Notiziario Patria Grande - Febbraio 2021

 


FEBBRAIO 2021

 

 

 

SOMMARIO

 

CUBAenRESUMEN / DIRITTI UMANI / ANA BELEN MONTES

Ana Belén Montes, prigioniera di coscienza, sarà scarcerata il prossimo anno

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / BOLIVIA

La Bolivia ha restituito «l’irregolare e oneroso» credito sollecitato dal governo di fatto al FMI

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CINA

Cuba rinnova il suo appoggio all’idea di una sola Cina

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / AMERICA LATINA E COVID

L’America Latina in terapia intensiva?

 

TESUR / DIRITTI CIVILI / COLOMBIA

Denunciano l'assassinio di un leader contadino a Bolívar, in Colombia

 

BELTA (BIELORUSSIA) / ESTERI / CUBA RAPPRESENTATA ALLA CEE

Cuba nomina un rappresentante alla Commissione economica eurasiatica

 

CUBA PERIODISTAS / INTERNI / RIVOLUZIONE COLORATA CONTRO CUBA

Movimento San Isidro: tentativo di colpo di stato (non così) morbido

 

CUBAenRESUMEN / DIRITTI UMANI / ANA BELEN MONTES

Ana Belén Montes, prigioniera di coscienza, sarà scarcerata il prossimo anno

Comunicazione dal Gruppo di lavoro per Ana Belén Montes e da coloro che hanno promosso la campagna per la sua liberazione.

 

 

Chi è Ana Belén Montes?

È una prigioniera di coscienza di origine portoricana, di nazionalità statunitense, attualmente detenuta in una prigione federale in Texas con l’accusa di spionaggio a favore di Cuba.

 

La sua storia

È nata il 28 febbraio 1957 nella Germania Occidentale, dove il padre Alberto Montes, ufficiale militare, lavorava come medico dell'esercito USA. Tornata con la sua famiglia negli Stati Uniti, nel 1979 conseguì la laurea in affari esteri e nel 1988 un master alla John Hopkins University, presso l’Istituto di Studi Internazionali Avanzati, considerata una delle migliori scuole di specializzazione in relazioni internazionali.

Dopo aver lavorato per il Dipartimento di Giustizia, nel 1985 Ana Belén Montes venne assunta dalla Defense Intelligence Agency (DIA), ed assegnata, per le sue capacità, all'Air Force Base di Bolling (Washington) come specialista in indagini di intelligence, inizialmente su El Salvador e Nicaragua. Nel 1992 passò al Pentagono come analista politica e militare ed inviata presso la rappresentanza diplomatica a La Habana per studiare l'esercito cubano. Vi ritornò nel 1998 su incarico della DIA per “osservare” la visita di Papa Giovanni Paolo II all'isola. Ana ricevette 10 riconoscimenti speciali per il suo lavoro, di cui uno direttamente dal direttore della CIA nel 1997.

Ana era considerata dai colleghi persona responsabile, affidabile, sempre sorridente, gentile e discreta. Viveva da sola in un modesto appartamento di Washington D.C., mentre le sue doti professionali la promuovevano rapidamente fino a diventare analista di alto livello al Pentagono. Entrò così a far parte di un "gruppo segreto di lavoro inter-agenzia su Cuba" che riuniva tutti gli analisti più importanti delle agenzie federali, come la CIA, la stessa Casa Bianca e il Dipartimento di Stato, avendo così completo accesso alle informazioni riguardanti i piani contro Cuba.

Su Cuba, tuttavia, non erano puntati solo gli occhi, come voleva il governo degli Stati Uniti, ma anche il cuore di Ana: considerò infatti suo dovere morale difendere quel popolo dagli attacchi ingiustificati del Paese più potente del mondo. Fin dall’inizio della sua attività nei servizi segreti USA, collaborò in realtà con quelli cubani.

Ana memorizzava gran parte delle informazioni cui aveva accesso per inviarle in codici criptati mediante un trasmettitore ad onde corte ai servizi di intelligence cubani. Imparò a fingere davanti alla “macchina della verità” e perfino a dissimulare in un ambiente familiare alquanto rischioso: suo fratello Tito era un agente speciale dell’FBI, il suo ex fidanzato Roger Corneretto ufficiale dei servizi segreti del Pentagono specializzato su Cuba, sua sorella Lucy analista di lingua spagnola dell’FBI a Miami, guarda caso insignita per il suo contributo alla scoperta di spie cubane. 

Ana venne arrestata da agenti dell’FBI il 21 settembre 2001, mentre si trovava nel suo ufficio a Washington, con l’accusa di “associazione a delinquere finalizzata allo spionaggio” a favore di Cuba. Dalle indagini emerse che aveva passato una considerevole quantità d’informazioni, compresa la vera identità di quattro spie infiltrate sotto copertura nell'isola e l'ubicazione di campi d’addestramento segreti delle forze speciali dell'esercito USA per la loro guerra sporca in Centroamerica.

