della chiamata guerra fredda, ha denunciato oggi a Parigi l’accademico francese Salim Lamrani.

Il professore nelle università Paris Sorbona e Parigi-Est Marne-la-Vallée ha offerto dichiarazioni a Prensa Latina con motivo della votazione, questo martedì, nell’Assemblea Generale dell’ONU, del progetto di risoluzione sulla necessità di mettere fine a questa politica ingiusta.

Per il 22° anno consecutivo, la comunità internazionale ha messo allo scoperto nell’Assemblea Generale dell’ONU l’isolamento degli Stati Uniti nella loro applicazione di un bloqueo economico, commerciale e finanziario contro Cuba.

Questo forum che riunisce i 193 paesi membri delle Nazioni Unite ha approvato una nuova risoluzione sulla necessità di mettere fine al bloqueo di Washington all’isola caraibica, documento appoggiato da 188 paesi, col voto contrario degli Stati Uniti e di Israele, e le astensioni di Micronesia, Palau e le Isole Marshall.

“Sebbene il bloqueo nordamericano non ha ottenuto il suo obiettivo di distruggere la Rivoluzione Cubana, costituisce il principale ostacolo allo sviluppo di questo paese”, ha affermato l’intellettuale.

Da quando si è cominciato ad applicare nel 1962 fino ad aprile del 2013, i danni economici inflitti al popolo cubano sono di un miliardo 157 mila 327 milioni di dollari, considerando il deprezzamento di questa moneta di fronte al valore dell’oro.

Inoltre, ha aggiunto, durante l’attuale amministrazione presieduta da Barack Obama si sono applicate con più accanimento le sanzioni contro Cuba, particolarmente nel suo aspetto extraterritoriale.

L’intellettuale ha citato come esempio le abbondanti multe imposte negli ultimi anni dall’Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri del Dipartimento del Tesoro alla banca olandese ING e la multinazionale svedese Ericsson, dovuto alle sue relazioni con la nazione caraibica.

La legge francese non si può applicare in Italia, né l’italiana in Francia. Nonostante, la legge statunitense sulle sanzioni economiche si applica a tutti i paesi che commerciano con Cuba, ha denunciato lo specialista.

Lamrani è dottore in studi iberici e latinoamericani ed ha scritto numerose opere, tra queste “Washington contro Cuba, mezzo secolo di terrorismo e Stato di assedio. Le sanzioni economiche degli Stati Uniti contro Cuba”.

Nelle sue dichiarazioni a questa agenzia, l’anche giornalista francese ha segnalato che, oltre al suo voto nell’ONU, i governi dovrebbero avere il valore politico di respingere l’applicazione extraterritoriale del bloqueo, perché si tratta, ha detto, di una questione di sovranità elementare.

Ma molto pochi paesi sviluppati sono disposti a tutto ciò. Basta solo vedere come si comportano dopo avere saputo che l’Agenzia Nazionale di Sicurezza lo spia da anni. Né un’azione concreta, solo lievi proteste formali, ha concluso l’accademico francese.

Lo sport cubano non scappa alle conseguenze negative del bloqueo che impongono gli Stati Uniti all’isola da 51 anni. L’ONU domani tornerà a respingerlo un’altra volta con una schiacciante maggioranza. Ma questo non eviterà che si ripetano perdite milionarie; importazioni più care di palloni, scarpe o giavellotti per gli atleti; ritenzioni indebite di denaro per premi vinti in competenze internazionali o che il macchinario di propaganda del governo di Obama continui a stimolare la fuga di talenti. Una politica che non si applica a nessuna nazione della terra. A dispetto del costo che paga Cuba per questa aggressione economica, a volte, queste misure fanno acqua. Nell’ultima settimana, il sito www.baseballdecuba.com ha pubblicato che uno dei migliori atleti del baseball, il “pitcher” Ismael Jimenez, aveva abbandonato il paese verso la Repubblica Dominicana. Non era vero.