Ana si è subito dichiarata colpevole per le sue azioni. “Ho obbedito alla mia coscienza, piuttosto che obbedire alla legge”, ha affermato al processo.

Il 16 ottobre 2002 è stata condannata a una pena detentiva di 25 anni, seguita da 5 anni di libertà vigilata, e rinchiusa nel Federal Medical Center, Carswell, all'interno della base militare della Marina degli Stati Uniti a Fort Worth, in Texas. È una prigione federale per criminali con malattie mentali o fisiche, dove Ana si trova confinata nell'area psichiatrica, sebbene non vi abbia nulla a che fare. Solo ultimamente si è un po’ allentato il regime d’isolamento estremo cui era sottoposta (no telefono, no posta, no tv, no giornali, solo rare visite di parenti stretti). Sebbene ora possa interagire con altri prigionieri, le condizioni mentali di gran parte delle recluse di Carswell rendono per lei difficile, oltre che rischioso, coltivare amicizie all'interno della prigione.

Ana non ha fatto nulla per meritarsi un trattamento così duro. Non ha ucciso, né aggredito nessuno. Non ha mai ricevuto denaro dal governo cubano, né è stata reclutata con modalità coercitive. Nessuna delle informazioni condivise con Cuba ha messo a repentaglio la sicurezza nazionale statunitense.

 

Il suo pensiero

Durante il processo rivelò con totale trasparenza e coraggio il suo animo e il suo pensiero: il principio di “amare il prossimo come se stessi” è una guida essenziale per stabilire relazioni di armonia coi Paesi vicini e con tutto il mondo.

”Questo principio implica tolleranza e comprensione per le diverse forme con cui si organizzano ed agiscono gli altri. Stabilisce che trattiamo le altre nazioni nel modo in cui vorremmo essere trattati, ovvero con rispetto e stima. È un principio che, disgraziatamente, io ritengo non abbiamo mai applicato nei confronti di Cuba”.

“Mi sono coinvolta nell’attività che mi ha portato di fronte a questa Corte, perché ho obbedito alla mia coscienza, piuttosto che alla legge. Considero la politica del nostro governo verso Cuba crudele ed ingiusta, profondamente ostile; mi sono sentita moralmente obbligata ad aiutare l’isola a difendersi dai nostri tentativi d’imporle i nostri valori ed il nostro sistema politico“.

“Per quarant’anni abbiamo dato prova d’intolleranza e disprezzo verso Cuba. Non abbiamo mai rispettato il loro diritto a decidere del proprio destino, secondo i propri ideali di uguaglianza e giustizia. Non concepisco il nostro continuo tentare di dettar legge (…) su come Cuba debba scegliere i propri leader, quali invece non debbano essere i suoi dirigenti e quali leggi siano le più adeguate alla nazione. Perché non dovrebbero poter decidere come gestire i propri affari interni, così come han fatto gli Stati Uniti per oltre due secoli?”

“Il mio più grande desiderio è veder nascere relazioni amichevoli tra Stati Uniti e Cuba. Spero che il mio caso in qualche modo spinga il nostro governo in tale direzione: abbandonare l’ostilità, lavorare congiuntamente con L’Avana con spirito di tolleranza, rispetto ed intesa reciproci”. Intraprendere “una politica che riconosca che Cuba, come ogni altra nazione, vuol essere trattata con dignità e non con disprezzo”. “Una politica che permetterebbe ai due Paesi di collaborare tra loro e con le altre nazioni, per promuovere la tolleranza e la cooperazione nella nostra unica nazione del mondo, nella nostra unica patria del mondo”.

Una delle accuse a suo carico fu quella di aver contribuito a dissuadere Bill Clinton e George W. Bush che Cuba rappresentasse una minaccia militare per gli USA. Di fatto ha contribuito ad evitare una guerra che sarebbe costata molte vite, tanto cubane che nordamericane.

Durante la carcerazione Ana ha affrontato anche un cancro al seno, che per fortuna pare superato. Verrà rilasciata anticipatamente nel 2022 per buona condotta.

Per il suo contributo alla pace merita tutto il nostro sostegno.

 

A cura di Adelina Bottero

 

Fonti:

https://www.cubaenresumen.org/2021/01/se-acerca-la-excarcelacion-de-ana-belen-montes/

https://www.cubaenresumen.org/2017/03/ana-belen-montes-la-ultima-prisionera-de-la-guerra-fria/

 


 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / BOLIVIA

La Bolivia ha restituito «l’irregolare e oneroso» credito sollecitato dal governo di fatto al FMI

 


Secondo quanto riportato da Russia Today (RT), un comunicato stampa del Banco Centrale della Bolivia (BCB) informa della restituzione al Fondo Monetario Internazionale (FMI) di 351.5 milioni di dollari, corrispondenti a un credito sollecitato nell’aprile del 2020 dal governo di fatto guidato da Jeanine Áñez con il pretesto di far fronte alla pandemia.

«Il prestito, oltre che irregolare e oneroso per le condizioni finanziarie, ha generato costi economici addizionali allo Stato Boliviano che, nel febbraio del 2021, ammontano a 24.3 milioni di dollari statunitensi, e questo è evidentemente un’aggressione alla sovranità e agli interessi economici del paese», afferma il documento.

Nella cornice di un dibattito legislativo per l’analisi del prestito, la Commissione di Pianificazione della Camera dei Deputati boliviana ha concluso che il governo di fatto non solo ha agito in maniera irresponsabile, ma ha nascosto informazioni sulle condizioni reali del credito e delle implicazioni per l’economia boliviana. Nel giugno scorso, la stessa Commissione aveva respinto il credito  argomentando la mancanza di responsabilità nei confronti dei cittadini.

Attualmente, la deputata Otilia Choque, presidente della suddetta Commissione, ha denunciato che l’Organo Esecutivo non ha corredato il progetto di legge della documentazione pertinente, come il contratto di credito, le condizioni di finanziamento, le garanzie, la solvibilità del Governo, il rapporto del tasso d’interesse, l’estensione del credito nel tempo e altri elementi fondamentali.

La risposta dell’allora viceministro del Tesoro e Credito Pubblico Carlos Schlink, fu che i legislatori ostacolavano la gestione del governo per combattere la pandemia anche se si utilizzava già parte dell’ammontare sollecitato.

Naturalmente, il tempo ha dimostrato la reale preoccupazione dei deputati descritta nel comunicato stampa del Banco Centrale della Bolivia: «In questo senso il BCB come agente finanziario del governo, in difesa della sovranità economica del paese e dopo la realizzazione delle gestioni amministrative necessarie nei confronti del creditore, ha effettuato il pagamento totale di  351,5 milioni di dollari statunitensi dei  quali, 346,7 sono il pagamento del capitale, 19,6 sono per il cambio valutario e 4,7 per interessi e commissioni, generando un costo finanziario totale allo Stato

Boliviano di 24,3 milioni in soli 9 mesi».

Ciò nonostante, il documento emesso precisa che «l’attuale amministrazione del BCB nella cornice delle sue competenze e la normativa vigente, realizzerà le azioni amministrative, civili e penali che corrispondono contro  tutti i servitori e gli ex servitori pubblici che risultino con indizi di responsabilità per la loro partecipazione al processo dei negoziati, delle firma e delle operazioni del detto finanziamento con il FMI».

Un altro doloroso e pesante fardello lasciato dall’incostituzionale amministrazione di Jeanine Añez, al governo presieduto ora da Luis Arce.

Leydis Maria Labrador Herrera e GM per Granma Internacional, 18 febbraio 2021

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CINA

 

 


 

Cuba rinnova il suo appoggio all’idea di una sola Cina

 


Il ministro delle Relazioni Estere di Cuba e membro del Burò Politico, Bruno Rodríguez Parrilla, ha ribadito sul suo account ufficiale Twitter la posizione dell’Isola di sostegno del principio di «una sola Cina» e ha condannato l’ingerenza nei temi di politica interna del fraterno Paese asiatico. Il principio stabilisce che l’intero Paese, inclusa l’isola di Taiwan, è uno e uno solo con un solo governo legittimo con capitale a Pechino. Il rispetto di questa politica governativa costituisce un requisito fondamentale per mantenere corrette relazioni diplomatiche con la Cina.

In ripetute occasioni, Pechino ha criticato gli Stati Uniti per le sue ingerenze sulla questione relativa a Taiwán e per la vendita di armi al governo separatista dell’isola, e questo a dispetto del fatto che il principio di una sola Cina sia affermato in accordi congiunti che Cina e Stati Uniti hanno firmato insieme nel 1972, 1978 e 1982.

Nel 1971, la Comunità Internazionale ha approvato con 170 voti, una risoluzione che considera la Repubblica Popolare della Cina unica rappresentante legittima presso l’ONU e riconosce il territorio del sud come parte inalienabile della nazione.

Prensa Latina ha reso noto che per avanzare verso la completa riunificazione del  territorio nazionale, Pechino difende anche la politica di “Un paese e due sistemi” che applica nelle regioni amministrative di Hong Kong y Macao.

Nel settembre del 2019, con una dichiarazione del Minrex, Cuba aveva già condannato l’ingerenza nei temi di politica interna cinese e aveva respinto qualsiasi tentativo di danneggiare l’integrità territoriale e la sovranità di questo paese dopo le violente manifestazioni e gli atti vandalici nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong fomentati dall’estero e mirati a danneggiare l’ordine politico, economico e sociale e generare insicurezza.

GM per Granma Internacional, 31 gennaio 2021

 

 



GRANMA (CUBA) / ESTERI / AMERICA LATINA E COVID

L’America Latina in terapia intensiva?