“È una bugia di qualcuno che lo fa con un doppio fine, con l’idea di destabilizzare, di rovinare la vita di chi si è sacrificato sempre, che è rivoluzionario fin da bambino, come me che lo tengo nel sangue”, ha detto lo sportivo al quotidiano Escambray, di Sancti Spiritus, quando gli hanno bussato alla porta di casa. Stava lì e non all’estero. Da gennaio prossimo, in Cuba entrerà in vigore una nuova politica verso gli atleti che cercherà di stroncare le diserzioni di altri tempi.

L’Istituto Nazionale dello Sport, Educazione Fisica e la Ricreazione (Inder) ha diffuso in settembre una relazione che segnala, tra gli altri danni fatti all’isola, come gli Stati Uniti hanno sequestrato 2.300.000 dollari che le selezioni cubane di baseball hanno vinto per partecipare alle edizioni mondiali di questo sport nel 2009 e nel 2013. Fidel Castro aveva risposto in marzo del 2006 col gesto contrario: ha annunciato la donazione delle entrate ottenute nella prima lega mondiale del 2005 alle vittime dell’uragano Katrina che ha devastato New Orleans. All’anno seguente delegava il comando interino del governo a suo fratello Raul.

Secondo l’Inder, Cuba ha dovuto importare materiale sportivo per 1.070.000 dollari dovuto al bloqueo. Ha anche speso 72.000 dollari in affitto di navi da trasporto. Avrebbe potuto evitare una parte di queste somme se avesse accesso al mercato statunitense. L’acquisizione di materiali in paesi più lontani del suo vicino del nord ostile, elevano i costi al di sopra del 50%. Palloni, scarpe sportive, cronometri, giavellotti od ostacoli per atletica, deve comprarli in Europa od in Asia.

L’ambasciatore cubano in Argentina, Jorge Lamadrid Mascarò, ha dettagliato in una recente conferenza stampa sul bloqueo: “Durante l’amministrazione del presidente Barack Obama si è intensificato di più il cerchio economico e finanziario, ed oggi l’Ufficio Federale di Controllo di Beni ha più agenti perseguendo le transazioni cubane che le azioni dei terroristi nel mondo”. Se prendessimo come esempio il baseball od il nuoto, le mazze regolamentari delle marche Louisville, Wilson e Xbat o il trampolino per fare i tuffi in una piscina olimpica metterebbero a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti se cadono nelle mani della Rivoluzione.

La lista di intoppi che pregiudicano allo sport dell’isola è lunga. Agli anteriori si sommano la proibizione degli USA affinché le sue delegazioni di atleti non possano competere a Cuba o che questo rifiuto si estende ai dirigenti od allenatori. Così è accaduto in novembre del 2012 a L’Avana, quando le autorità yankee hanno negato il permesso per concorrere alla riunione del Comitato Esecutivo della Federazione Internazionale di Pallacanestro amatoriale.

I fatti, tuttavia, sembrano avanzare in senso inverso: venti anni fa, l’architetto argentino Rodolfo Livingston pubblicava il libro Cuba esiste, è socialista e non è in coma. Questo titolo potrebbe applicarsi ad un trionfo diplomatico nell’ONU che si sconta –nel 2012 il risultato è stato di 188 a 3 (USA, Israele e Palau)–ed domani martedì si svolgerà ancora, quando un’altra volta si voterà contro il bloqueo degli Stati Uniti contro l’isola. Un’isola che è un continente a giudicare dai suoi risultati storici nei Giochi Olimpici, Panamericani e Centroamericani in materia sportiva.

A Londra 2012, sotto le attuali condizioni del bloqueo che il governo di Raul Castro denuncia (più di un miliardo di dollari in perdite), Cuba è arrivata sedicesima con quattordici medaglie: cinque d’oro, tre d’argento e sei di bronzo, benché lontano dal medagliere ottenuto in giochi anteriori (a Barcellona 92 ha avuto il suo record di 31 medaglie). Deve considerarsi anche un altro dato. Se Cuba è da cinque decadi una potenza sportiva regionale, in buona misura si deve a che aveva vinto soltanto dodici medaglie prima della Rivoluzione e durante la validità del bloqueo sono 196. Una differenza che prova il valore supremo che oggi è dato allo sport nella Maggiore delle Antille.

 

Gustavo Veiga

A cura di Andrea Galileo