 

 


In America Latina, la crisi sanitaria generata dalla pandemia di COVID-19 prosegue senza controllo. Corruzione nell’esecuzione delle vaccinazioni, copertura sanitaria insufficiente, collasso delle istituzioni e carenza di mezzi di protezione fisica per il personale della linea rossa, il continente riporta più di 46 milioni di contagi e più di un milione di morti. In 23 paesi sono stati varati piani vaccinali per i quali sono in atto campagne in Argentina, Messico, Ecuador, Panama, Cile, Bolivia e Brasile, pur con distribuzioni molto disuguali secondo quanto denuncia l’Organizzazione Panamericana della Salute.

In Ecuador, l’Assemblea Nazionale ha approvato la destituzione del ministro della Salute Juan Carlos Zevallos e ha avviato un processo politico per la cattiva gestione del piano di vaccinazione. E’ accusato di aver dato priorità ai familiari e a una clinica geriatrica privata di Quito senza rispettare la lista degli ospedali pubblici prevista dal Ministero di Salute.

Inoltre, la polizia sta indagando una clinica clandestina nel sud di Quito dove veniva somministrata una sostanza sconosciuta presentata come vaccino per un valore di 15 dollari a dose.

Un processo d’investigazione giudiziaria riguarda anche il ministro di Salute del Brasile, Eduardo Pazuello, accusato dal Tribunale Supremo Federale, il quale deve rispondere della insufficienza di apparecchiature per l’ossigenazione dei malati di COVID-19 nello stato di Amazonas.

Il territorio brasiliano ha vissuto due settimane di collasso per insufficienza di letti e mancanza di un piano per spostare i pazienti in altre città.

Inoltre, si sta avviando un’indagine per la responsabilità nell’utilizzo di 120mila unità di idroxiclorochina per il trattamento della malattia anche nei casi in cui non è stata dimostrata la sua efficacia.

Per tutti questi problemi è stato  chiesto un processo di impeachment del presidente Jair Bolsonaro, aggiungendo la gestione irresponsabile e negligente. Di fronte alla passività del governo, i fronti Brasil Popular e Pueblo Sin Miedo, hanno organizzato 87 mobilitazioni in tutto il paese per chiedere la rinuncia del mandatario.

La Colombia presenta una situazione complessa, con un’occupazione delle Unità di Terapia  Intensiva vicina al 90% del totale delle capacità per l’assistenza ai malati di COVID-19. Il personale della salute è sfinito per l’insufficiente protezione di bio sicurezza e per la mancanza di medicinali e strumenti per assistere i pazienti più gravi. La risposta del governo e del presidente Iván Duque è il silenzio, oppure discorsi ambigui.

Secondo il Ministero di Salute del Cile, sono disponibili a livello nazionale solo 192 letti per assistere i malati in terapia intensiva, e il ministro Enrique Paris ha assicurato che nelle ultime giornate la cifra dei contagi è cresciuta del 6%.

A questo si somma una denuncia realizzata nella clinica privata CareFullHome, che si faceva pagare 80 dollari per prove PCR negative, senza effettuare alcuno studio di biologia molecolare.

La Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi ha avvertito nell’ottobre scorso che la regione vive la crisi peggiore degli ultimi cento anni, con un grande impatto sociale e produttivo.

Nuria Barbosa León e GM per Granma Internacional, 5 febbraio 2021

 


 

 

TELESUR / DIRITTI CIVILI / COLOMBIA

Denunciano l'assassinio di un leader contadino a Bolívar, in Colombia

L'Istituto di Studi per lo Sviluppo e la Pace (Indepaz) ha confermato oggi l'assassinio di un leader contadino di 82 anni nel comune di El Carmen de Bolívar, nel dipartimento colombiano di Bolívar.

Secondo la denuncia, l'anziano cittadino si chiamava Orlando Mesa e "sarebbe successo nel mezzo di un'operazione diretta alle Forze di Autodifesa Gaitaniste della Colombia (gruppi paramilitari) presenti sul territorio", spiega Indepaz.

Nonostante i militari alludano solo alla morte di membri del gruppo paramilitare, la comunità chiede il riconoscimento dell'omicidio di Mesa: "Questa situazione contrasta con il massiccio spostamento delle comunità a causa delle continue minacce di gruppi armati illegali", affermano.

L'omicidio di Orlando Mesa si aggiunge a quello del primo sceriffo del Consiglio Indigeno del Corregimiento Libertad nel dipartimento di Sucre, Julio Basilio, avvenuto la settimana scorsa.

Nei primi 60 giorni di quest'anno in Colombia si è sviluppata una interminabile spirale di violenza che già nel 2020 aveva toccato picchi impressionanti con una segnalazione di più di 90 massacri e 250 leader sociali assassinati.

Secondo Indepaz, nei soli primi due mesi del 2021, sono stati assassinati 29 leader sociali, di cui nove ex combattenti, e sono stati perpetrati 15 massacri.

Telesur, 2 marzo 2021

 

https://www.telesurtv.net/news/colombia-denuncian-asesinato-lider-campesino-bolivar-20210302-0034.html

 

 


 

BELTA (BIELORUSSIA) / ESTERI / CUBA RAPPRESENTATA ALLA CEE

Cuba nomina un rappresentante alla Commissione economica eurasiatica

 

 

MOSCA, 4 febbraio (BelTA) - L'Ambasciatore della Repubblica di Cuba presso la Federazione Russa, Julio Antonio Garmendia Pena, è stato nominato dal Governo di Cuba come rappresentante permanente presso la Commissione Economica Eurasiatica. BelTA ne ha ricevuto la notifica direttamente dall'Ufficio Stampa della CEE.

Lo status di Stato osservatore presso la EAEU è stato concesso a Cuba in una riunione del Consiglio Economico Supremo Eurasiatico l'11 dicembre 2020: "Il rappresentante dello Stato osservatore, il personale dell'ufficio e altri rappresentanti dello Stato osservatore possono partecipare, su invito, alle riunioni del consiglio della CEE e degli organi consultivi”, ha comunicato l'Ufficio Stampa.

“Lo Stato che riceve lo status di osservatore è obbligato ad astenersi da qualsiasi azione che possa ledere gli interessi dell'Unione e dei suoi Stati membri ai fini del Trattato dell'Unione Economica Eurasiatica (EAEU)".

La cooperazione tra l'EAEU e Cuba come Stato osservatore si basa sui meccanismi di interazione tra la CEE e il governo della Repubblica di Cuba istituiti nel quadro del memorandum d'intesa del 2018, in linea con il quale è stato istituito un gruppo di lavoro congiunto.

"Il dialogo con la EAEU è visto da Cuba come uno strumento importante per rilanciare i legami commerciali ed economici con i partner tradizionali nel continente eurasiatico e un incentivo a portare la cooperazione a un nuovo livello più alto", ha detto la Commissione economica eurasiatica.

La cooperazione commerciale ed economica tra gli Stati membri della EAEU e Cuba ha un forte potenziale di crescita. Nel 2019, il commercio tra i paesi della EAEU e Cuba è ammontato a $ 214,7 milioni, con esportazioni per un totale di $ 197,1 milioni e importazioni - $ 17,6 milioni.

 


 

CUBA PERIODISTAS / INTERNI / RIVOLUZIONE COLORATA CONTRO CUBA

Movimento San Isidro: tentativo di colpo di stato (non così) morbido
Le tattiche degli Stati Uniti per assediare i governi che non agiscono secondo le loro imposizioni globali sono multiformi. In particolare, hanno sviluppato un'ampia capacità di catturare il malcontento dei settori sociali e minare la pace sociale con rivoluzioni colorate o analoghi metodi che, quando riescono a prosperare, assumono le caratteristiche "golpe morbidi".
Nel caso recente di Cuba, sembra si tratti di qualcosa di più di una rivolta di artisti e intellettuali. Di seguito i dettagli.

 


Eventi telecomandati
Nella notte di giovedì 26 novembre, la polizia cubana ha sgomberato quattordici giovani. Una settimana prima, sei di essi avevano messo in atto uno sciopero della fame e un sit-in per chiedere al governo il rilascio del rapper Denis Solís González, uno dei i membri del cosiddetto Movimento San Isidro (MSI).

Secondo i media egemonici, i social network dell’Isola, che sono il principale canale di comunicazione utilizzato da questo e da altri gruppi, sarebbero stati temporaneamente sospesi durante l'operazione di polizia. Successivamente, il sito Razones de Cuba ha spiegato che si trattava di un'azione delle autorità della Salute cubane per certificare la violazione del protocollo sanitario legato alla pandemia covid-19 da parte dei viaggiatori internazionali.
La violazione è stata commessa da un cittadino cubano con residenza in Messico di nome Carlos Manuel Álvarez Rodríguez che, dopo essere rientrato a Cuba all'aeroporto internazionale José Martí e aver dichiarato l’indirizzo dove avrebbe alloggiato, ha deciso di trasferirsi in quell’altra casa.
Visto il rifiuto di ottemperare alle misure di prevenzione che vengono applicate alle persone provenienti dall'estero, la Polizia Nazionale Rivoluzionaria ha portato fuori le persone che si trovavano all’interno del luogo.

Uno sciopero della fame (all’inizio qualcuno lo ha fatto anche della sete) è stato attuato da un gruppo di cubani impegnati in attività artistiche dal 18 novembre scorso in un appartamento semidistrutto nella parte vecchia dell'Avana.
Solís González, arrestato il 9 e condannato l'11 novembre a otto mesi di carcere per il reato di oltraggio, è il membro del MSI che è stato registrato in un video mentre insultava un agente di polizia che era andato a fermarlo direttamente nella sua residenza, dopo che si era rifiutato di rispondere a una convocazione della polizia.

Aveva già ricevuto diverse sanzioni amministrative per disturbo della quiete pubblica e due ammonimenti ufficiali per molestie al turismo. Il reato di oltraggio è previsto dall'articolo 144.1 del codice penale. L'attivista, che ha gridato che Trump è il suo presidente e che si sarebbe convertito in "dissidente", ha accettato le accuse e non ha fatto appello.
Quella degli artisti di venerdì 27 è stata considerata la più grande protesta contro la rivoluzione cubana dal 1959. Un gruppo eterogeneo di circa 300 persone, per lo più giovani, alcuni dei quali inizialmente simpatizzanti per il movimento, si sono riuniti fuori dal Ministero della Cultura per manifestare contro lo sgombero forzato dei membri del MSI.

Una rappresentanza dei manifestanti è stata ammessa dalle autorità e ha raggiunto una serie di accordi, tra cui l'apertura di un canale di dialogo che includerebbe un incontro con Alpidio Alonso Grau, ministro della Cultura, la settimana successiva.

 

Reazioni al reality
Quel sabato è stato convocato Timothy Zúñiga-Brown, capo della missione diplomatica degli Stati Uniti all'Avana, al quale il governo cubano avrebbe espresso il proprio rifiuto per il sostegno ai membri del MSI.
In una nota pubblicata sul sito ufficiale del Ministero degli Esteri cubano, è stato riferito che essersi recato personalmente nella casa nello storico quartiere dell'Avana di San Isidro "dove si stava svolgendo un evento di provocazione politica e sociale", e aver accompagnato in auto alcuni attivisti sono "gravi violazioni" delle funzioni di Zúñiga-Brown come diplomatico e capo missione.
La dichiarazione aggiunge che si tratta di "un'ingerenza flagrante e provocatoria negli affari politici interni di Cuba e violazioni incontestabili della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche". Il ministro degli Esteri cubano ha chiesto al diplomatico statunitense di trasmettere al suo governo il rifiuto del governo cubano, aggiungendo che "Cuba non consente agli Stati Uniti o ad alcuno Stato di interferire negli affari interni del paese".

Il ministro degli Esteri cubano non solo si è limitato a presentare una denuncia formale a Washington, ma ha anche accusato il governo imperialista di finanziare, guidare e incitare gruppi di opposizione che cercano di sfidare l'autorità del governo dell'isola, con mezzi sia pacifici che violenti".
Domenica 29 novembre 2020, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha denunciato la manipolazione mediatica del cosiddetto Movimento San Isidro definendolo una farsa e ribadendo che l'isola non ammette "interferenze, provocazioni o manipolazioni".
"Coloro che hanno ideato la farsa di San Isidro hanno sbagliato Paese e hanno equivocato sulla Storia e sulle Forze Armate", ha scritto il presidente sul suo account Twitter, mentre in un'altra pubblicazione ha condannato la partecipazione ai fatti del governo degli Stati Uniti: “Non ammettiamo ingerenze, provocazioni o manipolazioni. I legami e la sintonia del cosiddetto Movimento San Isidro con i funzionari del governo degli Stati Uniti incaricati della cura e del rifornimento della sua base operativa a Cuba, non sono un'invenzione. Il nostro popolo ha tutto il coraggio e la morale per sostenere una lotta per il cuore di Cuba”. E poi ha aggiunto: “San Isidro è un reality show dell’impero. Lo spettacolo per distruggere la nostra identità e tornare a sottometterci. Tutti quei piani saranno sconfitti”.

Venerdì 4 dicembre il governo di Cuba ha annunciato di ritenere interrotto il dialogo offerto agli artisti che hanno inscenato la protesta a sostegno del Movimento San Isidro (MSI): "Gli stessi che hanno chiesto il dialogo lo hanno interrotto", si afferma in una dichiarazione ufficiale: "Il ministro della Cultura non incontrerà persone che hanno contatti diretti e ricevono finanziamenti, supporto logistico e propaganda dal governo degli Stati Uniti e dai suoi funzionari".


Tessere del mosaico del golpe morbido?

Anche se per più di mezzo secolo la Rivoluzione Cubana ha dovuto affrontare misure imposte dagli Stati Uniti che minacciano la salute e l'alimentazione della popolazione, la cosa più curiosa delle 300 persone che hanno protestato è che hanno espresso preoccupazione per la salute degli scioperanti. E’ emblematico che il gruppo "dissidente" porti il nome di un quartiere dell'Avana Vecchia che fu "zona di tolleranza" nella quale, come ha scritto Raúl Antonio Capote sul quotidiano Granma, i marines degli Stati Uniti andavano "alla ricerca di sesso facile ed economico ai tempi di Batista”, e che oggi conta 14 studi medici, una clinica di medicina tradizionale, una clinica veterinaria, tre asili nido, una casa di riposo e quattro scuole.

Si tratta di elementi di una trama fatta di sanzioni e sabotaggi finanziati ad alto livello i cui leader rastrellano milioni mentre chi opera sul campo riceve briciole. In un video diffuso sui social, lo stesso Solís González ha ammesso di avere legami con Jorge Luis Fernández Figueras, accusato dalla giustizia cubana di appartenere ai Lobos Solitarios, un gruppo terroristico con sede a Miami. Questi gli avrebbe promesso l’invio di 200 dollari se avesse seguito le sue istruzioni: "Quello che mi interessava sono i soldi", ha ammesso Solís.

Il leader dell'MSI, Luis Manuel Otero Alcántara, è stato accusato di provocazioni e oltraggio alla bandiera cubana sotto la protezione di Mara Tekach, ex dirigente dell'ambasciata Usa all'Avana. Inoltre, simpatizza apertamente con i membri del Congresso degli Stati Uniti che hanno promosso l’inasprimento del blocco contro il popolo cubano. È stato arrestato in precedenti occasioni, il che ha suscitato le reazioni perfino del cantautore Silvio Rodríguez.

Uno dei membri dell'MSI ha salutato William González Cabrera in una delle trasmissioni in diretta che hanno fatto. Si tratta del responsabile del finanziamento dei tentativi di incendiare una caffetteria, di una barberia e di un bar, e un altro membro del gruppo ha chiesto che si realizzassero azioni con molotov. Si dedica, insieme ad altri gruppi di Miami, al reclutamento di mercenari attraverso i social network.
L’MSI ha ricevuto dichiarazioni di sostegno da Michael Kozak, sottosegretario facente funzione dell'Ufficio per gli Affari dell'Emisfero Occidentale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e fervente promotore del blocco e della cancellazione delle rimesse, e anche dal senatore repubblicano della Florida Marco Rubio di nota fama anti-cubana.

Alla stessa stregua, l'ineffabile Luis Almagro, segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), si è affrettato a mostrare il suo sostegno a questa nuova campagna di estremismo della destra.
Il giornalista Iroel Sánchez ha riferito che, nel febbraio 2005, in attesa di un ricevimento con l'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush, il leader di OTPOR, Ivan Markovik, espresse l'intenzione di creare una rivoluzione colorata a Cuba. Sánchez ha inoltre ricordato che, nel 2011, l'organizzazione Wikileaks rivelò due cablogrammi segreti dell'allora Sezione Interessi degli Stati Uniti a Cuba che dimostrano i tentativi del governo statunitense di provocare una rivoluzione colorata sull'isola coinvolgendo giovani artisti e studenti universitari.

Un cablogramma, datato novembre 2006, fa riferimento a gruppi di giovani riuniti per parlare del "ruolo dei giovani del gruppo OTPOR ('Resistenza') per far precipitare il cambiamento attraverso incontri, mobilitazioni e provocazioni".
Un altro, dell’aprile 2015, si focalizza sulla tensione tra le "organizzazioni dissidenti tradizionali" e le giovani generazioni formate da "blogger, musicisti e artisti dello spettacolo e dell’arte plastica che non appartengono a organizzazioni identificabili".


Sanzioni, disinformazione e sabotaggio come circuito del terrore
Un'altra delle "rivendicazioni" dell'MSI è l'eliminazione dei negozi in valuta liberamente convertibile (MLC, Moneda Libremente Convertible). Si tratta di esercizi commerciali il cui obiettivo è quello di raccogliere le valute forti circolanti, ridottesi drasticamente a causa dell'impatto economico del covid-19 e, anche e soprattutto, delle misure restrittive unilaterali attuate dagli Stati Uniti e che dal 2019 si sono intensificate, in particolare quelle che hanno causato la chiusura di oltre 400 agenzie che ricevono rimesse in valuta estera.
Curiosamente, coloro che avanzano queste rivendicazioni sono gli stessi che acquistano cibo dall'estero in questi negozi attraverso una piattaforma online mentre fanno lo sciopero della fame e della sete.

Gli attacchi a questi negozi sono incoraggiati e mostrati come trofei dalla stampa di Miami, il cui interesse è quello di aumentare il disagio causato dal blocco che essa stessa sollecita, mentre dall’altro lato classificano i negozi in MLC come "apartheid economico" o nuovo Periodo Especial.
Cuba e Stati Uniti sono tornati ad avere nuovamente rapporti difficili dopo l’elezione di Donald Trump, e questa è una delle fasi più tese dopo la distensione guidata dagli ex presidenti Barack Obama e Raúl Castro tra il 2014 e il 2016, una fase nota come "disgelo" e che portò alla riapertura delle ambasciate.

Dal 2019, l'amministrazione Trump ha inasprito l'embargo che gli Stati Uniti mantengono dal 1962, e ha aumentato la pressione sull'Avana con nuove sanzioni in virtù della cooperazione del governo cubano con quello del presidente venezuelano Nicolás Maduro.
Trump ha deciso di chiudere il suo consolato sull'isola e ha ordinato la partenza della maggior parte del personale dell'ambasciata nel contesto di voci su presunti "attacchi acustici" al suo quartier generale dell'Avana. Oggi questa sede lavora sotto il comando di un incaricato d'affari perché il Congresso degli Stati Uniti non ha ancora nominato un ambasciatore, mentre Cuba mantiene un ambasciatore a Washington.

Il governo guidato dal magnate ha anche espulso diplomatici cubani dal suo territorio per presunta pericolosità, oltre ad aver proibito l'attracco di navi statunitensi alle coste cubane e limitato i voli alla sola destinazione dell’Avana.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno ulteriormente intensificato il blocco imposto a Cuba nel secondo trimestre del 2019 applicando aggressioni come il Titolo III della Legge Helms Burton, la persecuzione finanziaria alle banche, le misure per impedire l'ingresso di carburante nell'Isola, la sospensione del viaggi aerei e marittimi e l'attacco alle missioni mediche cubane.
Lo scorso settembre, il magnate uscente della Casa Bianca ha annunciato sanzioni contro Cuba come il divieto per gli americani di utilizzare gli hotel di una lista di 400 di proprietà del governo cubano, e nello stesso momento ha anche annunciato che stava cercando di limitare ulteriormente le importazioni cubane di alcol e tabacco.

Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha respinto l'uso della violenza e del terrorismo finanziato dal territorio degli Stati Uniti contro il suo paese in relazione a un servizio televisivo che ha presentato prove filmate di istigazione ad atti di sabotaggio e sovversione nell'isola a partire dal territorio degli Stati Uniti in cambio di denaro e promesse di visti immigratori.
Il video mostrava le dichiarazioni di diversi cittadini cubani che hanno ricevuto istruzioni e risorse finanziarie da persone e organizzazioni con sede nel sud della Florida per appiccare il fuoco alle strutture commerciali dell'Avana.
Altri obiettivi come veicoli, ambulatori medici, centri educativi e negozi di computer rientravano nel piano vandalico. Uno degli autori ha raccolto informazioni sul Sistema Elettrico Nazionale (SEN) che poi ha fornito a chi lo ha contattato, informazioni che consentirebbero l’organizzazione di attacchi al SEN mentre si diffonderebbero notizie false al fine di creare malcontento e irritazione.

Uno degli eventi terroristici che si è concretizzato è il deragliamento di un treno merci dal terminal logistico Mariel, uno degli investimenti più importanti del Paese. Le indagini sull'evento, avvenute nel maggio 2019, hanno portato all'arresto dei quattro autori, i quali hanno confermato di essere stati istigati, organizzati e finanziati dalla Florida.

Lottare per cosa? Per essere la 51ma stella?
È noto che la smania di Trump di imporre sanzioni a Cuba deriva dal suo interesse a catturare il maggior numero di voti possibile dalla "diaspora" cubana installata in Florida. Un sondaggio di NBC News ha rivelato che circa il 55% dei voti cubano-americani in quello stato è andato a Trump, sostenuto anche dal 30% dei portoricani e dal 48% degli altri latini.

Il suo sostegno a Miami è passato dai 333mila 999 voti del 2016 ai circa 529mila voti di quest'anno, un aumento che può aver influenzato anche votazioni come quelle di due democratici della Camera dei Rappresentanti del sud della Florida che hanno perso contro i loro sfidanti repubblicani: la rappresentante Debbie Mucarsel-Powell, primo membro del Congresso di origine sudamericana, dietro a Carlos Giménez, ex sindaco della contea di Miami, e la rappresentante Donna Shalala, superata dalla conduttrice televisiva e commentatrice María Elvira Salazar.
La comunità cubana è la più numerosa tra gli elettori latini a Miami, e hanno anche un forte tasso di affluenza, del 58%, rispetto ad altri gruppi. Obama vinse il voto cubano nel 2012, ma quest'anno era chiaro che la situazione era cambiata quando il governatore repubblicano Ron DeSantis, un alleato di Trump, ha vinto il 66% dei voti cubano-americani.

Tuttavia, fino ad ora non si sa chi sia il vincitore delle elezioni americane. Secondo le proiezioni, il magnate è dato perdente: attaccare Cuba non è bastato, anche se il suo partito è avanzato tra la comunità cubano-americana i cui leader non esiterebbero ad annettere l'isola all'Unione Americana se dovessero prendere il potere.

Il terrorismo, le sanzioni soffocanti, la disinformazione in corso e la possibilità che molte misure contro Cuba saranno difficili da invertire in un'eventuale amministrazione Biden restano un pesante interrogativo. Questi tentativi di rivoluzione colorata fanno parte degli spasimi fino alla morte in stile Trump di attaccare Cuba? Si tratta di un golpe (non così) morbido in corso lasciato in eredità a Biden affinché perda poplarità se decide di abbassare la guardia?
(Tratto da cubaperiodistas.cu)